BASTONI TRA LE RUOTE
Esattamente come in partita, in quei minuti finali troppe volte fatali. Come un pallone spedito in area di rigore senza che la retroguardia sappia spazzare arriva il ricorso dell’Associazione Italia Nostra sul fronte Viola Park, a Bagno a Ripoli dove sorgerà il nuovo centro sportivo della Fiorentina. Un tentativo in extremis che sfrutta cavilli e tempistiche entro le norme per rivolgersi persino al Presidente della Repubblica, scavalcando il tanto temuto TAR.
Di fatto un vero e proprio tackle su un iter ampiamente avviato, e su un progetto che ha fatto della sostenibilità il suo punto di forza. Nel giorno in cui la discussione sull’intervento - ambientalista - di Italia Nostra si accavalla alle preoccupazioni per le sfide che attendono gli uomini di Prandelli, resta il retrogusto amaro per l’ennesima beffa lungo la difficile strada delle infrastrutture. Perchè poi di questo vien da parlare, di vera e propria beffa.
Niente che necessariamente debba interrompere la nascita del Viola Park immaginato da Commisso, anche perchè un’eventuale sospensione cautelativa dei lavori è tutt’altro che scontata come ha confermato il Sindaco di Bagno a Ripoli Casini, ma pur sempre un intervento che pur nel rispetto di qualsiasi opinione stona - non poco - con una minima visione di sviluppo. Anche dell'area in questione nella quale da tempo si è immaginato l'inserimento del Viola Park.
Far passare il messaggio che quei terreni debbano essere destinati a uso agricolo, oltre che sul fil di lana sembra soprattutto pretestuoso, tanto più a fronte di quella che resta un’opportunità per tutti i protagonisti coinvolti, comunità inclusa. Se sul fronte stadio a Commisso era stato rinfacciato di aver ecceduto nei toni, davanti a quel che sembra tanto un dispetto vien da pensare che anche questa è la faccia nascosta del nostro paese. E stavolta se il presidente dovesse tirare in ballo i bastoni della burocrazia tra le sue ruote avrebbe ragione da vendere.