PATO, Io con Ronaldo, che meraviglia

07.08.2007 10:04 di  Redazione FV   vedi letture
Fonte: Il Tirreno

La “Patomania” deflagra poco prima delle 13 quando il diciassettenne talento brasiliano, costato al Milan 22 milioni di euro, varca la soglia dell’Hotel Imperiale, nel cuore di Forte dei Marmi - dove era ospite da domenica notte - per raggiungere con una breve passeggiata lo stabilimento balneare Roma Levante. Ad attenderlo il vicepresidente rossonero, nonché amministratore delegato, Adriano Galliani. Ed è processione e torcida da stadio intorno ad Alexandre Pato, il nuovo progetto di fenomeno del calcio mondiale: bambini, adulti, fotografi, telecamere di Sky e Rai.
A fare da scorta al ragazzo, che compirà 18 anni il prossimo 2 settembre e potrà essere schierato ufficialmente solo a partire da gennaio 2008, il padre Geraldo, il procuratore Gilmar Veloz e il direttore generale del Milan Ariedo Braida. «Pato facci un gol nel derby», «Pato ci facciamo una foto insieme?» gridano i più giovani. Ogni due passi una sosta: autografi, pacche sulle spalle, maglie rossonere da griffare. E il corteo in processione si ingrossa: il ragazzo si guarda intorno, fra lo spaesato e il felice.
Pallido, l’acne giovanile a sfiorire il volto, l’apparecchio ad ingabbiare la dentatura, andatura lenta, maglia a righe, pantaloni blu, sorride e non riesce a dire no alle richieste. Un bambino cresciuto in fretta, dal talento ridondante, dicono gli esperti, ma pur sempre di un ragazzo di non ancora 18 anni, stiamo parlando ed infatti un Adriano Galliani in tenuta balneare, da grande guru della comunicazione, gli va incontro su strada, abbracciandolo sotto gli occhi vigili di Sky per poi sincerarsi del suo stato di salute e ancora invitando la stampa «a non insistere. Non è giorno di dichiarazioni». Ma arginare la fiumana brulicante di tifosi - saranno un centinaio - è impossibile: un assalto affettuoso che si consuma su spiaggia, sotto la tenda del numero due milanista - che nel frattempo si apparta per parlare con il procuratore Gilmar Veloz -: e allora ancora foto, ancora autografi. E visto che al giornalista è fatto divieto intervistare e siamo osservati a vista, non resta che affidarsi a Daiana e Lucas Oliveira, fratello e sorella originari di Rio de Janeiro, che si inseriscono nella bolgia e, in portoghese, entrano in contatto con Pato ‘girando’ le nostre domande. «Sono felice. E’ davvero un sogno essere al Milan. Volevo questa squadra - dice - anche se nel mio cuore porterò sempre l’Internacional di Porto Alegre, il club nel quale sono cresciuto. Come sto? Bene, ho riposato, oggi è una splendida giornata».
Il tuo giocatore preferito? «Ronaldo, e non perché gioca nel Milan. E’ da sempre il mio idolo. Che bello sarà giocarci accanto». E fra i giocatori italiani? «Paolo Maldini, un grande.

Personalmente, però, non ho ancora conosciuto nessuno». Come te la cavi con l’italiano? «Non bene. Devo imparare».
Poi arriva il procuratore per portarsi via il ragazzo: la tavola del Roma Levante - menù a base di pesce, fra gli ospiti anche Davide Lippi - è già apparecchiata e Adriano Galliani, ancora una volta, ci invita a restare a distanza. «Siate gentili». Ma noi insistiamo. Ci serve una battuta diretta con Pato: ci presentiamo. Sorrisi, stretta di mano, disponibilità massima del ragazzo che sembra, nonostante l’ordinaria follia che gli danza intorno, maturo e tranquillo. «Sì, va tutto bene. Sono contento. Adesso mangiamo - dice - poi si torna a Milano. Il numero che preferisco sulla maglia? Mi piace l’undici, ma non è un problema». Ancora una volta è Gilmar Veloz, il procuratore, a fermarci. «Va bene ogni numero sulla maglia. Ciao e grazie».
Il resto è una pattuglia di vigili che allontana le troupe e che ancora riporta la calma sulla spiaggia, il pranzo consumato in tranquillità e il viaggio di ritorno a Milano dove stamani il “Papero”, questo il soprannome del talento, sosterrà le visite mediche. La patomania è appena sbocciata. Adesso resta da capire se sboccerà anche il campione.