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C'era una Volta in Viola, O'Garoto che sostituì Pelè: la storia di Amarildo

C'era una Volta in Viola, O'Garoto che sostituì Pelè: la storia di AmarildoFirenzeViola.it
Ieri alle 15:20Notizie di FV
di Samuele Fontanelli

Ultimi giorni di maggio del 1962, è il momento dei mondiali cileni. Il Brasile di Pelè, Garrincha, Vava e Didi, dopo la vittoria quattro anni prima in Svezia, parte con i favori del pronostico. Nella seconda partita del girone contro la Cecoslovacchia però O'Rei si infortuna. Mondiale finito per la Perla Nera. Ecco la nostra storia parte da qui, dalla scelta del sostituto di Pelè che, ovviamente con la benedizione del numero 10 dei verdeoro, ricade su un 23enne del Botafogo in Europa ancora sconosciuto, Amarildo Tavares de Silveira. Soprannominato O'Garoto, il ragazzino, Amarildo salva il Brasile segnando una doppietta decisiva contro la Spagna nell'ultimo match del gironcino e realizzando il gol del pareggio e l'assist per la rete del sorpasso nella finalissima contro la Cecoslovacchia di Masopust. I sudamericani vincono la loro seconda Coppa Rimet consecutiva e Amarildo è uno dei giocatori più cercati dalle big del calcio europeo. Quell'estate va vicinissima ad acquistarlo la Fiorentina ma... Ma il Botafogo decide di tenere la sua stella per un'altra stagione e così l'affare con i viola sfuma.

O'Garoto arriverà in Italia nel 1963 ma invece che a Firenze sbarcherà nella Milano rossonera. Fresco vincitore della Coppa dei Campioni, il Diavolo quell'anno disputa la Coppa Intercontinentale proprio contro il Santos di Pelè. A San Siro, contro O'Rei, Amarildo mette in scena una delle sue prestazioni migliori e trascina il Milan al successo per 4-2 realizzando due gol e un assist. Al ritorno in Brasile però i rossoneri perderanno 4-2 e nello spareggio, giocato sempre in Sud America, i paulisti vinceranno la coppa. Durante la sua esperienza al Milan riuscirà a vincere solo una Coppa Italia, anche se lo farà da protagonista segnando il gol decisivo sia in semifinale che in finale, nel 1967. Per trionfare anche in campionato dovrà attendere solo due anni. 

Dopo la conquista della Coppa Italia, la finale contro il Padova sarà la sua ultima partita con i rossoneri, Amarildo lascia il Milan. È l'estate del 1967 e l'ala brasiliana entra come contropartita tecnica nell'affare che porta a Milano Kurt Hamrin. Come nel 1962 durante i mondiali in Cile, anche a Firenze O'Garoto è costretto a sostituire il giocatore più forte, l'idolo dei tifosi. La partenza non è delle migliori, tanto che in estate Amarildo non vuole tornare dal Brasile senza un aumento di stipendio, ma alla fine si convince e sarà uno dei grandi protagonisti della Fiorentina ye-ye di Pesaola che nel 1969 vince il secondo scudetto della sua storia. Il titolo viene festeggiato l'ultima giornata di campionato al Franchi contro il Vicenza ma l'aritmetico trionfo arriva una settimana prima, l'11 maggio, con la vittoria, 2-1 reti di Chiarugi e Maraschi, a Torino contro la Juventus. Dopo aver vestito anche la maglia della Roma, O'Garoto chiuderà la sua carriera in Italia nel 1972, dopo 202 partite, 59 gol, 10 cartellini rossi e ben 32 giornate di squalifica in Serie A. Un giocatore dal talento smisurato e da un carattere ribelle che è sempre rimasto legato alla città dei Medici. Tanto che ci tornerà anche da allenatore, prima nelle giovanili viola, poi alla Rondinella e infine come vice del connazionale Sebastiao Lazaroni nella stagione 1990-1991.