"AMARCORD" Da Miccoli al carneade Reggi al "Granillo" per i viola è sempre dura
Scorrendo la gloriosa storia viola è assai raro trovare l'avvicendamento di tre allenatori in una sola stagione e quando è successo il risultato finale è stato a dir poco deleterio. Un esempio per tutti fu il campionato 92'-93' quando la Fiorentina del buffonesco presidente Vittorio Cecchi Gori cominciò la stagione con Gigi Radice al timone della squadra, per poi passare alla sciagurata gestione di Aldo Agroppi, dimostratosi, ahimè, lontano parente dell'allenatore rampante che era stato nella sua prima esperienza fiorentina nel 1986. Altro esonero, altra corsa ed al capezzale viola arriva il duo delle vecchie glorie Chiarugi - Antognoni che non seppe evitare il dramma sportivo della retrocessione in serie B. Un finale simile lo ebbe la stagione 2004-2005 nella quale la Fiorentina si salvò all'ultimo respiro, dopo che all'8° giornata Buso era subentrato ad Emiliano Mondonico, a sua volta sostituito alla 21° dal mister dei cattivi pensieri, Dino Zoff. Sergio Buso esordì proprio a Reggio Calabria e quel giorno si materializzò l'unica vittoria dell'ottuagenaria storia viola al "Granillo" di Reggio Calabria e fu un 2-1 conseguito in quella che noi abbiamo chiamato "Zona-Fiorentina". Dopo il vantaggio granata di Paredes, i gigliati pareggiano con Maresca per poi andare a vincere, al minuto 88, con un gran gol di Miccoli. Qualche anno prima c'era stato il pareggio per 2-2, stavolta subito, per la legge del contrappasso, all'86' con un gol del carneade argentino Gustavo Reggi, che sfruttò un macroscopico errore in uscita di Francescone Toldo. L'ultimo confronto con i calabresi è dello scorso anno, e fu una 0-0 permeato di tristezza e di malinconia, senza Cesare Prandelli in panchina, a poche ore dalla scomparsa della signora Manuela.
Corsi e ricorsi storici, e anche questo non è certo un bel momento per il tecnico di Orzinuovi, complici le errate sostituzioni di Amsterdam che lo hanno gettato nell'occhio del ciclone. Noi ci opponiamo fermamente a certe sentenze che giudichiamo ottuse e preconcette e chiudiamo augurando a Cesare Prandelli una lunga vita sulla panchina viola.