CATALDI ADESSO PIACE A TUTTI: UNA SCOMMESSA VINTA DA PALLADINO
Alziamo le mani. Se dovesse arrivare una querela da Madrid o Berlino, non ci stupiremmo. Prendiamo allora pinze e guanti e proviamo ad accostare la prestazione di ieri di Danilo Cataldi a quella di uno dei migliori centrocampisti della storia. Cataldi e Kroos nella stessa frase, sì si può fare. Perché la prova di Lecce del centrocampista di Roma Nord è, per numeri e qualità, da autentico top player. E soprattutto nel piattone con cui sblocca la contesa al Via Del Mare - per la meccanica e furbizia di stoccata, colpo in buca d'angolo sul palo di Falcone - che l'ex Lazio ha ricordato le migliori esecuzioni del talento di Greifswald.
NUMERI - Potremmo dire che la Fiorentina ha acquistato il Kroos da discount, anche se il classe '94 laziale ha rivelato solo ieri in viola la sua predisposizione offensiva: quella in Salento per lui è stata la prima doppietta in Serie A, arrivata con due tiri da fuori. Oltre al destro con cui ha aperto i conti, anche una punizione da piede educatissimo, destro a giro che denota una sensibilità spiccata nell'attrezzo del mestiere e 3-0 momentaneo, nonché la firma d'autore di una specialità della casa, visto che dei dieci gol segnati in A in carriera quello di ieri è il quarto su punizione. In generale, siamo a otto gol da fuori su dieci: solo Inler negli ultimi quindici anni ha una media più alta per le reti da fuori in rapporto a quelle totali. Una prestazione offensivamente irripetibile, per questo sono più interessanti altri numeri legati alla prova del trentadue in viola: ad esempio quello dei passaggi riusciti. Ottantasei su novantaquattro, per una precisione del 91% - nessuno ha fatto meglio nell'ultimo turno di Serie A -. In generale, nelle prime sette in maglia viola Cataldi sfiora il 90% in 'pass-accuracy', numeri, anche qui, degni di altre latitudini e più alti contesti.
SCETTICISMO - E dire che la sua avventura a Firenze era cominciata con diverse bocche storte per un acquisto che non sembrava andare di pari passo con l'ambizione tanto sbandierata dalla dirigenza in estate. Visto come un esubero della Lazio - sensazione confermata anche da lui stesso in fase di presentazione - in tanti erano pronti a scommettere contro rispetto a un calciatore arrivato a trent'anni, dopo buone stagioni in biancoceleste ma visto come rappresentante della 'middle-class' dei centrocampisti di A. Ha convinto tutti con i colpi sfoderati, soprattutto a Lecce, quando ha festeggiato con un'esultanza alla 'Spiderman', lui che, per parafrasare il noto supereroe, è diventato (in senso buono) l'amorevole centrocampista di quartiere.
LA SCELTA DI PALLADINO - La Fiorentina ha scovato una pepita nel nulla, persa nei malumori della piazza romana. Cataldi è stato una sorpresa per tutti, tranne per chi l'ha voluto davvero (assieme a Pradè), ovvero quel Raffaele Palladino che, già a inizio estate, pensava alla sua Fiorentina come una creatura in costruzione, con in mezzo un centrocampista come lui. Per questo, appena arrivato, il tecnico ex Monza l'ha messo subito dentro, contro il Monza. Da lì non è praticamente più uscito. Fino al viaggio a Lecce solo i più attenti ne avevano intuito l'utilità, coi due gol è poi esploso anche il rimpianto, sui social, del tifo laziale. La Fiorentina intanto se lo gode, consapevole che in pochi mesi Danilo da Roma Nord sia diventato già uno degli intoccabili.