INFORMALMENTE 2+2 NON FA 5

21.01.2012 00:00 di  Leonardo Petri   vedi letture
INFORMALMENTE 2+2 NON FA 5
© foto di Firenze Viola

Sono anni ormai che cerco di capire la passione conclamata dei dirigenti viola, da Diego in giù, per gli incontri informali. Incontri perfettamente organizzati fin nei minimi particolari ma che devono tenersi in ambienti, per così dire, non ufficiali, generalmente in strada e, spesso, in condizioni estreme. Ricordo scene anche divertenti, resse pazzesche, immagini terribili e audii approssimativi. Non ho mai capito poi cosa si debba intendere per incontro informale (location a parte ovviamente) come se in queste confuse adunate le parole avessero meno importanza, come se in un incontro informale si possano raccontare barzellette, stupidaggini o, magari, annunciare progetti che poi si potranno anche non raggiungere. In questo caso, per fortuna, l'incontro informale è avvenuto in sala stampa e, informalmente, il presidente Cognigni ha fatto sapere ai tifosi della Fiorentina (precisando però solo a queli veri) che lui è molto infastidito dall'atteggiamento del pubblico dopo la sconfitta col Lecce, dalla contestazione, dalle offese, dai tentativivi di entrare negli spogliatoi di qualche esagitato e che, se anche molto meno di tutto ciò dovesse ripetersi, la famiglia proprietaria della Fiorentina potrebbe anche decidere di allontanarsi dal calcio, stavolta formalmente. Considero giusta e legittima questa presa di posizione contro la violenza e la contestazione becera, ritengo però che la proprietà dovrebbe interrogarsi più seriamente di quanto stia facendo sul triste scenario del Franchi, sempre più vuoto, e sullo scarsissimo rendimento di una squadra che da due anni non ne azzecca una. Informalmente (metto le mani avanti) mi pongo invece due domande in riferimento a due considerazioni del dottor Cognigni. Punto primo. E' davvero paradossale che sia questa proprietà a chiedere maggior attaccamento alla maglia ai tifosi della Fiorentina, esattamente ciò che i tifosi viola (quelli veri ovviamente) chiedono da tempo ai fratelli Della Valle, attaccamento e passione. Evidentemente, al netto degli investimenti (su cui magari discuteremo a fine mercato), questa città e la maggioranza di questa tifoseria pensa che ci sia qualcosa nell'atteggiamento della proprietà verso la città e i suoi tifosi che va, per così dire, rielaborato. Paradosso per paradosso passo al punto due. Se Cognigni, con Corvino al fianco, sostiene nel giro di pochi minuti che questa società non ha mai smesso di investire e i Della Valle continuano anno dopo anno ad esporsi e che Corvino è una sicurezza e rappresenta l'anima calcistica della società tanto da non essere assolutamente in discussione qualcosa non mi torna. Perché dopo due anni come questi, dopo un undicesimo e un decimo posto più un girone d'andata come l'attuale queste due considerazioni mi sembrano in contraddizione: se i Della Valle investono Corvino non può essere esente da responsabilità; se i Della Valle hanno ridimensionato Corvino fa miracoli. Anche informalmente delle due l'una. E pensare che nonostante tutte queste chiacchiere inutili la Fiorentina un progetto potrebbe farcelo davvero intravedere, fatto di giovani, di investimenti sul vivaio, di acquisti in prospettiva (come Hegazy). Basterebbe far notare che i viola stanno diventando la squadra più giovane d'Italia, che le giovanili stanno iniziando a produrre talenti per la prima squadra, che nel giro di un paio d'anni si potrebbe realizzare il sogno di una squadra compettiva nata in casa. Basterebbe stuzzicare l'orgoglio di una città, essere chiari, valorizzare le cose positive. E invece niente, solo picche e ripicche, precisazioni e distinguo, mezzi ultimatum e incontri informali. E allora il mio modesto e informale consiglio ai dirigenti viola è questo: credete in quel che fate che qualcosa di buono lo state facendo. 

Leonardo Petri