SETTE AL MERCATO VIOLA. CABRAL E IKONÉ, GOL E QUALITÀ. RESTANO 70 MILIONI PER L’ESTATE. PORTIERE, CENTRALE E CENTROCAMPISTA IN ARRIVO. NO PER ALVAREZ, IL CASO PULGAR. TIFOSI: BASTA VLAHOVIC, SPINGETE ITALIANO E LA SQUADRA VERSO L’EUROPA

01.02.2022 11:05 di  Enzo Bucchioni  Twitter:    vedi letture
SETTE AL MERCATO VIOLA. CABRAL E IKONÉ, GOL E QUALITÀ. RESTANO 70 MILIONI PER L’ESTATE. PORTIERE, CENTRALE E CENTROCAMPISTA IN ARRIVO. NO PER ALVAREZ, IL CASO PULGAR. TIFOSI: BASTA VLAHOVIC, SPINGETE ITALIANO E LA SQUADRA VERSO L’EUROPA

Sette. Un bel sette pieno. Il voto alla fine del mercato della Fiorentina è un rito, come tutti i riti va rispettato, e come sempre non mi sottraggo.

Sette dunque, ma è tanto, è poco o va bene così?

Scatenate la discussione, di calcio ci piace parlare e confrontarci liberamente. Dimenticavo educatamente, ma qui funziona così.

E proprio per questo, so benissimo che ciascuno di voi due-tre affezionati lettori (in realtà siamo tanti, più di trentasettemila anche l’ultima volta e vi ringrazio) avrà la sua personalissima valutazione di quello che è successo nell’ultima eccitante settimana viola.

Il mio sette, ovvio, va motivato e potrei sintetizzare così: per avere venduto a una cifra altissima (80 milioni) un giocatore in scadenza fra un anno, sostituendolo con altri due attaccanti (Cabral e Ikonè) di grande affidabilità.

Capisco chi è ancora legato al calcio della passione, dei sentimenti, delle bandiere e delle curve, a certi valori che sono la storia e l’essenza di questo sport, le nostre radici, ma il calcio è cambiato e non si può non riconoscere che vendere Vlahovic a ottanta milioni, per come s’era messa la storia, a un anno dalla fine del mercato, è un grande colpo. L’ho già detto e lo ripeto: il calcio oggi si fa così. Niente e nessuno avrebbe potuto trattenere Vlahovic a Firenze, neanche offrendogli dieci milioni. Anzi, ho temuto fortemente che come Mbappè, Insigne, Donnarumma, Belotti, Kessie e tanti altri, anche il procuratore di Dusan avesse in testa di andare via a zero per prendersi una rivincita dai forti attacchi (giusti) della dirigenza viola.

Cosa avremmo detto se fosse andata così? Che sono dei bischeri. Ma siccome, anche con un pizzico di fortuna (l’infortunio a Chiesa) le cose sono andate diversamente e la Juve era con l’acqua alla gola, alla fine dobbiamo riconoscere che trattasi di affare. Doloroso? Certo. Ma comunque affare.

Ma non avrei dato sette se i dirigenti della Fiorentina si fossero limitati a incassare e non avessero dimostrato (in passato è successo) di avere le idee chiare su cosa fare tecnicamente e su come investire i soldi. Il mio voto va non solo alla cessione di Vlahovic, ma al complesso dell’operazione dietro la quale vedo programmazione, voglia di investire e l’obiettivo finale di fare una Fiorentina ancora più forte. Anche senza Vlahovic.

E’ questo, in fondo, quello che dovrebbe interessare a tutti i tifosi della viola.

Certo, oggi non vi posso dire che con Cabral e Ikonè e senza Vlahovic, la Fiorentina è più forte. Sarei un pazzo, da ricovero. Potrà diventare più forte e le basi ci sono.

E’ proprio grazie ai soldi dell’operazione Vlahovic, ottanta milioni, 70+10, come confermato dal comunicato ufficiale, che la Fiorentina potrà andare sul mercato con una grande liquidità che non sarebbe stata possibile con un magro fatturato di 75 milioni di euro.

Qualcuno ha criticato anche l’operazione Chiesa, ma alla fine queste due cessioni hanno fruttato quasi 140 milioni di euro. E chissenefrega se li ha pagati la Juventus. Anzi, ci potrebbe essere un pizzico di sadismo nel farli pagare profumatamente proprio alla Signora. Perché, diciamolo ancora, se non li avesse presi la Juve, questi due giocatori sarebbero comunque andati via. Magari a prezzo inferiore. O a zero, appunto.

E’ brutto parlare di soldi, ma se non si ragiona così nel calcio di oggi si fa la fine di quelli che pensano di capire qualcosa e fino a una settimana fa raccontavano con enfasi che Vlahovic non sarebbe mai andato via da qui per amore della Fiorentina. Balle. Magliari. Millantatori. Falsi visionari per acchiappare un clic.

Ora basta parlare di Vlahovic.

Chi ha a cuore il futuro della Fiorentina deve solo pensare a sostenere la propria squadra, a spingerla ancora di più con passione. A sostenere un bravissimo allenatore come Italiano che la può far crescere ancora, a come saranno investiti i soldi incassati, quale Fiorentina ha in testa Rocco Commisso.

E le basi sono solide, ho già detto e la classifica lo dimostra.

Gli ottanta milioni in parte sono stati spesi per Cabral e Ikonè, una trentina in tutto. Ma in estate arriverà anche la trance da 40 milioni per Chiesa e quindi facendo i conti della serva, rimarranno a disposizione (stiamo bassi) una settantina di milioni per il mercato estivo. Tanta roba. E’ vero che c’è da riscattare Torreira (quindici milioni), ma partire da una base come questa con la crisi che c’è nel calcio, è tanta roba. Aggiungendo che la Fiorentina ha i conti in regola.

Ecco che con una base solida e una programmazione che sembra cresciuta con l’arrivo di Burdisso e l’innesto di un capo scouting come Tramontano (il nuovo Macia?), la Fiorentina potrà crescere ancora.

Un calcio come quello di Italiano migliora con l’innesto di giocatori più tecnici e più rapidi in ogni reparto. Li stanno cercando. Per il futuro l’obiettivo si concentrerà su un portiere, un centrale difensivo dai piedi buoni, un centrocampista di tecnica e gamba. Quest’ultimo è già stato individuato in Nicolas Dominguez, argentino del Bologna, 24 anni a giugno, da alcune stagioni in A, che per quel che conto io, mi piace molto. Non è detto che arriverà, ma ci stanno lavorando. Su questo come su altri profili, e se ci sono occasioni saranno colte al volo, la musica è cambiata.

A proposito, ieri s’è purtroppo raffreddata la pista che porta all’uruguagio Agustin Alvarez, attaccante d’area classe 2001. L’accordo con il giocatore c’è, ma il Penarol oltre a sedici milioni pretendeva il trenta per cento sulla futura rivendita. Si discuterà ancora, l’operazione sarebbe stata comunque per giugno.

In sostanza, nell’ultimo giorno di mercato non ci sono state altre emozioni. Resta in ballo un’uscita.

Italiano ha tre centrali in mezzo al campo che fatica ad allenare (ne bastano due) e aveva chiesto alla società di vendere Amrabat che vuole giocare di più. Le difficoltà con il Tottenham hanno dirottato l’idea-uscita su Pulgar, ma ieri sera la discussione era ancora aperta.

Il cileno potrebbe andare in Turchia dove il mercato è ancora aperto per una settimana, ma Italiano sarebbe felice di tenere Pulgar, più adatto al ruolo di Amrabat. Si sta ora valutando se proporre a quest’ultimo la cessione o il prestito in Turchia. Problema da risolvere.

Come quello di Kokorin che se non accetta la Russia (mercato aperto) o la rescissione, rischia di non vedere più neppure la panchina con tutti gli attaccanti in rosa.

A proposito, ha destato subito grande interesse l’arrivo di Cabral e la cosa non meraviglia chi lo conosce tanto o un po’ come noi. È una belva d’aria di rigore e tanti operatori concordano che trattasi di un grosso colpo. È chiaro che avrà bisogno di tempo, lui come Ikonè. Non sarà automatico l’inserimento, ma quando una squadra ha un gioco come la Fiorentina, è più facile. Italiano ha già cominciato la “rieducazione” tattica. Guarda caso a criticare certe operazioni, anche Vlahovic, sono sempre i vecchi arnesi del calcio, amici di ex viola. Questo è il circo del pallone.

E siccome sapete che non ho problemi di ruffianeria e non ho bisogno di ingraziarmi nessuno, dopo aver letto la Fiesole, pure a me Joe Barone non sembra un fenomeno di dirigente anche se si sta ambientando. Vorrei però dire che in quarant’anni di calcio non ho ancora conosciuto un dirigente che fa cose senza avere il via libera del suo presidente. Alcuni non possono comprare neppure la carta igienica. E scusate la volgarità.

Rocco era d’accordo sul vendere Vlahovic e ha fatto bene. È imprenditorialità. I meriti (per me) ed eventuali critiche (per altri) del caso, sono suoi.