PROVACI FIORENTINA, COL NAPOLI NO AL TURN OVER. KALINIC: ECCO TUTTI I RETROSCENA CHE HANNO PORTATO A RIFIUTARE LA CINA. DIEGO DECISIVO. PRESI CASTROVILLI E SCALERA: MA I GIOVANI NON BASTANO. GONZALO KO E ADDIO
Ha ragione Sousa quando dice che la Fiorentina questa sera dovrà provare a battere il Napoli. Voglio andare oltre: ora o mai più. E’ vero che la squadra di Sarri sulla carta è più forte, ma i viola sono gli unici che nelle ultime tre partite di campionato contro gli azzurri (una sconfitta e due pareggi) hanno giocato sempre alla pari, a volte anche meglio. Sono due squadre che amano il bel gioco, organizzate, spettacolari e tutto può succedere. In più, oggi, dalla parte della Fiorentina c’è un’energia nuova, un vento positivo che arriva da tre vittorie consecutive, dal no di Kalinic alla Cina, dalla grande scoperta di un altro giovane talento come Chiesa dopo l’esplosione di Bernardeschi.
I momenti positivi vanno colti al volo sperando che Sousa non cambi una squadra che finalmente ha trovato un grande equilibrio. Stasera giocherei con Kalinic al posto di Babacar e Tomovic in difesa per sostituire Gonzalo, per il resto la stessa Fiorentina del secondo tempo di Chievo con Olivera e non Tello. Sarà fondamentale raddoppiare sugli esterni (aspetto un gran lavoro di Chiesa e Olivera) e attaccare centralmente con i centrocampisti. Nella coppa Italia bisogna crederci anche perché può diventare una strada per arrivare in Europa League e se è vero che dopo il Napoli ci saranno Juve o Milan, è altrettanto vero che questa Fiorentina può giocarsela con chiunque.
Nel frattempo Corvino sta cominciando a mettere insieme i pezzi della sua rivoluzione. L’idea ormai è chiara, la Fiorentina vuole fare una squadra con tanti giovani promesse per affidarla a un allenatore (Di Francesco?) in grado di farli crescere e di farli rendere al massimo. Ieri dal Bari sono arrivati due talenti chiamati Castrovilli (20 anni) trequartista già visto l’anno scorso con i viola al Viareggio e Scalera, 19 anni, esterno destro. L’idea giovani italiani ha il suo fascino, ma la Fiorentina non può limitarsi a questo. Se i Della Valle vogliono continuare a mettere in piedi una squadra in grado di puntare all’Europa in estate serviranno cessioni eccellenti e nuovi arrivi altrettanto eccellenti.
Ricordando (fra l’altro) che dal 2018 torneranno ad essere quattro le italiane in Champions e la Fiorentina ci dovrà provare. E se Sportiello è un ottimo profilo, molti altri arrivi degli ultimi tempi ricordano Mazuk, Hable, Bakic e decine di altri tentativi andati a vuoto nel recente passato. Spero vada meglio. Dal mercato di gennaio non mi aspetto altro, l’idea era quella di vendere il solo Zarate, Sportiello è solo un’operazione accelerata di qualche mese per non perdere il giocatore. Se non ci sarà l’occasione giusta, quindi, Zarate non sarà sostituito e le risorse recuperate accantonate nel monte-Cognigni.
Lo abbiamo sempre detto che Zarate non era un giocatore adatto a Sousa e senza futuro nella viola che verrà. Nessun rimpianto. Qualche rimpianto, invece, ci potrà essere per Kalinic. A mente fredda e a certe cifre, era un’operazione economicamente straordinaria. Con 35 milioni di plusvalenza si potevano comprare tre giocatori molto forti. Perché è saltata? Perché Kalinic alla fine ha detto no? Fondamentalmente perché la trattativa è stata tirata troppo per le lunghe, certe operazioni vanno definite più in fretta per evitare ripensamenti e interferenze. Ricordiamo che tutto è cominciato prima di Natale con una telefonata fra un intermediario di mercato e Adv. Il presidente onorario viola non ha detto no, ma ha fissato in cinquanta milioni il suo prezzo per il giocatore. E su questo prezzo sbandierato pubblicamente, ha insistito anche quando gli intermediari hanno detto chiaramente che oltre i 38 non sarebbero andati mai.
Poi nella trattativa si sono infilati nuovi personaggi come Ramadani che ha cercato di mediare prima, poi di alzare da dieci a dodici l’offerta per il giocatore. Ha trattato anche Cognigni, gli ultimi giorni a Milano pure Corvino che (per altro) non ha mai visto di buon occhio questa operazione. Per sostituire Kalinic altri si sono infilati mediatori per suggerire giocatori come Seferovic o Muriel (la Samp aveva abbassato il prezzo a 18 milioni) e altri. Troppe telefonate, troppe interferenze, troppi intermediari. Il giocatore aveva già dato l’ok al trasferimento e questo deve essere chiaro, altrimenti la trattativa non sarebbe mai partita e nessuno avrebbe trattato a suo nome. Il giocatore aveva parlato anche con Cannavaro.
Per fare l’operazione però il giocatore (chiaramente) non bastava, era necessario anche l’accordo con la società che non è mai arrivato perché prima Adv e poi Ddv non si sono mossi dai famosi cinquanta milioni. L’ultima parola, definitiva, l’ha messa proprio Ddv durante una cena milanese con Corvino commentando più o meno così: abbiamo detto cinquanta e non possiamo cedere proprio ora rimettendoci la faccia. A questo punto ai mediatori non è rimasto altro da fare che chiedere a Kalinic di uscire allo scoperto, di dichiarare ufficialmente di voler andare in Cina per costringere la società a trattare sui 40 milioni. Non l’ha voluto fare.
Nel frattempo, dopo tante discussioni, sono venuti i dubbi alla famiglia di Kalinic e gli intermediari hanno fatto capire al giocatore che, comunque, in estate potrà andare in Inghilterra o in Germania a guadagnare 4-5 milioni. Magari con Sousa. In mezzo a questa incertezza, al tira e molla, con la società non propensa a cederlo e le prospettive future, Kalinic ha fatto il Gran Rifiuto. Si è tirato fuori. Quando dice che troppi hanno cercato di spingerlo ha ragione: i motivi sono ovvi. La torta era molto grossa. Da una parte questa decisione gli fa onore: non si vive soltanto per denaro. Però, sinceramente, aspetterei a farne una bandiera del nuovo corso, un’inversione di tendenza.
La sua è una decisione forte, controcorrente. Stop. Vediamo cosa accadrà a giugno, il ruolo di Ramadani e altre storie e solo allora avremo un quadro esatto della situazione. Se Kalinic resterà a Firenze anche l’anno prossimo a due milioni netti, dirò che l’ha fatto davvero per la maglia. Un altro caso è quello di Gonzalo Rodriguez. Si è infortunato, ne avrà per una quindicina di giorni. E il contratto? Corvino è fermo alla sua proposta, la Fiorentina non vuol spendere di più e la compagna del giocatore ha sottolineato la sua delusione per la mancanza di riconoscenza. La domanda è una sola: la Fiorentina crede ancora che Gonzalo a 33 anni possa essere utile? Se dietro la cifra ribassata c’è un problema tecnico è giusto che l’argentino vada a firmare l’ultimo contratto con chi lo apprezza e lo paga di più. Un nome a caso: Montella. In questo caso è la Fiorentina che non crede nelle sue bandiere o nei suoi capitani, peccato. Ma anche questo è il calcio di oggi, chiedere a Pasqual…