MERCOLEDÌ SAPREMO LA VERITÀ: SUPER VERTICE DEL CALCIO ITALIANO. I MEDICI RESTANO PERPLESSI, LA LEGA RESTA SPACCATA. LA FIORENTINA ASPETTA E STUDIA
Forse ci siamo. Il protocollo per la ripartenza degli allenamenti, redatto dalla commissione scientifica della Figc, dal computer di Gravina è stato inviato ai pc del Ministro dello Sport Spadafora e della Salute Speranza. Il calcio ha scelto quale strada seguire, adesso tocca alla politica decidere se la via della Figc sia giusta, sbagliata o da modificare in parte. Speranza ha convocato subito per mercoledì un super vertice del calcio in video conferenza: collegati ci saranno il presidente Gravina insieme ai responsabili delle leghe di A, B, Pro e Lnd, oltre ad una rappresentanza delle associazioni calciatori, allenatori e arbitri. In più la delegazione della commissione medica Figc guidata dal professor Zeppilli. Presenti, infine, anche gli studiosi esperti del Coronavirus che hanno recitato un ruolo fondamentale nella stesura del protocollo.
Intanto prima del mega summit di mercoledi si riuniranno il sindacato dei calciatori (oggi) e la confindustria del calcio (domani): l’obiettivo sarà quello di trovare una linea unitaria, ci riferiamo alla Lega di A - il cui tasso di litigiosità interna raggiunge vette incommensurabili -, per presentarsi 24 ore dopo di fronte ai ministri. La Lega di A è spaccata, divisa in due fronti. Con posizioni estreme come quelle di Cellino e Cairo che non hanno intenzione di ricominciare. Lo scenario è esplosivo.
Il protocollo ha affrontato il tema dello svolgimento degli allenamenti, con tutte le difficoltà del caso, ma non quello delle date della possibile ripresa del campionato. Si proverà a confrontarsi anche con questo problema, seppur il sogno della Figc sia ricominciare - naturalmente con le partite a porte chiuse - alla fine di maggio. Stante l’attuale curva epidemica ancora lontana dai desiderata dei virologi, l’ipotesi della Federcalcio, lasciateci dire, appare ottimistica.
La logistica, al momento, sembra come la salita più impervia da scalare. Trovare strutture adeguate in poco tempo costituisce un’impresa. Prendiamo come esempio un hotel: la squadra sarà formata da un gruppo di 50 persone (oltre ai giocatori, allenatore, staff, magazzinieri e dirigenti) e dovrà restare in ritiro per molte settimane. Dentro a quella struttura non potrà più stare il personale dell’albergo, ma i servizi dovranno essere garantiti dai dipendenti delle società. Questo è soltanto un passaggio di una costellazione di comportamenti, dettati dal protocollo, difficili da mettere in pratica. Anche se è lodevole lo sforzo che sta producendo il calcio italiano per immaginare un ritorno progressivo alla fase agonistica.
I medici del calcio restano perplessi: ci sono i nodi legati alle idoneità non semplici da sciogliere, i test saranno molto approfonditi. Per non dimenticare i tamponi che implicheranno anche ragioni etiche perché si spiegherà male al normale cittadino l’uso copioso di questa modalità per calciatori e addetti delle società, laddove per la gente normale questo non è stato né resta possibile. Non sono sciocchezze. I medici lo hanno già fatto presente. E per finire la scelta delle città nelle quali disputare questa coda di campionato: prende sempre più campo l’ipotesi di isolare il Nord, optando per Toscana, Lazio e Campania. Servirà una grande organizzazione per allestire tutto e in fretta. Le trasferte saranno un altro problema complesso perché le squadre per muoversi dovranno seguire direttive stringenti.
La Fiorentina aspetta le riunioni di martedì e mercoledì, ma nel frattempo si organizza per non farsi trovare impreparata. Iachini e lo staff stanno studiando tutti i dettagli, mentre i dirigenti cercano l’hotel dove far soggiornare la truppa viola in questo periodo. Inizia la settimana decisiva per il calcio italiano.