VERTICE CONTE, Polemiche da Petrucci, Gravina e...
Incontro straordinario oggi tra Conte, Spadafora e alcuni vertici dello sport per fare il punto su chiusure e provvedimenti. Ma dall'incontro sono rimasti fuori i presidenti federali che hanno subito fatto sentire la loro contrarietà. Molto duro anche il presidente del Coni Malagò: "Ho ringraziato il presidente e i ministri per il tempo dedicato al mondo dello sport, una riunione di un’ora e 40 minuti. Ma c’erano persone rispettabilissime che rappresentavano interessi molto diversi fra loro", ha detto il presidente del Coni riferendosi alla presenza delle associazioni di gestori e del Comitato 4.0. "Mi sono trovato, lo dico affettuosamente, in difficoltà di fronte a una specie di minestrone. La riforma dello sport? È pensabile oggi salvaguardare la figura del lavoratore sportivo dentro una società sportiva quando questa ha chiuso o rischia di chiudere? Se questa situazione la affronti quando il mare è in tempesta, tutto questo rappresenta un esercizio al limite dell’autolesionismo. Il DPCM ci ha lasciati molto male. La maggior parte degli sport sono coinvolti perché si svolgono in palestra e nelle piscine. È stato calato dall’alto anche perché i dati certificavano che i compiti a casa erano stati fatti bene come dicono tutti i verbali dei controlli. Chi ha investito in questi giorni sulla sicurezza rispettando le regole, ha visto il suo impegno vanificarsi".
Gianni Petrucci, presidente del basket, appena arrivato al Coni per Il Consiglio nazionale, dice: "È il caos. Assurdo che all’incontro non siano stati invitati i presidenti federali degli sport colpiti: io, Cattaneo e Gravina. Questo è un circo barnum".
Anche Gravina è stato polemico: "In un contesto di tale criticità, con lo sport agonizzante nella morsa del Covid, non si sente il bisogno di alimentare ulteriori incomprensioni". Ancora Gravina, polemico rispetto alla presidenza del Comitato 4.0: "La legge dello Stato riconosce al Coni, al Cip e alle Federazioni nazionali il dovere di rappresentare le diverse discipline - prosegue Gravina -, quindi non si capisce a che titolo possano proliferare Comitati e altri organismi che il nostro mondo non riconosce. Se si vuole davvero il bene allo sport, sarebbe opportuno rimanere nell'ambito della giusta dialettica istituzionale per trovare insieme risposte concrete alla crisi".