FIORENTINA, CALMA E... TRIGU
Tradotto dal sardo “calma e trigu” vuol dire “calma e sangue freddo”. E’ quello che serve alla Fiorentina e ai tifosi viola, all’indomani del pareggio di Napoli. Il sangue freddo non si compra perché non è in vendita ma se l’argomento interessa lo si trova: cercato e trovato, lo si usi e presti a tutti, amici e compagni. Per me ”pari sono” come canta Rigoletto, il protagonista dell’omonima opera di Giuseppe Verdi. “Calma e sangue freddo” sono due elementi fondamentali per non perdersi nella gelatinosa euforia che ha inebriato commentatori e non, dopo l’importante e meritatissimo pareggio di Napoli. La Fiorentina pareggiò a Napoli giocando bene anche nel campionato 2010/2011, pur non essendo il migliore della ancor breve stagione di Mihajlovic. Per esperienza è più facile giocare con le squadre più titolate ma se la Fiorentina sabato sera avesse vinto nessuno si sarebbe scandalizzato. Riconoscere i meriti dell’allenatore e dei giocatori è sacrosanto. Il fallo di mano di Pasqual è fuori quota.
Cominciamo da Sinisa. L’allenatore ha stravolto la formazione muovendo le pedine in quella grande scacchiera che è il campo di calcio e una pedina, Munari, l’ha promossa titolare. I giocatori si sono adattati alle novità con generosità e senza mortificare la loro personalità e le qualità riconosciute. Sabato sera abbiamo visto una Fiorentina ben diversa da quella sconfitta a Udine e vittoriosa contro il Parma ma il dubbio sorge legittimo: quale è la vera Viola? Quella vista prima o apprezzata poi? Da ottimista impenitente e, perché, so riconoscere, immodesto, i progressi e le virtù di una squadra, dico che ha tutto per essere una protagonista. Purché cerchi e trovi quella tranquillità che in questo momento non c’è. La tranquillità ha un nome e un cognome: Riccardo Montolivo. Attorno a lui e le sue prestazioni si coagula il contenzioso. Montolivo è un giocatore importante, meglio averlo ai fianchi che di fronte. Forse non sarà, come dicono altri, un fuoriclasse ma ha quel qualcosa in più che piace ai critici e allenatori. Ne è consapevole lo stesso buon Riccardo, tanto da aver tradito la fede viola, per cercare un altro obiettivo... rossonero. Non lo condivido ma accetto. I sette punti in questa classifica allargata impongono una riflessione o una domanda. A chi conviene se i tifosi e la società fumano con il giocatore il calumet della pace? La mia risposta è scontata: conviene a tutti: alla squadra, alla società e ai tifosi ma... patti chiari. Riccardo Montolivo deve sempre giocare come a Napoli e meglio, i compagni di squadra non devono mai considerarlo un corpo estraneo. Uno imposto dal sistema, senza pregiudizi e gelosie. E’ fondamentale dimenticare sia promesso ad altri e l’ex capitano deve ricordarsi che, con tutta la squadra, è chiamato a ripetersi cominciando contro la Lazio. Se sarà vittoria e giocando bene, soltanto allora, il sorriso può trasformarsi progressivamente in gioia e poi in euforia. Per il momento, come dice un antico saggio sardo... calma e trigu.
Franco Ligas
Giornalista di Mediaset