LA CARICA DI ROCCO. ECCO COME BATTERE LA JUVE. UN PATTO FRA ITALIANO E LA SQUADRA: L’EUROPA A TUTTI I COSTI. LA SPINTA DEL POPOLO VIOLA: FRANCHI ESAURITO. AMRABAT MEGLIO DI TORREIRA. OFFERTO PJANIC, MEGLIO ASLLANI
La società e Italiano. Italiano e la squadra. La società, Italiano e la squadra. Si sono parlati a lungo un po’ tutti, a più riprese, per capire cosa possa essere successo a Genova lunedì scorso, ma soprattutto per resettare e ripartire immediatamente per l’ultima sfida. L’ultima partita, quella decisiva, quella che il Dio del Pallone ha scelto con l’abilità di un grande sceneggiatore, la più bella: l’eterna sfida con la Juve.
L’Europa s’è complicata, ovvio, ma è ancora a portata di mano e la Fiorentina è sempre padrona del suo destino. Non è poco. E la Fiorentina lo sa, sa di avere meritato un posto nelle coppe e a questo punto vuole prenderselo a tutti i costi. Ma senza apprensioni, senza ansie, con la consapevolezza che giocando a calcio come sa, e come ha giocato in tante partite, ultima quella con la Roma, mettendo in campo i valori espressi durante tutta la stagione, la Juventus si può battere e il traguardo si può ancora tagliare.
E’ questa la ricetta scelta da Italiano, il messaggio che ha dato alla squadra, un ultimo messaggio di positività, facendo leva sul lavoro, sulla concentrazione e la determinazione. Sull’orgoglio, l’amor proprio e l’attaccamento alla maglia. Sulle cose attraverso le quali la Fiorentina è cresciuta e che la Fiorentina sa fare meglio.
La strada scelta dal tecnico è quella, se volete, della serenità consapevole, della ricerca di una condizione mentale ideale per recuperare le energie nervose da mettere poi in campo sabato nella giusta dose.
Nessun eccesso di pressioni che potrebbe sovraccaricare di responsabilità e quindi condizionare, ma una ricetta semplice e condivisa con il gruppo che, a detta di chi vede gli allenamenti, avrebbe immediatamente recepito. Non c’è la sensazione che il lunedì nero possa ancora condizionare o possa essere rimasto addosso come una fastidiosa corazza. Anche Odriozola e Sottil sono tornati a lavorare con il gruppo, si respira l’aria giusta. Nessuno si aspetti favori da una Juve senza tanti titolari e senza obiettivi, anche per loro questa è sempre una partita diversa, ma forse questo paradossalmente può aiutare i viola a capire che comunque dovranno essere pronti al cento per cento e che, non è una banalità, battere i bianconeri è sempre un qualcosa di speciale. Che resta nell’immaginario collettivo e nella storia. Battere la Juve e conquistare l’Europa, tutto assieme, consacrerebbe questo gruppo sull’altare dei ricordi più belli.
Rocco non c’è fisicamente, ma ha chiamato Italiano, s’è informato, anche lui ha fatto un’analisi della enorme delusione di Genova, ma è passato immediatamente alla spinta emozionale, alla giusta carica e alla vicinanza che il presidente ama infondere all’allenatore e ai ragazzi. Prima di sabato chiamerà ancora, è praticamente sicuro. E si informa tutti i giorni, più volte al giorno, con i suoi manager.
Chi pensa che non ci siano sufficienti ambizioni o che l’Europa possa essere vista come un ulteriore problema, non ha capito niente dello sport, ma soprattutto della Fiorentina e della sua storia. E anche di questa Fiorentina che è criticabile per diverse cose e di sicuro lo sarà ancora nella dinamica delle cose del pallone, ma alla quale di sicuro non mancano l’ambizione e la voglia di crescere. Rocco non ha dimenticato quando disse che la sua mira sarebbe stata quella di portare la Fiorentina in Champions, poi il cammino s’è complicato per molteplici cose e situazioni, ma la voglia di crescere c’era e c’è.
Testa dunque alla partita di sabato con la positività che deve accompagnare tutti quelli che amano la Fiorentina e sono tanti. Sabato il Franchi sarà esaurito. Già ieri erano quasi trentamila i tagliandi staccati, il Popolo Viola non delude mai e sarà ancora la colonna sonora della serata, la spinta emozionale e adrenalinica di sempre, quella che ha consentito ai viola di fare in casa un bottino di punti straordinario.
Chi ha pensato a caldo di imbastire processi sommari, di buttare a mare tutto in un assurdo nichilismo viola, chi ha preferito ragionare con la pancia invece che con la ragione, spero che nel frattempo abbia ritrovato equilibrio. Ognuno fa quello che vuole e pensa con la sua testa, ma i dati di fatto sono dati di fatto e la stagione di grande livello di una squadra che è andata oltre (ben oltre) i suoi limiti resta e resterà. Dovrà costituire la base sulla quale ripartire. Una base solida, fatta di gioco e di cultura del lavoro, di positività e di punti.
Se si dovesse ripartire per l’Europa tanto meglio, in caso contrario la base resterà e su di essa si potrà costruire con maggiore facilità. L’annata è e sarà comunque quella della svolta e del ritorno della Fiorentina ai livelli e alle ambizioni che le competono.
Avrete notato che evito di mettere l’accento sulle cose che non sono piaciute neppure a me, su quelle che hanno bisogno di una profonda riflessione, sui promossi e sui bocciati. Non mi sembra il caso, in questo momento, di alimentare polemiche sterili, assurde o pretestuose. Fate voi. Il calcio e la vita insegnano a guardare avanti portandosi dietro le esperienze del passato, chi continua sempre e solo a coltivare il “come eravamo” o a piangere sui torti subiti non crescerà mai. E i falsi profeti di una millantata fiorentinità andrebbero isolati o guardati con sospetto. Ripeto: se si vuole crescere.
E poi, mettere in discussione il lavoro di Italiano e in questi giorni l’hanno fatto in diversi, fa sorridere. Ci sarebbe da arrabbiarsi, ma forse non capirebbero. Non voglio rispondere parlando dei venti punti in più in classifica rispetto all’anno scorso, lo sanno tutti, ma chiedo e mi chiedo come mai tutta l’Italia del Pallone continui a mettere Italiano sul podio dei top-allenatore della stagione e qui si faccia fatica a capire cosa è successo e sta succedendo. Poi tutti possono migliorare e crescere, ma questo è un altro discorso. Comunque adesso conta una cosa sola: la Fiorentina. E l’Europa, naturalmente. E in coppa la Viola ci può arrivare più facilmente con l’aiuto, la positività e le energie di tutti.
Martedì prossimo, se servirà, aspettatemi per parlare di errori, di riflessioni, di pagelle e di futuro. Non mi sono mai tirato indietro, ma ai polveroni di oggi preferisco l’orizzonte pulito di domani.
Tornando alla squadra, mancano due giorni di lavoro (oggi e venerdì) più la mattina del sabato, per decidere la formazione, ma la sensazione che Amrabat possa tornare titolare al posto di Torreira, è forte e chiara. Oggi c’è bisogno della muscolarità e dell’energia del marocchino. Se davvero ha recuperato al cento per cento, rivedo in campo anche Odriozola. La sua spinta è mancata.
E’ vero che questa è una partita da vincere e Saponara è meno attaccante di Ikonè, però potrebbe essere una variante a sinistra con Nico a destra.
Ma la tentazione emozionale di rimettere in campo tutti gli undici di Genova con la parola d’ordine “ora facciamo vedere chi siamo davvero, facciamoci perdonare”, potrebbe essere un’altra chiave di lettura. Vedremo.
Intanto cominciano a intensificarsi le voci di mercato. La Fiorentina chiuderà per Vicario molto presto, appena avuto l’ok per la cessione da Dragowski. Nel frattempo il giocatore è stato convocato da Mancini in Nazionale per uno stage, il giusto premio dopo una stagione strepitosa e una valutazione che sa molto di futuro.
Radiomercato racconta anche che Pjanic sarebbe stato offerto proprio alla Fiorentina. Il Barcellona quest’anno lo ha prestato in Turchia, ma l’età e lo stipendio non sembrano intrigare il club viola. E allora dico la mia come dissi del giovane scozzese Hickey del Bologna molto più di un anno fa e il direttore Tommaso Loreto mi prendeva in giro: purtroppo adesso va all’Arsenal per 25 milioni. Dunque, con Torreira o senza Torreira, se non fosse ancora stato venduto all’Inter come si sente dire, andrei a prendere Asllani dall’Empoli. Ha vent’anni, un talento da regista e una personalità con pochi uguali. Pensierino della sera… Poi fate vobis…