Džeko alla Fiorentina, ultimo ballo in Serie A? Cosa aspettarsi dal “Cigno di Sarajevo”

A trentanove anni suonati, Edin Džeko non ha ancora voglia di smettere. E forse neanche di rallentare, a giudicare da come ha chiuso la sua stagione con il Fenerbahçe. In un’estate dove molti club italiani stanno facendo i conti con bilanci, strategie low-cost e scommesse su giovani sconosciuti, la Fiorentina ha deciso di affidarsi all’opposto: l’esperienza. E l’ha fatto con un nome che in Serie A evoca rispetto e bei ricordi, specie tra i tifosi romanisti.
Džeko è atteso a Firenze per la stagione 2025-2026, e l’affare - ormai concluso - è destinato a fare rumore nonostante la carta d’identità. Ma cosa ci si può davvero aspettare da un attaccante di quasi 40 anni? E in che modo potrà incidere sul gioco e sui risultati della nuova Fiorentina di Pioli?
L’arrivo a Firenze: il contratto, l’accoglienza, la strategia
Il 19 giugno 2025, Edin Džeko si è presentato a Villa Stuart per le visite mediche. Poi, nel pomeriggio, è stato accolto nel centro sportivo Viola Park dai dirigenti, pronto a firmare un contratto di un anno (più opzione per il secondo) da circa 1,8 milioni netti, più bonus legati a presenze e gol.
L’accordo era nell’aria da settimane. Il Bologna ha provato a inserirsi sul finale, ma la volontà del giocatore ha fatto la differenza: voleva tornare in Italia e chiudere in un club con ambizioni europee. Ecco perché ha detto di no all’Arabia Saudita, dove avrebbero pagato molto di più, e ha detto sì alla Fiorentina, con cui condividerà campo e obiettivi europei.
Il nuovo allenatore, Stefano Pioli, lo ha approvato sin da subito. Džeko non arriva per fare il titolare a oltranza, ma nemmeno solo da uomo spogliatoio. Sarà il vice (di lusso) di Moise Kean, ma in realtà i due potrebbero anche coesistere, in un 3-5-2 che Pioli conosce bene. Con la sua stazza, visione e gioco spalle alla porta, Džeko potrebbe diventare una chiave per scardinare difese chiuse - e non solo.
Insomma, non è un acquisto di facciata. Piuttosto, un modo per alzare il tasso di esperienza, personalità e anche per dare un riferimento visivo, simbolico, a una squadra che ha sfiorato troppi traguardi (due finali perse nel 2023) e ora vuole iniziare a vincere qualcosa davvero.
Come ha giocato Džeko nell’ultima stagione? Statistiche e forma fisica
C’è una frase che si ripete spesso, con i calciatori d’esperienza: "Ha ancora tanto da dare, ma solo se il fisico tiene". Nel caso di Edin Džeko, non si tratta solo di parole di cortesia. La sua stagione 2024-2025 al Fenerbahçe è stata decisamente solida: 53 presenze, 21 gol e 8 assist. E senza infortuni gravi.
A quasi 40 anni, il bosniaco ha giocato praticamente ogni tre giorni, tra Super Lig, coppe nazionali ed Europa. Ha segnato con continuità, ma soprattutto ha continuato a mostrare la sua intelligenza tattica rara. Si è abbassato spesso per costruire, ha liberato spazi, ha fatto il “regista offensivo”. E ha concluso la stagione con una delle migliori medie realizzative del campionato turco.
Il suo stile si è evoluto: meno strappi, più fiuto. Meno corsa, più posizionamento. È diventato una specie di pivot intelligente, e in Serie A - dove i ritmi sono più lenti rispetto ad altri campionati - questa sua trasformazione potrebbe rivelarsi un vantaggio.
E in un contesto come quello viola, dove serviva un uomo che desse calma nei momenti cruciali, esperienza nei match chiave, e che sappia fare gol anche toccando pochi palloni, Džeko sembra l’incastro perfetto.
Proprio per capire come si tradurrà il suo fiuto del gol nel ritorno in Serie A, si possono applicare i principi dello Smart Betting. Analizzando le quote, sembra che l’esperienza internazionale di un attaccante del suo calibro potrebbe avere un forte impatto nella prossima Serie A. Non c’è da stupirsi, dopotutto. I dati sono incoraggianti: Džeko ha segnato almeno 20 gol a stagione in sei annate diverse tra Serie A, Bundesliga, Premier e Super Lig.
Il passato in Italia: Roma, Inter e la conoscenza del campionato
Se c’è un giocatore che non ha bisogno di "ambientarsi" al calcio italiano, quello è Edin Džeko. Alla Roma ha segnato 119 gol in sei stagioni (di cui 77 in Serie A), diventando il terzo marcatore più prolifico della storia giallorossa. Un cannoniere, ma anche un uomo squadra, che spesso ha fatto reparto da solo, nonostante le fortissime difficoltà iniziali e i mugugni della piazza.
Con l’Inter, poi, ha aggiunto trofei e prestigio: 31 gol in due anni, con una finale di Champions League (2023) e due Coppe Italia in bacheca. Anche all’Inter è stato titolare in molte partite decisive, pur non essendo sempre la prima scelta.
In totale, Džeko ha giocato 268 partite in Serie A, segnando 107 gol e servendo una cinquantina di assist. Numeri di assoluto rispetto, che lo inseriscono di diritto tra i grandi attaccanti stranieri del campionato negli ultimi 15 anni.
Ma al di là delle cifre, c’è anche la familiarità con lo stile di gioco: Džeko conosce le difese italiane, sa come si muovono i centrali, ha già affrontato praticamente tutte le big e sa dove può colpire. Questo patrimonio di conoscenze è senza dubbio un asset. E in un campionato dove l’intelligenza tattica spesso conta più della corsa, lui parte già in vantaggio.
Dove può essere decisivo alla Fiorentina?
La domanda che si fanno in molti è: ok, ma quanti gol può ancora fare Džeko in Serie A?
La risposta è onesta è una sola: non lo sappiamo. Ma possiamo ragionevolmente dire che può fare ancora la differenza – magari non da titolare fisso, ma come uomo decisivo nei momenti giusti.
Alla Fiorentina servirà sia in rotazione, per far rifiatare Kean o chi verrà schierato davanti, sia in modalità "chiudipartita", quando c’è bisogno di uno che sa leggere le situazioni e mettere la palla dentro con freddezza.
E se guardiamo anche alla dimensione europea, dove la Fiorentina vuole continuare a far riecheggiare il suo nome (specie dopo gli ottimi risultati in Conference League), avere uno come lui da mandare in campo in trasferta nella periferia europea o in una semifinale tesa può essere un plus enorme.
In più, con la probabile presenza di Gudmundsson sugli esterni o in appoggio, Džeko potrà sfruttare spazi e rifiniture, senza dover inventare da solo. Insomma, lo scenario tattico lo aiuta.
Naturalmente, le cose potrebbero cambiare anche in base alle prossime mosse di mercato. Eventuali ribilanciamenti nei rapporti di forza traspariranno anche su SmartBettingGuide, una piattaforma che utilizza la matematica delle quote per proiettare possibili scenari futuri.
Nel calcio d’oggi, i dati non servono solo a comprendere "cosa fa" un calciatore, ma il "come" lo fa, e in quali contesti può essere decisivo. E con Džeko, il contesto è tutto.
L’età: freno o risorsa?
Sì, ha 39 anni. Sì, non corre più come a Manchester o a Wolfsburg. Ma no, non è un peso. Perché Edin Džeko è uno di quelli che si sono allenati bene per tutta la carriera, che ha avuto pochi infortuni seri, e che ha sempre avuto una testa da professionista.
Ecco perché i dati fisici dicono che è ancora competitivo. E che può fare la differenza.
In più, può essere un riferimento per lo spogliatoio. Con l’addio di alcuni senatori e l’arrivo di molti giovani, la Fiorentina aveva bisogno di una figura esperta, uno che ha visto e vissuto finali europee, partite scudetto, match infuocati e anche retrocessioni sfiorate. E Džeko ha tutto questo nel suo curriculum.
I rischi? Ovviamente ci sono: un calo improvviso, la difficoltà a reggere il doppio impegno settimanale, qualche fastidio muscolare. Ma finora, Džeko ha smentito tutti.
E anche se non arrivasse a 20 gol stagionali, il suo apporto potrebbe essere decisivo in altri modi: far salire la squadra nei momenti difficili, prendersi i falli, dialogare con i compagni, chiudere le partite nei minuti finali. Basta pensare a cosa fece Zlatan Ibrahimović al Milan post-2020 per capire che non serve segnare ogni domenica per fare la differenza.
Scommessa ragionata o colpo nostalgico?
L’ultima volta che la Fiorentina prese un giocatore di nome a fine carriera fu con Franck Ribéry. E nonostante gli infortuni, il francese lasciò un segno profondo - in campo, nello spogliatoio, tra i tifosi.
Con Džeko si riprova a fare qualcosa di simile, ma con un profilo diverso: più centravanti puro, più uomo area. E, forse, meno mediatico. Ma più concreto.
Il possibile esito? Che tra una standing ovation al Franchi e un gol decisivo contro una big, Edin Džeko scriva un ultimo capitolo bello e inaspettato nella sua lunga storia in Serie A.
Se sarà così o no, lo dirà il campo. Intanto, Firenze lo accoglie per quello che è: un grande del calcio europeo, che ha scelto di tornare dove tutto era iniziato. Non per nostalgia, ma per lasciare ancora un segno.
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