PASQUALIN A FV, MERCATO SARÀ DEPRESSO. CONTRATTI? È UN BEL PASTICCIO

18.03.2020 16:30 di  Luciana Magistrato   vedi letture
PASQUALIN A FV, MERCATO SARÀ DEPRESSO. CONTRATTI? È UN BEL PASTICCIO
FirenzeViola.it
© foto di Chiara Biondini

Europei rinviati, campionati fermi e che slittano, contratti da prolungare e mercato: tutti temi attuali, che il calcio si trova ad affrontare a causa del Coronavirus, dei quali FirenzeViola.it ha parlato con Claudio Pasqualin, avvocato e procuratore esperto di diritto sportivo: "Innanzitutto è stato giusto rinviare gli Europei perché la priorità è terminare i campionati nazionali e speriamo di ripartire almeno agli inizi di maggio perché credo che il 3 aprile sia impossibile".

Questo porterà ad alcune problematiche soprattutto se si dovesse sforare oltre il 30 giugno: "Vero, ci sono le scadenze dei contratti che si potrebbero ovviare con una proroga ma speriamo che non si debba arrivare a questo perché allungarli ad esempio un mese lascerebbe tante perplessità dal punto di vista calcistico soprattutto qualora i giocatori incontrassero squadre con le quali si sono già accordate ufficialmente (vedi Amrabat, ndr) o meno".

Come cambierà il mercato? "Ci sarà un mercato? Speriamo. Tutto è in discussione per ora ma le date non saranno un problema visto che a detta di tutti il mercato adesso è troppo lungo. Però sarà un mercato depresso da quello che accade intorno e ne risentiranno i prezzi, destinati a crollare ma c'è un'altro problema da affrontare prima"

Qual è il tema prioritario ora? "Come gestire i contratti dei giocatori con i campionati fermi. Ne sta nascendo una polemica perché il contratto sportivo prevede che il giocatore venga pagato in caso di prestazione. Se questa non c'è cosa succede? Alcuni invocano la cassa integrazione - come mi sembra abbia fatto Ghirelli per la C - altri le ferie anticipate. Vedremo se ci sarà una soluzione istituzionale perché c'è un bel pasticcio. Basti pensare allo sciopero proclamato poi subito smentito da Aic perché in quel caso i giocatori avrebbero rinunciato allo stipendio".

Sono ipotesi sostenibili? "La cassa integrazione non mi sembra applicabile ai contratti sportivi, chi deve pagarla? Ci vuole anche coraggio a chiedere allo stato di intervenire in questo momento perché si parla di cifre troppo alte. E qui torniamo anche sul professionismo eccessivo che c'è in Italia, a differenza di altre realtà. Si parla da anni di ridurre le squadre professionistiche e cambiare i format ma poi non si fa mai. È più applicabile l'ipotesi delle ferie perché le quattro settimane vanno date in base alle attività sportive dei club. Serve comunque la volontà di tutti, in particolare dell'Aic. Ho sentito e apprezzato l'idea lanciata da Tardelli per il quale le riduzioni contrattuali dovrebbero essere volontarie, per così dire. Cioè ogni giocatore rinuncia ad una percentuale, ad esempio al 10%, per venire incontro ai club".

È importante un contributo economico a favore degli ospedali da parte dei giocatori in questo momento? "Quando ci fu il terremoto in Friuli nel 76 ed io ero segretario dell'Aic si stabilì una sottoscrizione a favore della popolazione e si organizzò un'amichevole Tra Roma e Udinese. Portai io stesso i proventi al sindaco di Gemona, il Comune più colpito. Credo che soprattutto i top player comunque lo facciano, magari in privato".

Alcuni club vorrebbero tornare ad allenarsi, lei come la pensa? "Non sono d'accordo nel modo più assoluto, non c'è neanche da discuterne al riguardo"

Come va a Vicenza, dove vive, con il Coronavirus? "Rispetto al resto del Veneto un po' meglio ma vedo che nella mia regione si sta affrontando con il piglio giusto, per quanto possibile. Speriamo di superare tutto presto".