OCCHI PUNTATI SU, Pazzini ed i suoi fratelli
Giampaolo Pazzini e Luca Toni: sono loro le punte di diamante delle due nazionali azzurre di calcio, l’under 21 e quella maggiore. E se per Toni c’erano pochi dubbi (anche mercoledì dovrebbe essere lui a guidare l’attacco azzurro contro la Scozia a Bari), per il “Pazzo” la concorrenza era più agguerrita e soprattutto più numerosa…almeno fino a ieri. Citiamo in ordine sparso: Giuseppe Rossi, Rolando Bianchi, Arturo Lupoli…e ancora Palladino, Pellè e ce ne scordiamo qualcuno. Dopo la splendida tripletta di Wembley però l’ipoteca messa da Giampaolo su una maglia da titolare è altissima; Casiraghi gioca infatti con un 4-3-3 mascherato dove il terzo attaccante è Rosina (trequartista che ama svariare), percui rimane una sola maglia da assegnare. Del resto la prova contro l’Inghilterra lascia spazio a pochi dubbi circa la crescita del centravanti viola apparso sicuro e determinato proprio nell’unico punto debole che gli riconoscevamo: la cattiveria sotto porta. Basta guardare come si avventa sul pallone del secondo gol, e capiamo che forse l’aver morso il freno per mesi nella Fiorentina ne ha forgiato il carattere e gli ha dato quella fame di gol propria dei grandi centravanti. Grandi come Luca Toni, che per una volta deve lasciare la copertina al fratello Giampaolo (definizione non casuale, visto l’amicizia fraterna che li lega), e chissà che anche la vicinanza e l’esempio del bomber mondiale non abbia giovato alla causa del talento di Pescia.
Pazzini ed i suoi fratelli abbiamo detto; se Toni è il fratello maggiore e Pasqual è il fratello di mezzo (le gerarchie vanno rispettate, Manuel è comunque nel giro della nazionale maggiore) sta proliferando una nidiata di fratellini viola che sgomitano per assicurarsi un posto al sole. Fra gli attaccanti, lo abbiamo già citato, Arturo Lupoli; con un pizzico di malizia potremmo ricondurre in parte la grande prova del “Pazzo” alla presenza in panchina del neo-viola (i due potrebbero infatti entrare in concorrenza nella Fiorentina la stagione prossima), ma non è questo il momento di seminare zizzania; anzi, Arturo, in quella mezz’ora disputata, ha dimostrato personalità (due conclusioni nello specchio per lui e diverse iniziative interessanti) e capacità d’inserimento, integrandosi velocemente con lo stesso Pazzini (il quarto gol è infatti arrivato con i due in campo e con Lupoli centrale e Giampaolo a destra). Potenza e Montolivo erano gli altri due alfieri viola presenti ieri sul sacro tappeto londinese; senza infamia e senza lode la prova del difensore comunque diligente e pulito nella sua azione, buona invece la prova di “Montolo” in una posizione spudoratamente alla…Liverani. Tanti palloni giocati (32, con 6 palle recuperate) e cucitura puntuale e precisa del gioco; duole dirlo (e lo stesso vale per Pazzini) ma con la maglia azzurra addosso sembra un altro giocatore, vuoi per la valenza senz’altro inferiore degli avversari, vuoi per una minore pressione e responsabilità.
Questa quindi la grande famiglia violazzurra cui vanno aggiunti i vari Brivio e Tagliani nell’under 19, il portiere Pazzagli, Di Carmine e Masi nelle altre selezioni nazionali. Molti accostano questa Fiorentina, per politica societaria e cura del settore giovanile, alla Sampdoria di Mantovani; noi preferiamo rispolverare l’esempio della Fiorentina ye – ye: in entrambi i casi dopo pochi anni di gestazione arrivò lo scudetto; la differenza è che alla seconda siamo un po’ più affezionati.