"OCCHI PUNTATI SU...", Il "brodino" di Genova

17.12.2007 02:39 di  Stefano Borgi   vedi letture
Fonte: Stefano Borgi per FV

Il pareggio che la Fiorentina ha strappato a Genova contro la Sampdoria in gergo si chiama “brodino”. Premesso che con queste basse temperature (in qualche zona d’Italia bassissime tanto che molte partite specie nei campionati minori sono state rinviate per neve) un brodino è benedetto, ieri a Marassi i viola hanno conquistato un punto che fa pochissima classifica e un po’ di morale. Del resto lo aveva detto anche Prandelli alla vigilia…”a Genova voglio un risultato, voglio i punti”, omettendo per la prima volta quest’anno ogni riferimento alla “prestazione”, vero e proprio dogma di ogni dichiarazione pre-partita del tecnico viola. Come dargli torto: un punto nelle ultime quattro partite nelle quali i gigliati hanno realizzato un solo gol subendone ben sei, una serie interminabile d’infortuni, il dramma personale che lo ha investito, ma allo stesso tempo ha investito la squadra tutta, ed un quarto posto (obiettivo stagionale) che si è pericolosamente allontanato. Un “brodino” dicevamo questo 2-2, prima perduto, poi ribaltato e alla fine accettato su un campo storicamente ostico (l'ultima vittoria al Luigi Ferraris risale, infatti, all’aprile 89’).

E adesso qualche numero per gradire e per capire meglio: come spesso accade il possesso palla finale è ad appannaggio dei viola (stavolta risicato) con il 52% contro il 48% doriano. Vantaggio gigliato anche nei cross (24 a 22) e nei passaggi complessivi (386 a 361). Lo svantaggio sopraggiunge al momento di concretizzare, e vediamo, infatti, come i tiri nello specchio della porta siano 7 a 3 a favore della Samp a fronte di quelli fuori dello specchio (5 a 1 per la Fiorentina), ed anche gli angoli vedano la supremazia doriana, netta, per 6 a 1. La maggior determinazione poi si evince dai contrasti vinti (27 a 20 per la Samp, anche se poi i falli fatti sono stati 27 a 20 per i viola ed anche le ammonizioni (2 a 1). Partita spettacolare è stato detto dalle cronache e con quattro gol sul piatto è difficile dar torto a chi sostiene questo; l’impressione però, almeno in casa Fiorentina, è di una squadra ancora convalescente sia per quanto riguarda l’infermeria che per la condizione generale di forma. In più aggiungiamo un bisogno crescente di staccare e ricaricare le pile, ma a questo provvederà prima qualche bicchiere di spumante e poi il terapeutico ritiro di Marbella.

Chiudiamo con due annotazioni tecniche ed una politica: 1) Finalmente abbiamo assistito ad un gol dei centrocampisti con Donadel che inaugura (speriamo) una serie che dovrà giocoforza continuare se si vuol raggiungere quella che oggi è una chimera, vale a dire la qualificazione alla Champions League. 2) Finalmente una punizione da fuori area calciata in modo efficace (non c’è stato il gol bensì il palo sul tiro di Mutu, ma almeno ci siamo andati vicino). Anche in questo caso ci auguriamo che sia la prima di una lunga serie perché, è quasi inutile ricordarlo, i gol su tiro da fermo sono manna imprescindibile in un calcio dove gli spazi sono sempre minori e l’incidenza del singolo episodio (la punizione appunto) sul risultato finale di una partita è sempre maggiore. 3) Finalmente gli arbitri sembrano avere un occhio di riguardo per i colori viola: se si eccettua la partita con la Juventus (gol irregolare di Iaquinta e rigore negato su Semioli), quest’anno ci è andata bene in diverse occasioni. Cito le ultime in ordine di tempo: il gol regolare annullato a Sosa in Fiorentina – Napoli, il clamoroso rigore provocato da Vanden Borre a Reggio Calabria, e quello, a nostro parere altrettanto clamoroso, di Jorgensen su Maggio appena ieri, a Genova. Prendiamo il tutto come buon auspicio per il proseguio del campionato. Giovedì c’è il Mlada Boleslav per l’ultima di Coppa Uefa e basta un pari per qualificarci (un altro brodino quindi…) e poi il derelitto Cagliari di Nedo Sonetti. Forza Fiorentina, stringi i denti, con la promessa che la sera del 23 li potrai aprire per addentare il meritato panettone.