UN MESE DI STAGIONE TRA OMBRE E QUALCHE LUCE. ORA SERVONO DUE VITTORIE IN QUATTRO GIORNI. E ANCHE UNA SQUADRA TIPO. IL GIOCO E’ SVANITO TROPPO PRESTO

20.09.2015 00:00 di  Lorenzo Marucci  Twitter:    vedi letture
UN MESE DI STAGIONE TRA OMBRE E QUALCHE LUCE. ORA SERVONO DUE VITTORIE IN QUATTRO GIORNI. E ANCHE UNA SQUADRA TIPO. IL GIOCO E’ SVANITO TROPPO PRESTO

E’ passato quasi un mese dall’inizio della stagione ufficiale. Da oggi vorremmo iniziare a vedere nuove certezze, solide garanzie per l’immediato futuro. In quattro gare tra campionato ed Europa League il bilancio è: due vittorie e due sconfitte. Non può ovviamente essere la vera Fiorentina quella vista giovedì sera contro il Basilea. Troppo brutta, troppo fragile, troppo confusa. E francamente ci sembra difficile che possa aver smarrito in così poco tempo tutto ciò che l’aveva contraddistinta nel recente passato. Se è vero che la filosofia di gioco di Paulo Sousa è completamente diversa da quella di Montella, emerge comunque in modo chiaro come sia stato perso (o sia ancora alla ricerca) il filo del gioco, che può passare anche da una rapida riproposizione della manovra e non dal possesso palla. Aspettare i progressi con pazienza è doveroso perché come ha sottolineato Paulo Sousa la squadra – tra tournèe e amichevoli –  non ha potuto lavorare in modo approfondito sul campo. Viene subito da dire a questo proposito che una volta di più il calcio d'agosto si rivela ingannevole, con i suoi lampi che spesso restano circoscritti ad un'unica notte speciale. 

   L’impressione è che il tecnico portoghese non abbia ancora completato la sua valutazione sui giocatori: ad inizio stagione il turn-over è già normalità ma i suoi continui cambi di formazione fanno pensare che ancora voglia capire su chi poter puntare con decisione.  L’altra sensazione però è che da adesso serva un nucleo di titolari quasi fissi. Insistere su di loro e fare in modo che l’intesa tra i vari giocatori cresca. E poi va risolto l’equivoco a centrocampo: che succede a Suarez? Perché un giocatore dal peso internazionale dello spagnolo ha trovato così poco spazio finora?

   Paulo Sousa ha sottolineato che il risultato conta in questo momento per trovare anche la fiducia e continuare a lavorare con tranquillità: tutto vero senza dimenticare il gran gusto per l’estetica da parte di Firenze. L’eloquio ricercato e a tratti forbito, quasi da filosofo, del tecnico lusitano, ancora non fa rima con una Fiorentina chic e elegante.  Il tempo potrà probabilmente far arrivare la Fiorentina a coniugare il cinismo con un gioco che possa anche trascinare la gente. In campionato comunque la squadra viola è già al primo bivio, nel senso che le si presentano di fronte due partite abbordabili ma al tempo stesso insidiose. Il Carpi e il Bologna sono due avversarie contro cui – esclusivamente sulla carta – occorre cogliere sei punti per poi presentarsi a giocare domenica prossima a San Siro con l’Inter con un nuovo spirito. Uno scenario in questo momento non così impossibile. Per ora occorre aggrapparsi alle speranze dei risultati. 

Lorenzo Marucci