CACIA«Lascio Piacenza per imparare»
La sensazione è che la decisione sia presa. Da tempo. Daniele Cacia, 24 anni, professione attaccante, non vede l'ora di arrivare a Firenze, alla Fiorentina che ne ha acquisito la comproprietà. «Io penso a riprendermi al meglio e a far bene, l'ideale sarebbe arrivare a Natale con 5-6 gol segnati col Piacenza». Cacia ad aprile contro il Crotone si è rotto perone e malleolo. Uno scontro durissimo con Zamboni. Terribile.
A proposito, l'ha più sentito?
«Mi ha mandato un sms una volta. Poi basta. E' stata un'estate d'inferno. Una sola settimana in Tunisia con mia ragazza (una calabrese che vive a Piacenza,
ndr) e tre mesi all'Isokinetic di Bologna. Ma so che è tutto per il mio bene».
E adesso come sta? Sa che dicono molti qui a Piacenza? Che si risparmia pensando alla Fiorentina.
«Provino, quelli che lo dicono, a giocare in tranquillità dopo aver rotto il perone due volte e col malleolo con una placca dentro. Io lo ammetto: un po' di paura ce l'ho. Quindi vado per gradi. Penso al mio benessere».
Giocate a Pisa in casa della prima in classifica. Pensa di partire titolare dopo l'esordio col Bologna?
«Se è indispensabile non mi tiro indietro. Ma sarebbe meglio fare un'altra mezzora, poi un tempo, poi 90'. Se non fosse proprio necessario preferirei che entrasse un difensore. Vorrebbe dire che stiamo vincendo. Non sono pronto per partire dall'inizio ».
Ma lei sa bene che il problema del Piacenza è il gol.
«Assolutamente. Stiamo lavorando per cercare più soluzioni offensive che ci facciano creare molte occasioni. Certo, un problema c'è: Rantier non è una prima punta. Ma non si deve pensare che rientra Cacia ed è tutto a posto. Sicuramente mi ha fatto piacere l'accoglienza dei tifosi. E' stato splendido».
E lei a gennaio se ne va a Firenze, non sarebbe meglio restare fino a giugno e recuperare bene?
«Valuteremo tutti insieme. Dipenderà da come sto, ma io posso andare lì guardare, imparare».
Ma lo sa che davanti ha Pazzini, Vieri, Mutu, Osvaldo, Jorgensen. Dura...
«Durissima. Ci sono ragazzi che hanno più presenze in A di quante ne ho io in B. Ma so che che se mi hanno preso è perché mi stimavano».
La volevano Cagliari, Napoli e Reggina. Perché ha scelto la Fiorentina dove, rispetto a queste piazze, non parte titolare?
«Perché c'è Prandelli, un grande. La squadra gioca a memoria. La società mi ha corteggiato seriamente quando ero a soffrire all'Isokinetic, ho sentito la fiducia ».
Quante volte se l'è vista in tv la Viola?
«Con Milan, Roma e Juventus ».
E se va via e il Piacenza, come è già successo in primavera, precipita?
«Il calcio è così: va via uno e ne arriva un altro. Il Piacenza risalirà, anche senza Cacia».
E in A chi ci va?
«Bologna e Brescia sono forti, poi Lecce, Mantova e Chievo di Iachini il tecnico a cui sono più legato».