GIÙ LE MANI DA ITALIANO E DALLA FIORENTINA: BASTA DISFATTISTI, INCOMPETENTI E GENTE CHE NON SA DI CALCIO. TUTTI UNITI PER L’EUROPA. ECCO COS’È LA CLAUSOLA DELL’ALLENATORE. BONAVENTURA CI PROVA, TORREIRA VUOLE IL MILAN

26.04.2022 11:05 di  Enzo Bucchioni  Twitter:    vedi letture
GIÙ LE MANI DA ITALIANO E DALLA FIORENTINA: BASTA DISFATTISTI, INCOMPETENTI E GENTE CHE NON SA DI CALCIO. TUTTI UNITI PER L’EUROPA. ECCO COS’È LA CLAUSOLA DELL’ALLENATORE. BONAVENTURA CI PROVA, TORREIRA VUOLE IL MILAN

Sono bastate due sconfitte per rimettere in moto la macchina del fango alimentata dai soliti disfattisti, nullafacenti, pseudo giornalisti di lungo e breve corso, finti esperti, gente che parla di calcio senza cultura, solo perché c’è libertà di parola e la lingua è in bocca, molti dei quali autodefinitisi tifosi della Fiorentina.

Un deprimente e inaccettabile spettacolo non perché si critica (è la cosa a me più cara) ma per come lo si fa, per distruggere e basta, a sproposito, senza fondamento, fuori dai tempi e nei modi sbagliati, quando la Fiorentina ha ancora in mano il suo destino e si sta battendo per andare in Europa dopo una stagione che definire eccezionale forse è poco.

Una situazione incredibile, difficilmente spiegabile con ragionamenti logico-calcistici, servirebbero forse degli psicologi. Ma bravi.

Tutto questo per una eliminazione dalla semifinale di coppa Italia (dove comunque sei arrivato a sorpresa) e una sconfitta a Salerno, sicuramente brutta e inattesa, ma che fa parte del gioco e del momento che poi cercherò di spiegare.

D’improvviso (ma neanche tanto) Italiano è diventato un allenatore da mettere in discussione, la Fiorentina è una squadra di brocchi, non funziona più nulla o quasi, è tutto perduto.

Ma si può? Certo che no.

E tutto questo mentre attorno, nel mondo del calcio vero, si continua a dire che la Fiorentina è la squadra rivelazione della stagione, che Italiano è l’allenatore emergente, quello più interessante di tutti. Come ha ribadito ieri mattina Marcello Lippi in un’intervista a Radio Rai, uno che mi sembra piuttosto competente, esperto e vincente.

E allora?

Purtroppo questo male del “tanto peggio, tanto meglio”, sembra inguaribile…

Si contestavano anche i Della Valle quando arrivarono tre volte di fila quarti…Allora forse c’erano altre implicazioni non calcistiche, ma oggi no. Quali?

Oggi cosa si contesta? Oggi cosa c’è da buttare a mare? Oggi cosa c’è da non capire?

Pensavo che la cultura calcistica nel frattempo fosse cresciuta, contavo nelle nuove generazioni e invece niente. Forse è peggio.

Ma nessuno si pone il problema che questo atteggiamento disfattista fa solo male alla squadra del cuore?

Nessuno capisce che proprio nei momenti di difficoltà serve comprendere, dare una mano con il calore e la presenza?

Dico questo non per ingenuo buonismo a priori o per vicinanza con qualcuno, sono addirittura nella black list di Rocco Commisso e mi va bene così.

Lo dico perché serve soltanto onestà intellettuale.

Oggi siamo in presenza di un progetto calcistico che ha cominciato a funzionare bene, che ha prospettiva. Vedo un allenatore bravo e moderno, che ha messo le basi per fare cose importanti, c’è una squadra che lo segue e sta andando oltre il suo valore tecnico.

Se poi guardo i numeri, e li guardo, questa squadra ha 21 punti, VENTUNO, in più rispetto al campionato scorso. Un anno fa la Fiorentina lottava per salvarsi, se vince domani sera con l’Udinese è quinta, davanti a Roma e Lazio. E comunque è sempre lì.

Ma cosa volete?

Ho anche sentito dire che questa posizione è semplicemente nel posto dove la colloca la storia della Fiorentina…

Fenomeni veri, in campo la storia non è mai andata…

E allora mi chiedo e vi chiedo: non si può perdere a Salerno?

Fa male, malissimo, ma il calcio è straordinario anche per questo, non c’è mai niente di scontato, però le spiegazioni per questa sconfitta inattesa ci sono e dopo tenteremo di darle, le critiche per la prestazione ci devono stare, ma non tali da rimettere in discussione tutto e tutti. Da far saltare il banco.

Un gioco tafazziano che mi infastidisce perché non ha una logica e rischia soltanto di fare male. Dico queste cose, nel mio piccolo, per cercare di riportare tutto a un ragionamento che vada oltre la pancia. Stimolare la riflessione e sperare in una reazione: mi auguro che domani sera alle diciotto si possa riempire lo stadio, che anche chi non aveva in programma di andare, adesso, dopo questa sconfitta, vada a sostenere la sua Fiorentina.

Conta più esserci domani sera che non in un’altra partita, magari più interessante, di maggiore appeal. Contro l’Udinese è fondamentale dare una spinta alla Fiorentina per aiutarla a ripartire in fretta e c’è da contare molto sullo straordinario Popolo Viola che certe situazioni le capisce al volo.

Vincere domani sera vorrebbe dire mettersi davanti al gruppo nella volata, prendere quel metro di vantaggio che a quattro giornate dalla fine vorrebbe dire tanto. Ritrovare energia e autostima sarebbe la conseguenza.

Detto questo, è chiaro che perdere a Salerno ha fatto male. Lo ripeto. Però può succedere in una squadra come questa che dall’inizio della stagione sta andando oltre le sue potenzialità, che gioca un calcio studiato e collettivo: per funzionare servono sempre organizzazione e lucidità.

Ci sono dei momenti invece in cui andare oltre diventa impossibile, la mancanza di lucidità e velocità diventano letali e giocatori che sembravano fenomeni, quando non funziona il gioco tornano ad essere dei giocatori normali. Soprattutto dopo tante settimane tirate al massimo e dopo un contraccolpo psicologico non da poco come l’eliminazione dalla Coppa complessivamente immeritata dopo i due confronti con la Juve.

Aggiungo che nessuna squadra può regalare a nessuno i tre centrocampisti titolari. L’Inter, ad esempio, ha perso Brozovic per tre gare ed è andata in tilt.

Alla Fiorentina mancavano il regista (Torreira), il raccordo fra centrocampo e attacco (Bonaventura), la qualità e il dinamismo (Castrovilli). E se leggete i nomi dei tre centrocampisti della Salernitana non credo siano tanto più deboli dei tre schierati da Italiano.

Vedendo insieme Amrabat (regista non è), Maleh (l’anno scorso giocava in B) e Duncan (deve avere gente forte vicina) ho capito perché Italiano a Torino ha rischiato la mossa Ikonè in mezzo al campo, mossa che poi non ha funzionato: un tentativo per cercare quella qualità che nessuno di questi tre centrocampisti possiede. A Salerno non c’erano altre soluzioni e il centrocampo d’emergenza ha condizionato la fluidità del gioco mettendo in crisi le prestazioni di tutti. Scadenti anche Gonzalez e Ikonè, anche se loro potrebbero dare comunque di più individualmente. Stanca la difesa, Igor l’abbiamo visto.

Una gara così va criticata, analizzata, ma archiviata subito. Non doveva essere il grimaldello per ricominciare a far saltare tutte le certezze consolidate che devono essere tali e delle quali ho già parlato.

Guarda caso, nessuno dei critici feroci, quelli che contestarono la cessione di Vlahovic, questa volta si è ricordato che questa squadra è talmente solida da essere riuscita perfino ad andare oltre anche la cessione del suo goleador con una media-punti superiore. Merito di Italiano, del gruppo e della società che l’ha messo nelle condizioni giuste e che in questi giorni potrebbe anche dire qualcosa per puntualizzare e difendere il grande lavoro fatto.

E così, nel brutto clima di questi giorni, ecco che il nome di Italiano gira ancora di più, con il Napoli in testa. Della serie “se non lo vogliono a Firenze lo prendiamo volentieri noi”.

Come ho già scritto, per quello che ho capito io, l’allenatore sta bene a Firenze, ama questa squadra e questo pubblico, vuole restare, è una grande esperienza, è pronto a rinnovare se il valore del suo lavoro sarà riconosciuto, non gli dispiacerebbe aprire un ciclo stile Gasperini. Immagino però che certe robe esagerate lette e sentite non abbiano fatto sicuramente piacere. Ma chi è nel calcio sa come andare oltre: sul campo e con il lavoro.

Anche la clausola rescissoria presente nel contratto dell’allenatore come ha rivelato ieri Sara Meini, portatrice sana di notizie, non è da ritenersi negativa come subito commentata dai soliti noti.

Sapete quanto stimi Italiano, ma con tutto il rispetto, conoscete un presidente pronto a pagare dieci milioni di clausola per prendersi un allenatore?

Neppure per Guardiola…

E allora, di cosa parliamo? Quali polemiche montiamo?

Italiano deve essere solo applaudito e accompagnato con energia e positività da tutta la tifoseria nella volata finale, con la consapevolezza che comunque la stagione sarebbe straordinaria anche senza Europa (non era negli obiettivi) e può ancora diventare un capolavoro assoluto conquistando le coppe.

Certo, con le assenze è più difficile, l’ho appena detto, ma questa squadra ci proverà fino in fondo. Ha la forza e la mentalità. Per fortuna è stato recuperato Odriozola, esempio del giocatore di categoria superiore, e se domani sera dovesse farcela Bonaventura il centrocampo ritroverebbe almeno un leader tecnico e caratteriale. L’allenamento fatto a Salerno fa ben sperare…

E poi c’è Torreira che ha già ricominciato a lavorare sul campo, spera in un miracolo e comunque sta facendo di tutto per recuperare domenica contro il Milan. Dieci giorni per il suo infortunio sono pochi, ma sperare non costa e lui ci proverà. Da vero leader.