BARONE, TRATTIAMO UN GIOCATORE CHE NON POSSO SVELARE. CHIESA? STIAMO PARLANDO INGLESE...
Il direttore generale della Fiorentina, Joe Barone, ha partecipato ad una diretta con l'account Instagram de La Gazzetta dello Sport. Ecco le sue dichiarazioni: "Da un anno sono a Firenze, una città veramente eccezionale. Sono nato a Pozzallo, così come Giorgio La Pira che ha fatto la storia di questa città. Spero di lasciare qualcosa anche io con Rocco Commisso e fare il nuovo stadio che sarebbe bellissimo per i tifosi, ma per tutto il Paese".
Com'era la Serie A vista dal divano di casa e com'è adesso?
"Voglio sempre ringraziare il presidente per questa opportunità. Il mio è un lavoro che ti trasmette tanta passione poi negli USA, in Italia o in qualsiasi posto il calcio è sempre lo stesso anche se qui c'è molta più pressione. Prima era uno dei campionati più belli del mondo, adesso lo vivo da dentro in un modo molto reale. I tifosi trasmettono una grande passione".
Prima, in passato, si vedevano più partite in America che in Italia di Serie A.
"Tutti gli appassionati di calcio si recavano in un luogo in America e vedevano solo il secondo tempo di una partita che non sapevi fino all'ultimo quale fosse. Mio padre era tifoso del Napoli, mio suocero della Fiorentina ed ha portato in me l'amore per i viola e per Giancarlo Antognoni che ora ho accanto a me ed è un grandissimo piacere: mi compravo le sue scarpe della Diadora".
Chi erano i suoi idoli da piccolo?
"A me piace il giocatore molto tecnico. Ammiravo tanto Roberto Baggio poi lui ha lasciato, ma anche in Nazionale ai Mondiali in America ha lasciato il segno. Per noi fu un orgoglio vedere la nostra Italia a New York".
Qual è il calciatore che le piacerebbe portare a Firenze?
"Mi metti in difficoltà (ride, ndr). Crescendo a New York dove si vede tanto calcio in ogni parte del mondo a me è rimasta dentro la Nazionale italiana e brasiliana dell'82. Al momento ho un giocatore in particolare, ma stiamo cercando un modo di portarlo a Firenze e quindi non si può dire".
Come è stato il primo giorno di riunione in Lega?
"Si è trattato di un momento particolare, non posso andare sui dettagli. Sono stato accolto abbastanza bene, ringrazio Commisso, il 6 di giugno è un anno che siamo qui... Si parlava di diritti tv, in Assemblea ci furono tante chiacchiere, tante discussioni, avevo letto i verbali del passato con i nostri consulenti e con la Fiorentina stessa non è che sono arrivato lì senza sapere cosa stesse succedendo. Bisognava capire un po' di cose, la Fiorentina era messa nel mezzo per capire il concetto di business della Lgea, ma io devo ringraziare tutti i proprietari perché da loro ho imparato tanto. Mi auguro di trasmettere all'interno della Lega qualcosa di innovativo".
C'è qualcosa che ha imparato dalla Lega e qualcosa che vorrebbe insegnare?
"Ho imparato come funziona il calcio italiano, il lato degli interessi della squadra individuale che poi devi mettere dentro i 20 club per prendere una decisione univoca. Noi come Fiorentina cerchiamo di passare il messaggio di essere uniti perché il calcio italiano è visto in modo particolare in tutto il mondo con i nostri tifosi che trasmettono la passione. Questo fa tutto parte di trasmettere il calcio in tutto il mondo. La cultura dobbiamo esportarla fuori dall'Italia".
Sembrerebbe che la Serie A possa essere ancora un prodotto attraente per investitori stranieri.
"Direi di sì. Rocco non è straniero però diciamo che ci sono dei proprietari che hanno fatto il loro business all'estero e sono rientrati nel calcio italiano e poi c'è un'altra componente che è molto importante ovvero i social media. Ho letto che ci sono dei fondi americani interessati al calcio italiano ed è importante perché fa vedere che il nostro calcio è in crescita. Poi c'è tutta l'altra parte ovvero se sia un bene o no, vedremo in consiglio".
In Lega c'è davvero unanimità sulla ripartenza?
"Abbiamo tutti parlato e nel comunicato siamo stati chiari. Siamo una Lega di calcio, una società di calcio ed è chiaro che vogliamo ripartire. Stiamo aspettando il protocollo, ma è chiaro che se ci presentiamo il 18 senza sapere quando si inizierà il campionato... Vogliamo sapere le regole da seguire e come andare avanti per farlo sapere ai nostri atleti perché i calciatori leggono, sentono gli amici... I calciatori hanno, come i tifosi, degli alti e dei bassi. Abbiamo perso tante persone in tutto il mondo, la salute è al primo posto e serve più chiarezza".
Le nuove positività vi hanno costretto a particolari procedure?
"Dalle 6 positività siamo scesi a 5 perché uno dello staff è risultato negativo. Due dei giocatori sono negativi nel primo tampone ora aspettiamo domani per il prossimo. Rispettiamo la privacy di tutti, ma è importante capire perché noi dobbiamo aspettare un'ulteriore settimana dopo il 18 per capire se inizierà il campionato. I club vogliono giocare, ma è chiaro che le regole devono essere giuste".
L'idea di giocare in campi neutri è intelligente?
"Noi rispettiamo sempre il sistema, questa è una domanda molto indirizzata a Gravina. Vogliamo essere sicuri che i nostri atleti, gli allenatori, i tesserati, gli arbitri e tutti quanti siano sicuri ed a quel punto siamo disponibili ad ascoltare la FIGC. Mi auguro che domani in Lega si abbia più chiarezza".
In Italia potrebbe essere realizzabile un sistema stile America affinché tutto sia più equilibrato?
"Sul commissioner anche Rocco lo ha sempre detto ed in Italia ne abbiamo bisogno, ma dobbiamo aggiustare il governance dall'interno. Per l'equilibrio sono due sistemi separati ed è difficile confrontare lo sport in America con quello in Italia. Là non esistono promozioni e retrocessioni, mentre qua si può lottare per i campionati europei, salire di categoria... Su quel sistema deve intervenire la FIFA per fare un sistema pari. La Serie A non può fare una cosa del genere se poi si affrontano Real Madrid e Barcellona che spendono più di quello che possano spendere le società in Italia. Quindi il salary cap non è percorribile se è fatto solo in Italia e non in tutta Europa. Bisogna migliorare sulle infrastrutture perché club come noi hanno le maggiori entrati dai diritti tv. Noi abbiamo bisogno del nuovo stadio oppure, come nel caso del Bologna, di un restyling. Il guadagno sul giorno della partita va incrementato e noi tutto l'anno guadagniamo 8 milioni e mezzo quando altri club lo fanno in Europa in una sola partita: se non si hanno entrate non si può spendere".
In questo momento è ottimista sullo stadio?
"Ci lavoro ogni giorno, mi alzo la mattina e penso come se avessi 70 anni e lo volessi fare ora, non c'è tempo da perdere. Mi auguro che la gente dentro il governo ci ascolti, che i tifosi trasmettano quello che tutte le società dentro il calcio, anche in C e in D, abbiano strutture che non ci cada il cemento addosso".
All'Italia manca la pragmaticità.
"Io direi che la burocrazia che esiste sul tema dello stadio è un problema. Bisogna dare più autonomia ai comuni di gestire questa situazione. Se il Comune di Firenze avesse più potere la strada sarebbe differente anche in un anno, ma non è così e quindi si deve applicare, al momento, e navigare dentro queste regole. Noi, dentro la Lega, vogliamo mettere da parte questi vincoli e trasmettere un'immagine diversa di Firenze in tutto il mondo. Non si possono presentare allo stadio con il cemento che ci cade addosso. Sono molto convinto che ci arriveremo".
Chi è il più simpatico in Lega?
"Ce ne sono tanti. Ogni giorno parlo con tutti, ho imparato tanto. La persona che trasmette tanta passione per il calcio italiano e che lavora abbastanza bene, convinto è Claudio Lotito, ma siamo tutti legati per il bene del calcio italiano".
In questi 10 anni scudetto è una parola proibita?
"I giocatori vanno in campo, ma vogliamo fare una squadra molto competitiva. Tutti noi vogliamo vincere, abbiamo fatto a gennaio un mercato, stiamo lavorando per il prossimo campionato e fare una squadra molto competitiva per i giocatori che vogliono rimanere qui e giocare per la Fiorentina e per questa città".
Secondo lei rimarranno in viola Chiesa e Castrovilli?
"Abbiamo 27 giocatori, un settore giovanile e non solo Gaetano e Federico. Anche Sottil è un talento emergente. Chiesa è un giocatore della Fiorentina, ci sono squadre che stanno bussando, altre che parlano inglese... Vediamo, al momento, dobbiamo finire il campionato e lui è molto concentrato a fare bene per noi. Castrovilli deve dare ancora tanto a noi ed al calcio italiano, ma lui rimarrà a Firenze".
E' diventato diplomatico.
"Rocco è fortunato. Il 30 maggio 1983 i New Cosmos affrontarono la Fiorentina di Antognoni, Passarella, Pecci, Galli... Noi vincemmo 4-1 ed avevamo tanti campioni, ma segnò Antognoni per i viola. Siamo fortunati ad avere due società del genere".
Che percentuale dà al campionato di ripartire?
"Siamo fiduciosi. Non conosco Spadafora, rispetto il suo lavoro".