"OCCHI PUNTATI SU", Vieri e Pazzini, la 'strana coppia' viola.
Diversi fra di loro ma, ci auguriamo, uniti per il bene della Fiorentina.
E se giocassero insieme? Vieri e Pazzini, la “strana coppia” della Fiorentina, per uno dei tormentoni dei prossimi giorni. Uno è preciso, faccia da bravo ragazzo, ordinato, con unico vezzo la fascetta per i capelli. L’altro è invece irruente, dai modi spicci a tratti anche bruschi, faccia poco raccomandabile (specie, quando non si fa la barba), con tatuaggi ovunque che, sostiene lui, raffigurano i momenti importanti della sua vita. Uno ha 34 anni e ha segnato 135 gol in serie A, l’altro di anni ne ha 23 e di gol in serie A ne ha realizzati appena 19. Uno ha già dimostrato tutto (e anche di più), l’altro deve dimostrare ancora molto (e anche di più). Definirla la “strana coppia” del calcio italiano mi pare eccessivo, sicuramente nella rosa della Fiorentina è la coppia più eterogenea, destinata, a prescindere dall’accaduto, comunque a far parlare di se.
La stranezza, oltre che nelle caratteristiche sopracitate, appare ancora più marcata se pensiamo che i due, allo stesso tempo, possono essere d’aiuto reciproco, come da un momento all’altro possono distruggersi vicendevolmente. Mi spiego: Vieri ha esperienza da vendere, sa meglio di chiunque altro, come buttare la palla dentro, vive ed ha vissuto di quella “cattiveria agonistica” indispensabile per diventare uno dei più forti attaccanti a livello mondiale. Pazzini, diciamolo onestamente, è carente in quasi tutti questi elementi. Esperienza relativa, gol ancora pochi, e cattiveria agonistica allo stato embrionale. Una manna, quindi, la vicinanza di Bobo per il “pazzo”. Allo stesso modo, Pazzini è il titolare designato da Prandelli e società, gode della fiducia di tutto l’ambiente, e permette quindi, con la sua presenza, un rientro graduale, senza il rischio di esporsi a brutte figure, all’ex – bomber di mille squadre e della Nazionale. Vieri ringrazia e accetta di buon grado questa condizione di “riserva di lusso”. Non sono tutte rose e fiori però, perché allo stesso tempo Vieri potrebbe tornare ai livelli di un tempo (o poco meno), e allora la musica cambierebbe poiché a parità di forma e condizione, ci scuserà il ragazzo di Pescia, ma noi prendiamo Christian. Rovesciamo il concetto: Pazzini ingrana, segna valanghe di gol, dimostra di meritare quell’incondizionata fiducia e di poter essere il degno erede di Luca Toni, e lascia a Bobone solo le briciole, viatico di un crepuscolo di carriera che sarebbe ammantata di tristezza.
Roba da perderci il sonno, lo capiamo, ed è difficile anche per il popolo viola capire da che parte stare. Io mi auguro una sola cosa: che il pubblico fiorentino per stavolta non si schieri, ma si riunisca sotto la bandiera viola. Equilibrio e grande saggezza, questo si chiede alla gente; nessun dualismo, nessuna critica preconcetta ma solo tifo compatto per il bene della Fiorentina. E se poi Prandelli trova il modo di far giocare insieme “la strana coppia” ancora meglio. Saranno contenti i due protagonisti, i tifosi che non dovranno dividersi, Mutu, libero di svariare senza compiti tattici; si divertiranno meno i centrocampisti viola che dovranno supportare le tre punte, e le difese avversarie che si troveranno di fronte un panzer della prima ora affamato di rivincite ed un giovane talento dal grande futuro. Mai come in quest’occasione si dovrà usare il famoso…”buon senso”, Prandelli docet.