CHIESA, Il grande dubbio tra gambe e reputazione
L'andamento di Fiorentina-Atalanta ha scatenato polemiche fortissime nel suo immediato post-partita, com'era immaginabile del resto. L'assegnazione del calcio di rigore all'ora di gioco, per una caduta probabilmente troppo accentuata dal figlio d'arte viola, entrato in rotta di collisione con Toloi nell'area di rigore viola. Già al fischio finale Gasperini e Pioli sono quasi venuti a contatto in campo, al momento dei saluti conclusivi (LEGGI QUI l'accaduto), proprio parlando dell'episodio incriminato. Ma non solo, ovviamente il tema si è riversato nei microfoni del post-partita. Al centro del ciclone ovviamente l'utilizzo del VAR, ma anche e soprattutto la condotta del giocatore. Con Gasperini che non ha usato mezzi termini: "Chiesa ha l’abitudine di simulare, deve iniziare a pagare certi gesti sennò finisce per essere diseducativo".
Chiesa però è anche lo stesso calciatore più controllato dalle squadre avversarie che, come anche nel caso odierno dell'Atalanta e del suo pressing offensivo e aggressivo a tutto campo, lo triplicano non lesinando con i contatti, e spesso anche con i calci, nei confronti del classe '97. Quest'ultimo è il Talento della squadra, e come tale deve anche abituarsi a ricevere questo tipo di attenzioni, e anche evitare di finire nel tourbillon mediatico per sospette mancanze di equilibrio. Specie quando l'ossigeno comincia a mancare e magari la tecnica della lotta non sta pagando. Un caso come quello di Neymar spiega bene quanto possano essere controproducenti certi effetti. Ma sono sacrosante le difese di parte viola, espresse tramite le ferme parole di Pioli: "Chiesa non è un giocatore che cade al minimo soffio". Chi ha espresso forse meglio di tutti fin qui il concetto è Biraghi. "Tutti gli avversari provano a fermarlo anche con la forza, non vedo dove possa simulare. A Milano ha preso un calcio da Asamoah che manca poco gli toglie la gamba...", ha detto il terzino gigliato. Non servono altre parole, sembrerebbe.