RIMETTERE LA BARRA AL CENTRO E RIPARTIRE. CON PIU' CONCRETEZZA. I COMPLIMENTI DI SACCHI
La sconfitta con l'Inter, certamente amara e, per come si era messa la partita nella ripresa, inaspettata, ha dato il via ad una serie di critiche, alcune fondate, altre meno. Naturalmente c'è anche chi come Arrigo Sacchi ha sottolineato i pregi della Fiorentina. "La squadra gioca come un piccolo Barcellona", ha scritto senza indugi ieri l'ex ct sulle colonne della Gazzetta dello Sport, non senza sottolineare poi come ancora i viola debbano progredire nel completo sviluppo della manovra e nella ricerca del pressing. Un bel complimento da parte di un osservatore spesso critico con chi non riesce a rendere la squadra una vera e propria orchestra.
La delusione per il ko però ha in alcuni casi reso più duri e severi certi giudizi. Resta però una certezza: tutti possono guardare con assoluta fiducia alla Fiorentina, per una stagione che potrà regalare nuove soddisfazioni. Fermo restando comunque che la squadra dovrà superarsi per fare meglio dell'anno passato, anche in considerazione del maggior numero di impegni.
Il cambio di passo che la Fiorentina dovrà operare è sul piano della concretezza. Nella gestione della partita ad esempio, pur senza snaturare le sue qualità e la sua raffinata tecnica, la squadra dovrà provare ad essere più 'cattiva' e e pratica.
Sembra proprio questo l'ultimo gradino da salire. Senza dover per forza cacciare il pallone in tribuna, l'impressione è che in certi momenti della partita (vedi il periodo di vantaggio nella ripresa con l'Inter) debba essere ridotta un po' quella ricerca per il gusto estetico che spesso caratterizza la Fiorentina.
Il rendimento della difesa naturalmente dovrà crescere. Senza tornare su Neto, sei gol in cinque gare di campionato sono un po' troppi per una squadra che vuol puntare in alto e che finora ha chiuso la sua porta solo con Atalanta e, includendo l'Europa League, i modesti portoghesi del Pacos. La sensazione è che a gennaio il primo rinforzo vada cercato proprio nel reparto arretrato, andando a caccia magari di un centrale che sappia all'occorrenza giocare anche da laterale destro in una difesa a quattro.
La certezza in avanti continua ad essere Pepito Rossi, che in molti con l'Inter avrebbero voluto vedere in campo fino al novantesimo. Gli psicologi sostengono che chi segna il gol dell'uno a zero, o del due a uno, o del tre a due, debbano essere sempre lasciati in campo perchè faranno di tutto pur di aiutare la squadra a vincere e a portare in fondo il risultato. In questo caso però il discorso è diverso poichè Rossi merita un trattamento speciale: l'ex parmense è stato già abbastanza spremuto e la sostituzione era una soluzione da prendere in seria considerazione. Ora comunque Rossi riparte dal Parma, la squadra che lo ha lanciato nel grande calcio. Un altro motivo per non fermarsi e per continuare ad essere in testa alla classifica cannonieri.
Lorenzo Marucci