MONTOLIVO, FISCHI D'AMORE O DI RABBIA?

La Rubrica di Cristiano Puccetti, direttore Sport di Lady Radio e Quotidiano Viola
21.09.2011 00:00 di  Cristiano Puccetti   vedi letture
MONTOLIVO, FISCHI D'AMORE O DI RABBIA?
© foto di Firenze Viola

Sonori fischi pioveranno stasera sulla testa di Riccardo Montolivo. Giusto o sbagliato? Non sta a noi giudicarlo. I fischi rappresentano il più civile segno di dissenso, di disapprovazione, di censura del pubblico di spettacoli. Anche a teatro fischiano, figuriamoci se non si può farlo in uno stadio dove generalmente accade anche di peggio.
Montolivo li prenderà tutti i fischi, perché stasera, come apprendiamo da Firenze Viola, dovrebbe giocare. E’ pronto e siamo portati a pensare che non abbia paura. Conoscendolo un po’ è assai probabile che disputi un gran bella partita. Ma se veramente renderà in campo, riuscirà insomma ad essere impermeabile alla bolgia di fischi, questo lo scopriremo solo vivendo.
In base alla reazione, poi Mihajlovic valuterà o meno se impiegarlo nelle prossime partite. In caso di crollo psicologico, potrebbe però toglierlo subito anche contro il Parma. Trapattoni lo fece con Berti, ma Berti era un avversario. Firenze lo distrusse.
Se non altro, chi nutre perplessità sulla virilità calcistica dell’ex capitano viola potrà finalmente ottenere chiarezza. Sull’altra virilità infatti, dubbi ce ne sono pochissimi, basta osservare con chi s’accompagna, il ragazzo.
Gli indecisi potranno dunque risolvere una volta per tutte l’assillante dilemma: ma questo ‘bambolotto’ con gli occhi azzurri che gioca con la fascia per i capelli in testa ha veramente le palle o è un caga-sotto? Dopo Fiorentina – Parma ne riparliamo qui sul sito. Certo è una bella sfida, soprattutto per lui.
Ma torniamo ai fischi. Di sicuro avranno diversa matrice. Saranno d’amore o di rabbia? Ma più d’amore o più di rabbia? D’amore fischierà chi ha creduto e crede che la fascia del capitano abbia ancora un valore. Giusto, non è una fascia per i capelli. Si porta al braccio ed è rappresentativa di un popolo, di un colore, di una città. Non la si può indossare con leggerezza. Non la si può accettare per infiocchettare un curriculum.
Montolivo fu eletto nello spogliatoio a maggioranza assoluta dopo la partenza di Dainelli. Non aveva i massimi gradi di anzianità e, se fosse valsa quella regola, la fascia sarebbe dovuta andare al braccio di Donadel. O di Frey. Ma il primo non era più titolare fisso, il secondo non stava troppo simpatico alla massa. Ci fu anche qualche ‘Scilipoti’, Seba rimase molto male.
Montolivo la accettò subito. Certo, per lui era un bel riconoscimento. Ma a posteriori verrebbe da chiedersi: perché l’ha accettata se poi dopo pochi mesi sapeva o immaginava di smettere di credere nel progetto?
E’ stato un errore dunque, rimediato da un altro errore: il forzato passaggio di consegne di quest’estate. Con immediato sputtanamento di Behrami. La società tuttavia in questa vicenda ha cercato in ogni modo di difendere la propria centralità. Ed ha fatto bene, va capita.
Ma torniamo ai fischi. Chi si sentirà tradito dunque dall’ex capitano, metterà in sonoro la sua frustrazione. Ci sarà poi chi lo fischierà perché insomma, ormai da molto tempo, le prestazioni di Montolivo non sono più così determinanti, per usare un eufemismo. Ci sarà pure chi penserà che ‘determinanti’ in realtà le sue giocate non lo siano mai state. Ci sarà indubbiamente chi lo fischierà perché dal limite dell’area riesce ad inquadrare la porta una volta ogni dieci tiri. E chi prenderà la palla al balzo per ribadirgli che d’Antognoni non ha neanche le ciabatte. Tutti questi, e molti altri, saranno fischi di rabbia.
Concludendo, per chi sposa anche una sola di queste tesi, saranno tutti fischi legittimi. Legittimi e pesanti da sopportare. Stasera scopriremo quanto.

Cristiano Puccetti
Direttore Sport Lady Radio e Quotidiano Viola