DIAKHABY, Cala si difende: "Ecco come è andata"
Dopo le gravi accuse di Mouctar Diakhaby, che ha confermato di essere stato definito negro di merda, Juan Cala si difende. Il giocatore del Cadice ha convocato una conferenza stampa per spiegare la sua versione dei fatti: "Purtroppo sono costretto a difendermi in questo modo. Tutto è nato da un'azione di corner, in cui Diakhaby mi è caduto addosso e ho ricevuto una gomitata. Ho reclamato un fallo e mi ha detto di rialzarmi. Poi la partita è proseguita e ci siamo di nuovo beccati. Gli ho chiesto di lasciarmi in pace e lui mi ha accusato di avergli detto quella frase. Si è arrabbiato per il giallo ricevuto e poi è cominciato tutto. Sono rimasto stupito, imbarazzato per quello che stava succedendo. Non gli ho mai detto negro di merda, questo deve essere chiaro. Dice il falso. Se fosse vero che qualcuno del Cadice gli ha detto che sarei andato a chiedere scusa, lascerò il calcio. Sto subendo un linciaggio mediatico incredibile.
Ci sono due vittime: chi crede di aver ricevuto un insulto razzista e chi è accusato di averlo fatto. È stato montato un circo, quando sarebbe stato meglio risolvere tutto con l'arbitro. Ho cercato di far capire a Diakhaby che non avevo detto quelle parole, ma poi si è incasinato tutto. Ci sono molte telecamere e c'erano 7-8 giocatori intorno, ma nessuno ha sentito nulla. Lasciate il beneficio del dubbio. Sono sotto shock, sono un professionista da 12 anni e ho condiviso lo spogliatoio con tanti ragazzi di colore. Non avrei problemi a parlare con lui, ma dopo questo linciaggio senza prove non so. Sono stato giudicato da tutti senza che rilasciassi la mia versione. Stanno danneggiando il calcio spagnolo, non c'è razzismo, mi rifiuto di dirlo. I giocatori neri sono super-integrati nelle squadre. Intraprenderò azione legale contro tutti quelli che hanno giocato sul mio onore. Ho ricevuto molte minacce sui social".