PASQUALIN A FV, Vi spiego la storia di Montella e della clausola
Ha creato molto stupore la frase di Vincenzo Montella a proposito della non esistenza della clausola rescissoria posta sul contratto del tecnico viola un anno e mezzo fa. Nonostante infatti la Fiorentina abbia a suo tempo blindato il suo allenatore fino al 2017 con una clausola di cinque milioni di euro, resta il dubbio circa la validità della stessa, anche sotto il profilo giuridico. Per avere le idee più chiare, Firenzeviola.it ha contattato il noto procuratore e massimo esperto in diritto sportivo Claudio Pasqualin, che si è così espresso: "La premessa doverosa è che il concetto di "clausola rescissoria" nel nostro calcio non è una formula particolarmente apprezzata ma rappresenta per lo più un accordo civilistico e tra gentiluomini all'interno di una società. Spesso però alcune clausole sono "non scritte" e non sono ratificate presso la Federazione e proprio in casi come questi spesso è possibile aggirare questo ostacolo con un accordo verbale di altro tipo".
Se però, nel contratto di Montella, la clasuola è prevista e ratificata, questa ha in ogni caso valore...
"Assolutamente sì e va rispettata. E' un accordo sottoscritto dalle parti e prevede un impegno a rispettarla. Se il tecnico, per esempio, volesse scavalcarla senza un altro tipo di accordo, la società potrebbe impugnare il contratto e rivolgersi ad un qualsiasi tribunale ordinario ed esigere un risarcimento del danno. Ovviamente parliamo di casi estremi. Se c'è vale, punto e basta".
Se la clausola fosse scritta e le due parti decidessero di comune accordo di scavalcarla, però, tutto sarebbe possibile...
"Certo, con un accordo tra tecnico e club ogni precedente sottoscrizione viene annullata perché la volontà delle parti è sovrana. Fino ad allora però, vale il principio dei "pacta sunt servanda": ciò che è scritto e firmato, deve essere rispettato. In caso contrario, senza accordo e con uno scontro tra le parti, il club o il tecnico possono decidere di tenere la linea dura".