BOATENG, Con Montella non ci siamo capiti

25.04.2020 00:20 di  Redazione FV  Twitter:    vedi letture
BOATENG, Con Montella non ci siamo capiti
FirenzeViola.it
© foto di Federico De Luca

"Istanbul è bellissima, qui al Besiktas mi sono trovato subito bene con giocatori e allenatore". Parla così a Sky Sport, Kevin Prince Boateng: "La Fiorentina? Per rendere al massimo tanti dettagli devono combaciare, sono arrivato in viola veramente con tanta voglia. Si trattava della piazza giusta, con dei tifosi caldi. Poi ho preso la 10 e ho sempre avuto la pressione di fare un gol o un assist in più. Non sono felice di come è andata. Anzi, sono ancora un po' arrabbiato perché non si è visto il vero Boateng. Montella? Non ci siamo capiti. All'inizio aveva un'idea, poi ha cambiato e, per esempio, non voleva più il centravanti che venisse incontro al pallone".
Il capitolo Sassuolo - "De Zerbi mi ha riportato la voglia di giocare a calcio e di divertirmi, come idee è uno degli allenatori più forti che abbia mai avuto. Tornare al Sassuolo? Non mi vuole più, sono andato via già due volte (Barcellona e Fiorentina, ndr)".
La seconda parentesi al Milan - "Berlusconi mi ha convinto nell'esatto momento in cui ha fatto il mio numero, il giorno dopo io e il mio agente siamo andati da lui ad Arcore: 'Figlio mio perché non torni?', mi ha chiesto: 'Subito', gli ho risposto.

In che ruolo mi vedeva? Fin dal primo giorno prima punta. Poi Allegri mi disse che avrebbe deciso lui e che mi avrebbe messo dietro".
Rangnick e il Milan - "Può aiutare tanto, guarda il calcio e non solo, è una persona molto intelligente che valuta molti dettagli, lo dimostra quello che ha costruito. Sa come parlare con i giocatori, questa è la sua chiave".
Il futuro di Ibrahimovic - "Il Milan lo deve tenere, sa fare la differenza. Per me era facile giocare con lui, l'ho capito subito. Chiede tanto ai compagni, ma mi ha fatto avere tanto spazio, mi ha dato palloni che sognavo. Era il compagno perfetto. Criticava tutti se non gli arrivava bene la palla o se sbagliavi davanti alla porta. Però, così facendo, insegnava. Lo sa anche El Shaarawy, che capì che a tu per tu con il portiere non si deve calciare forte ma preciso".