SOLDATINI IN CAMPO: CHI VINCE?
Credo che la Fiorentina e dunque i suoi appassionati e dunque Firenze abbiano bisogno a questo punto di una salutare e onesta sincerità. Dopo gli psicodrammi le false liti i permali, le ingiustificate esasperazioni, i rinvii, bisogna sedersi, guardarsi negli occhi o nella maglia e dire l’essenziale.
La Fiorentina è una squadra medio-grande, con alterne vicende annuali, a suo tempo ‘salvata’ da due generosi imprenditori, sempre accompagnata da un tifo tutto fiorentino di problematico autocontrollo, la quale diciamo da un anno e mezzo ha imboccato purtroppo una strada in discesa. Non tutto forse era frutto delle decisioni del campo, il cambio di guida (problematico e discusso), l’indole della nuova guida (non perfettamente consonante con la città), la non eccessiva presenza – che di per sé è sempre motivo di conforto – dei più alti vertici, e infine la mano della fortuna che nel gioco del calcio è particolarmente importante hanno reso ad oggi l’orizzonte incerto oltreché, purtroppo eccessivamente rissoso.
Seduti allora al grande tavolo (che non importa sia verde) prendiamo una serie di soldatini di piombo e su ognuno attacchiamo il nome dei ventidue campioni (o forse è meglio dire giocatori) che costituivano un anno fa l’armata viola. Mettiamoli sul campo con i loro nomi e le loro posizioni. L’osservatore esperto nota un po’ di zavorra ma anche molta qualità e numerosi fuoriclasse.
Poi di fronte a questi ventidue schierati, schieriamo altri ventidue soldatini (alcuni con il nome, altri purtroppo ancora senza) che sarebbero la forza viola che fra 15 giorni aprirà il campionato.
Nessuno credo può negare quale dei due schieramenti ha più qualità. Forse il problema è tutto qui. Se non lo si risolve il futuro è carico di radicali mutamenti. Traumatici. Spesso già allusi ma non dichiarati. E la classifica del lunedì parlerà così chiaro da oscurare tutte le chiacchiere di questi giorni.