UNA SERATA DA FAVOLA, LA MENTALITÀ DEL TECNICO DÀ I SUOI FRUTTI. A MARZO VLAHOVIC AL FRANCHI, UNA GRANDE OCCASIONE PER LA FIORENTINA

11.02.2022 12:25 di  Tommaso Loreto  Twitter:    vedi letture
UNA SERATA DA FAVOLA, LA MENTALITÀ DEL TECNICO DÀ I SUOI FRUTTI. A MARZO VLAHOVIC AL FRANCHI, UNA GRANDE OCCASIONE PER LA FIORENTINA
FirenzeViola.it

Bestia nera della squadra più inglese, più spettacolare e quindi forse pure più divertente della serie A. Mica male. Se il match con la Lazio aveva confermato, oltre qualche pecca, una pessima tradizione con i biancocelesti la palpitante gara di Bergamo ribadisce la cattiveria viola ogni volta che vede la Dea. Serata da incorniciare, quella che spinge la Fiorentina in semifinale di coppa Italia tre anni dopo l’ultima volta. Guarda caso anche in quella circostanza, sul finire dell’ultima stagione dei Della Valle e quindi in tutt’altre condizioni, la Fiorentina si ritrovò di fronte i nerazzurri e forse a distanza di anni resta una delle poche sconfitte brucianti rimediate. Perchè d’altronde ultimamente incrociare la squadra di Gasperini pare esaltare gli uomini in maglia viola, che già nel girone d’andata si erano tolti lo sfizio di portare a casa tre punti con una doppietta su rigore del proprio centravanti (dato da segnare per i più scaramantici).

Chiaro che stavolta il successo sia ancora più pesante, e non solo per l’opportunità di continuare a sognare qualcosa di importante. Impossibile far finta di niente di fronte all’avversaria che arriverà a Firenze per la gara d’andata, altrettanto pregustare l’accoglienza che il Franchi (probabilmente il prossimo 2 marzo aperto al 75% della capienza, almeno secondo le ultime direttive) riserverà all’ultimo calciatore partito alla volta di Torino. Ancora presto per immaginare che serata sarà per i viola e la propria gente, molto meglio godersi una vittoria figlia dello spirito e dell’atteggiamento verso il quale Italiano non ha mai abdicato. Se l’eccessiva aggressività di una squadra molto alta, e la conseguente fragilità difensiva, aveva soffiato qualche (prima) critica sulla panchina del tecnico l’altra faccia della medaglia, quella più brillante, si è mostrata nel modo in cui la Fiorentina si è presa la vittoria e la semifinale.

E’ vero che a tratti la Fiorentina è finita all’angolo, che l’Atalanta può recriminare per la traversa di Zappacosta o il colpo di testa di Djimsiti nel finale, ma capitalizzare gli episodi non era scontato. E certamente non in inferiorità numerica. Il rosso a Quarta, seppure severo, conferma che più di un dettaglio è ancora da limare in una difesa che di nuovo ha palesato troppe pecche. Qualche nervosismo di troppo, non tanto al momento della decisione sul rigorista quanto semmai sui cambi, conferma una certa elettricità mentre a centrocampo qualche singolo è ancora in deficit, ma il fatto che il gol vittoria porti la firma di un difensore centrale è la testimonianza di quanto la Fiorentina volesse un passaggio del turno che alla fine si è presa.

E’ in questo cambio di mentalità che risiedono i meriti indiscutibili dell’allenatore, anche se per qualche nuovo l’inserimento si fa più complesso (leggi alla voce Ikonè) e anche se là dietro si continua a ballare come sullo slalom troppo semplice concesso a Boga. Nella serata di coppa Italiano ritrova anche la freddezza dal dischetto di Piatek, uno del quale si è parlato sempre meno dal suo arrivo tra l’addio a Vlahovic e la curiosità intorno a Cabral. I messaggi al brasiliano sono già lanciati con tre gol in due gare di coppa, la concorrenza sarà serrata ed è un bene per tutti. Al ritorno da Bergamo la Fiorentina ha trovato anche i suoi tifosi a Peretola, un bel segnale, un bell’invito alla compattezza dopo tante divisioni.

Di certo il ritorno al Franchi di Vlahovic è il primo spunto per ritrovare nuova identità dopo le inevitabili tensioni per la sua partenza, ma non solo per tifoseria o ambiente in generale che già stanotte all'aeroporto ha mostrato di aver voltato pagina. Nel dopo gara il ds Pradè ha giustamente celebrato la vittoria identificandola con la forza di un gruppo allargato, che va dalla dirigenza alla squadra fino a tutte le altre figure che ruotano intorno alla Fiorentina. Dichiarazioni inclusive, in una serata dal sapore di svolta che può realmente dare un nuovo senso alla stagione messa a rischio da tante, troppe, polemiche.

Discussioni sulle quali ha soffiato, a dir la verità, anche la stessa proprietà ben poco disposta ad accettare determinate recriminazioni - quelle civili, si capisce - legate a scelte magari non condivise. Che si tratti di mercato, o altro, come sempre è stato nella dialettica sportiva. Attendere la Juventus e Vlahovic, tornare a sognare un percorso importante in coppa come quello che può fare la Fiorentina (e che ha già fatto superando Napoli e Atalanta) può diventare una grandissima occasione per ritrovare unità, fare quadrato in attesa di una serata che nessuno vorrà perdersi. Per superare davvero un momento delicato e infilare finalmente la strada della ripartenza. Provare a cogliere quella occasione, al di là dei risultati che arriveranno da qui al 2 marzo e delle conseguenti discussioni che fanno parte del gioco, è una sorta di esame di maturità anche per il club.