L'ORA DI DARE UNA MANO
Al punto come stanno le cose in una Fiorentina alla vigilia di riprendere la corsa del campionato, è giunto il momento di una doverosa e pacata riflessione e di un conseguente giudizioso atteggiamento di tutti.
È anche il momento che i tifosi divengano positivamente protagonisti. Giacché i tifosi non debbono essere considerati gli antagonisti, nella dialettica sportiva della squadra bensì ne costituiscono un elemento integrante, sono l’altra parte di un dialogo che si svolge fra il campo e gli spalti fra la squadra e chi la segue e le vuol bene.
Certo gli ultimi mesi non sono stati gran che e legittimamente la tifoseria ha seguito, esprimendo un rumoroso disappunto, le incertezze e i traccheggiamenti della Fiorentina. Ma fra poco il gioco riprende. E, a prescindere dal mercato, con un Aquilani che un giorno arriva e l'altro no o un Frey che se ne va, ora il giudizio dalle tante voci dei corridoi si sposta sul campo per seguire con attenzione quel che vi accade e come vi accade. Anche per i tifosi comincia una parte difficile: applausi o fischi, inni o silenzi, tornano a divenire parte della riuscita in campionato della loro squadra. Oltretutto così si eviterà di dare alibi e ai tifosi verrà riconosciuta l’attenta generosità di un equilibrato giudizio.
Per sua misteriosa natura la Fiorentina, nel suo quasi centenario percorso, è apparsa una squadra ondivaga capace di sonni disperanti e di esaltanti rinascite. Il sonno, di recente, c’è stato. Dunque dovremmo essere ai giorni della rinascita. Guai se all’inizio del campionato ci fossero allo stadio 30-40.000 contro 11. Al fischio dell’arbitro partirà una gara comune che lega i giocatori, il loro allenatore e il pubblico partecipe e anche lui solidale protagonista.
Forse è l’unico modo perché la Fiorentina riparta bene.