CINEMA, Un film su Italia-Francia
Ping pong, ping pong. Le immagini dalle case, dai bar e dalle folle davanti ai megaschermi rimbalzano tra Roma e Parigi. E, almeno nei primi 10 minuti della partita, i tifosi che seguono la finale Italia- Francia del Mondiale 2006 si distinguono solo per i colori degli addobbi. Stessi sguardi, stesse espressioni dei visi, stesse esclamazioni più o meno volgari, stessi scongiuri. Ovvero, la passione per il calcio ha un linguaggio universale. È proprio questo il concetto- chiave di Winners and Losers, il film-documentario del regista anglo-polacco Lech Kowalski che ieri sera ha chiuso in pompa magna, fuori concorso, il Festival del Cinema di Locarno. Una scelta azzardata, quella degli organizzatori, ma il direttore artistico della rassegna, Frederic Maire, non ha avuto dubbi: «I tifosi sportivi sono uno spettacolo nello spettacolo. Per chiudere il Festival davanti a 2000 spettatori in Piazza Grande, il film di Kowalski era l'ideale».
UNA FINALE DA FILM Ritrarre la natura umana allo stato puro, così come sgorga dal cuore, senza mediazioni: in tutti i suoi lavori, Kowalski ha sempre inseguito questo obiettivo, diventando un maestro del genere negli Stai Uniti, dove ha vissuto a lungo. E quando si trovava a Parigi la settimana prima di Italia-Francia, non è riuscito a resistere: «Una finale così, tra due Paesi tanto vicini e con tante analogie, chissà cosa avrebbe scatenato. A 4 giorni dalla data fatidica, m'è venuta l'idea di raccontare la partita mostrando solo le reazioni dei tifosi nella loro intimità e senza far vedere nessuna azione di gioco. Detto fatto.
Ma quanto è stato difficile, poi, con tante scene divertenti, realizzare il montaggio e scegliere le scene». Alla fine, il regista è riuscito perfettamente nel suo intento. L'indimenticabile finale con la testata di Zidane a Materazzi e la lotteria dei rigori, si rivive nei salotti di casa, nelle piazze, tra i tavolini e i banconi dei locali. Immagini che rimandano, come uno specchio, anche una piccola parte di noi. Quando, in silenzio, e pieni di dubbi, abbiamo guardato il primo tempo. Quando, durante il secondo, bloccati sull'1-1, abbiamo invocato nervosi un gol liberatorio. Quando ci siamo coperti gli occhi al momento dei rigori. Quando alla fine abbiamo tutti alzato le braccia al cielo con i pugni chiusi, e ci siamo abbracciati commossi. Quale passione più pura di questa? Senza differenze sociali nè diffidenze. Basta poco per abbattere le barriere. Con Winners and Losers, Kowalski lo dimostra in diretta.