VIOLA RIMANDATA, CERCASI BOMBER...
Una sconfitta che dopo Napoli ha un retrogusto ancora più amaro. La Fiorentina non è riuscita ad allungare, bruciando una splendida occasione. L’esame definitivo non è superato. Il sospetto di trovarsi di fronte all’ennesima Fiorentina testimonial della discontinuità è forte, ma è stata anche una partita in cui le occasioni sono piovute da una parte e dell’altra: i viola l’hanno persa, avrebbero potuto anche vincerla. Certo, non è confortante registrare la prima caduta a Firenze dopo appena tre gare disputate a Campo di Marte, al primo test difficile (la Lazio ha una cifra tecnica superiore a Bologna e Parma). Tra i buoni propositi estivi c’era pure quello di restituire al Franchi la dimensione di fortino.
Vale la pena ragionare su come la Fiorentina possa ripartire dopo la sosta, con l’impegno di Cesena. Perché ci sono alcuni punti critici: i principali ci sembrano la mancanza di un centravanti e un gioco ancora da registrare.
Gilardino è il vero bomber, ma starà fuori ancora per settimane. Santiago Silva è il suo vice, però essendo arrivato da poco in Italia è ben lungi dall’essere inserito in un contesto nuovo e così difficile. E’ generoso, ma spesso viene anticipato: questo è l’indicatore di come ancora non abbia preso i tempi della giocata. Bisogna solo aspettarlo, servirà pazienza. Jovetic non è un numero nove, probabilmente un giorno lo sarà, ora è solo un adattato. In trasferta, come a Napoli, può essere una soluzione, ma non una certezza su cui puntare con insistenza. Con la Lazio quando è entrato Silva, il montenegrino è andato meglio, ma il problema reale è che non è ancora al massimo. E’ la triste dote di un anno di inattività. Jovetic, pur di dimostrare tutto e subito, tende a strafare e ricorre con troppa frequenza al tiro, quando invece potrebbe servire un compagno in posizione favorevole. Tra l’altro Stevan non conclude bene dalla distanza. Le sue conclusioni non hanno la palla piena, pesante, spesso il suo destro è strozzato. JoJo dovrà curare molto questo gesto durante gli allenamenti. L’ultimo centravanti disponibile è Babacar, ormai ai margini della prima squadra, pronto a gennaio a fare le valigie dopo aver rifiutato in estate molte squadre di serie B. Morale: Mihajlovic adesso non ha un bomber su cui puntare. Non è un dettaglio secondario.
Seconda considerazione: Vargas è in ritardo di condizione. Senza la spinta del peruviano la Fiorentina è come un aereo con un motore in avaria. E’ squilibrata. Vargas va recuperato in fretta perché insieme a Gilardino, Jovetic e Montolivo forma l’asse portante dei viola: uno di quei giocatori capaci di fare la differenza.
Capitolo gioco: a Napoli la Fiorentina ha inviato segnali positivi, ma evidentemente c’è ancora da lavorare. Un conto è giocare in casa di una formazione forte e organizzata come quella di Mazzarri, un altro è muoversi al Franchi. Un conto è giocare addosso all’avversario, disinnescando le sue armi e ripartire – al San Paolo i viola hanno fatto così -, un altro è proporre la propria idea, svilupparla sul campo amico, aggirare l’ostacolo che si ha davanti agli occhi. La sensazione è che su quest’ultimo terreno Sinisa debba e possa fare di più. Rispetto alla stagione scorsa si sono visti progressi, ma non bastano. La Fiorentina non ha ancora un proprio timbro di riconoscibilità. Il centrocampo ha interpreti di qualità e quantità: Behrami è un bel pilone davanti alla difesa, Montolivo amministra la manovra con classe agonistica, Lazzari ha un dinamismo tecnico, però alla fine tutto o quasi è delegato al talento di Cerci. L’esterno con la Lazio ha regalato frangenti di calcio di grande e rara bellezza. Ha segnato, ha tentato di spedire in gol Silva, e poi si è mangiato un gol clamoroso. Cerci a un quarto d’ora dal termine aveva dato tutto. Dopo una partita così c’era da aspettarselo. Forse Mihajlovic avrebbe potuto sostituirlo con Romulo. Magari Sinisa non l’ha fatto perché ha pensato che uno come Cerci può trovare il guizzo giusto anche nel recupero. Resta il fatto che se si spegne Cerci, in attesa del miglior Jovetic, si spegne la Fiorentina. Ecco perché Mihajlovic deve trovare alternative tattiche al proprio canovaccio.
Mario Tenerani
giornalista de Il Giornale della Toscana