LIVORNO, La difesa di David Balleri

05.07.2008 17:27 di  Redazione FV   vedi letture

In merito all’atto di deferimento del calciatore DAVID BALLERI alla Commissione Disciplinare Nazionale da parte della Procura Federale della FIGC, gli Avvocati Giovanni Frullano ed Elena Mannucci, su mandato del loro assistito, diramano il presente comunicato stampa.
L’accusa di avere concordato il risultato di una partita è la più grave che si possa rivolgere ad un calciatore e ad uno sportivo in genere.
Con la serenità di chi non ha mai commesso niente di contrario alla lealtà sportiva o peggio di illegale in venticinque anni di specchiata carriera, David Balleri respinge con la massima determinazione le accuse che gli vengono mosse dalla Proura Federale della FIGC.
Con il rigore e la determinazione di chi, da persona onesta, viene erroneamente accusato, affronterà il giudizio innanzi a tutti gli organi della Giustizia sportiva.


David Balleri è gravemente indignato di vedere ingiustamente accusare se stesso, taluni suoi compagni e la Società del Livorno (in cui ha orgogliosamente giocato), di un fatto così grave ed odioso e ribadisce, senza timore di essere smentito nel tempo, che nel giudizio sportivo che fra poco si terrà, sarà in grado di dare prova inconfutabile della rigorosa onestà di ogni suo comportamento.
Dal canto loro, gli Avvocati Giovanni Frullano ed Elena Mannucci non possono fare meno di evidenziare, a tutela del decoro personale e sportivo del loro assistito, che l’inconsistenza dell’impianto accusatorio è veramente sconfortante. L’insussistenza di quanto contestato all’ex Capitano del Livorno emerge, prima ancora che dalle parole indignate del calciatore, dalla stessa lettura delle motivazioni dell’atto di deferimento: inconsistenti, illogiche e soprattutto, prive di qualsivolglia riscontro probatorio.
David Balleri tiene a rassicurare le Società del Livorno e del Como, affermando che in così tanti anni di carriera sportiva nessun suo comportamento ha mai “infangato” le maglie che ha avuto l’onore di indossare ed anche questa vicenda, che pur non rappresenta certo un momento felice della sua vita, confermerà, ancora una volta, la correttezza sportiva e morale a cui il modo di comportarsi del calciatore è sempre stato improntato.