OCCHI PUNTATI SU... "Uefa, ma quanto mi costi?"

10.03.2008 02:15 di  Stefano Borgi   vedi letture
Fonte: Stefano Borgi per FV

Mutuiamo la frase della pubblicità di una nota compagnia telefonica che risponde alla sdolcinata espressione…“Mi manchi, ma quanto mi manchi...ed io? Quanto ti manco?”. La risposta, pronunciata con un malcelato tono di rimprovero, recitava…”Mi costi…Ma quanto mi costi?”. Attingendo ad una lieve ironia, che usiamo per sdrammatizzare un momento di difficoltà della Fiorentina (ma è proprio un momento visto che appena tre giorni fa eravamo quà, a lanciare peana e panegirici sul rendimento della squadra viola), creiamo un parallelo tra l’incipit “Quanto mi manchi” che potrebbe avere come oggetto il palcoscenico europeo, una vittoria internazionale, il prestigio di alzare una coppa (e nulla più perché, come è ormai ben noto, la Coppa Uefa non produce proventi economici significativi), e la risposta “Ma quanto mi costi” che è evidentemente riferita al dazio che la Fiorentina ha pagato, sta pagando e (presumiamo) pagherà, nell’affrontare il doppio impegno Coppa – campionato.

 

Spesso in questa rubrica “diamo i numeri”, e per suffragare queste nostre considerazioni, anche stavolta non facciamo eccezione e siamo andati a vedere e a calcolare i risultati della squadra di Prandelli prima e dopo l’impegno europeo e, ve lo diciamo subito, ne vedremo delle belle. Con una premessa: la Fiorentina col derby malamente perduto col Siena ha raggiunto le 40 partite stagionali considerando le tre competizioni, Campionato, Coppa Uefa e Coppa Italia. Lo score totale è di 19 vittorie 13 pareggi e 8 sconfitte delle quali 6 in campionato e due in Coppa Italia. Se i viola dovessero arrivare fino alla finale Uefa il totale delle partite disputate, alla fine della stagione, salirebbe a 57 che è un numero enorme considerando la scarsa esperienza a gestire il doppio impegno della maggior parte dei giocatori, la rosa limitata nella quantità di uomini a disposizione, ed il rischio infortuni che pende come una spada di damocle sulla testa di Prandelli. Comprensibile, quindi, una certa stanchezza psico – fisica mostrata ieri a Siena (e ammessa dallo stesso mister viola), sopratutto nel secondo tempo (non a caso), e riflessione giocoforza proiettata sull’utilità di andare avanti in Uefa mettendo a repentaglio il vero obiettivo della stagione viola, ovvero il quarto posto che traduciamo nella qualificazione alla Champions League.

 

“Carta canta e villan dorme”, e siccome noi siamo dei cronisti (sta a voi definirci bravi o meno) e non dei villani ci siamo segnati tutti i risultati conseguiti dalla Fiorentina prima e dopo l’impegno europeo. Vi risparmiamo, ovviamente, il dettaglio delle partite per mancanza di spazio e, forse, d’interesse popolare, e andiamo subito ai consuntivi. I viola, prima di un match di coppa Uefa hanno disputato 9 partite, vincendone 5 (Livorno, Siena, Lazio Catania e Juve) e pareggiandone 4. 19 i punti fatti con 18 gol all’attivo e 9 al passivo. Dopo l’impegno europeo, invece, sono 8 partite le partite giocate, con 3 sole vittorie (Catania andata e ritorno, Cagliari), 2 pareggi e 3 sconfitte (Udinese e Inter in casa, Siena fuori). Totale: 11 punti fatti con 9 gol all’attivo (5 solo al Cagliari), e 7 al passivo. Cosa si evince da questa statistica? Che il saldo negativo è di 8 punti e che andando avanti il rischio di peggiorare la situazione è lì, dietro l’angolo, senza contare gli infortuni che dall'inizio della stagione stanno affollando l'infermeria viola.

 

Fiorentina quindi ad un punto di non ritorno. Proseguendo il giochino delle citazioni e frasi famose, ne abbiamo un’altra…“La domanda sorge spontanea”: Rimanere una splendida incompiuta, maramaldeggiando nei campetti periferici di Coppa Uefa oppure diventare una squadra che conquista traguardi importanti che le permetteranno, in futuro, di aumentare il fatturato e di conseguenza gli investimenti? E’ l’uovo di Colombo, e chiunque risponderebbe abbracciando tutte e due le opzioni, vittoria in Europa e 4° posto in campionato, ma non ci sembra una strada percorribile. Quindi viola attesi ad un’aut aut che solo loro sapranno come risolvere all’interno di loro stessi. L’importante è che, quando avrà deciso, qualcuno lo comunichi ai diretti interessati e soprattutto, aggiungiamo noi, si privilegi il futuro (la gallina domani, cioè maggiori proventi che accrescano il fatturato), al posto del presente (l’uovo, anche se siamo vicini a Pasqua) che significa alzare una coppa, rinunciando però all’auspicato salto di qualità. Voi, lettori di FV che dite? Noi, l’avrete capito, la nostra scelta l’abbiamo fatta da tempo.