DOPO LA SOSTA DA DOVE RIPARTONO I VIOLA? I PUNTI SU CUI LAVORA ITALIANO. SOLUZIONE LOPEZ: SOLO O INSIEME AD ARTHUR. NZOLA-BELTRAN: STAFFETTA O TANDEM. ESTERNI PUNGOLATI A FAR GOL: NON BASTA NICO. LA FISICITÀ DI KAYODE, ALTERNATIVA A DODÒ
Dopo la sosta ci sarà di divertirsi, in tutti i sensi. Il tritacarne di partite ci ricorderà che l’estate è solo un ricordo. Saranno 7 impegni, in poco più di 20 giorni, che ci diranno molto, anche se non tutto, sulla reale consistenza della Fiorentina. Pregi e difetti, eventuali lacune da colmare. Italiano ricaverà in questo tragitto ottime indicazioni per lavorare ed intervenire laddove lo si renda necessario. Tra l’altro il primo dei 7 esami sarà contro l’Atalanta, non una squadra qualsiasi. Si giocherà al Franchi, almeno questo sarà un vantaggio. Lo stadio conta. Con una Fiesole capace di trascinare tutti dietro alle proprie corde vocali.
C’è da capire da dove ripartiranno i viola, cioè i punti sui quali si concentrerà Italiano per migliorare la propria creatura.
Partiamo dal centrocampo: l’arrivo, praticamente allo scadere, di Maxime Lopez impone a Italiano un ragionamento. Arthur sta dimostrando il proprio valore, ma l’ex Sassuolo sulla carta non è da meno. Più carente sul piano fisico, ma probabilmente più tecnico quando fa frullare il pallone. D’impatto verrebbe da pensare a due calciatori alterativi, non complementari. Ma un vecchio adagio ci ricorda che “quelli bravi dovrebbero comunque giocare assieme”. Italiano, tutt’altro che chiuso alle novità, sta pensando anche a questa soluzione. Può nascere, però, solo dopo tanto allenamento, prove e riprove.
Nel 4-2-3-1 Maxime e Arthur davanti alla difesa sarebbero una garanzia di alta qualità, la palla con loro sarebbe in banca. Magari sorgerebbe qualche dubbio sul piano del contenimento: non sono due muscolari e quella è una zona ad alta pericolosità. E’ anche vero, però, che durante la prima repubblica montelliana, ammirammo un terzetto a metà campo formato dal direttore d’orchestra, il professor Pizzarro, accompagnato da due tenori come Borja Valero e Aquilani. La critica - anche allora pungente - e parte della tifoseria si scagliarono su Montella: “Ma è possibile giocare senza avere nemmeno un mediano in mezzo al campo?”. “E’ possibile, eccome se è possibile…”, rispondeva con calma olimpica l’allenatore. “Perché tanto la palla l’avremo sempre noi…”, chiosava Montella. Risultato: Fiorentina bella da impazzire e quarto posto, tanto per gradire. Aveva ragione Vincenzo. Insomma, volendo anche nel pallone si può osare, a patto che ci siano interpreti in grado di assecondare il loro allenatore.
Anche col 4-3-3 Maxime Lopez e Arthur potrebbe convivere e in quel caso davanti alla difesa andrebbe il marsigliese, a destra Arthur e a sinistra uno tra Mandragora e Duncan. A rimetterci sarebbe il trequartista: Bonaventura o Barak o Infantino. Insomma i piani su cui misurarsi ci sono, Italiano studia e si prepara ad avere più giocate nella testa per trasformare una gara in tante piccole partite.
In attacco molti invocano l’investitura ufficiale di un centravanti, la scelta definitiva tra Nzola e Beltran. L’alternanza piace poco in generale. Ma Italiano che farà? Proviamo a indovinare sulla scorta di quello che lui ci ha fatto vedere nelle precedenti due stagioni. Fino a quando durante gli allenamenti e in partita Vincenzo non scorgerà un filo di continuità nelle prestazioni, ci riferiamo soprattutto ai gol, li ruoterà. Una volta uno, una volta l’altro. Con staffetta all’interno della stessa gara. Insieme? Non è escluso: ripensando a Jovic in alcune occasioni sotto punta dietro a Cabral. In quel ruolo, però, Italiano predilige un trequartista moderno, cioè uno alla Bonaventura, così ci capiamo meglio. Un giocatore che in fase di non possesso riempia la zona mediana aiutando concretamente la linea dei centrocampisti. Se c’è una cosa che fa imbestialire Italiano, è il sotto punta che si ferma, non rincorre l’avversario e non scivola dieci-venti metri più in basso. Vincenzo non era contento dei movimenti che facevano, anzi non facevano, Jovic e Cabral. Grazie al mercato lo abbiamo compreso alla perfezione, sono arrivati Beltran e Nzola.
Ricapitolando: la variante 4-2-3-1 con Nzola terminale offensivo e Beltran che gli sta dietro non è al primo posto dell’agenda di Italiano, ma il tecnico la può prendere in considerazione, purché l’argentino (o Nzola) dia un contributo fattivo alla manovra difensiva.
Dal mercato sarebbe dovuto arrivare un esterno offensivo, portatore sano di gol. Così non è stato e questo errore resta una delle due negatività della sessione estiva del club viola: l’altra è un mancato rinforzo in difesa. Italiano dovrà lavorare sul materiale umano di cui dispone che è buono da un punto di vista tecnico, ma debole per quello realizzativo.
Sottil, Brekalo, Ikonè e lo stesso Kouame devono dare tanto di più in termini di gol. Non è stata presa una punta esterna come Berardi, allora tocca a questi quattro mettercela tutta per provare ad aumentare il coefficiente di reti. Spingere sul gas, cercando precisione, freddezza sotto porta, ma soprattutto ferocia. I gol nascono anche dalla cattiveria agonistica. Gonzalez da solo non basta a caricarsi sulle spalle il peso delle reti degli esterni.
Dodò è ancora fuori forma, non è l’unico. La ritroverà in fretta, quantomeno si spera. Ha una valida alternativa: Kayode che ha esordito a Genova con un’ottima partita. Poi però è sparito dai radar. Sembra che abbia avuto a che fare con un problema alla gola, una cosa banale che però lo ha tenuto ai box per diversi giorni. Nessuno ha comunicato nulla al riguardo e così in tanti si sono chiesti perché l’allenatore non lo avesse più considerato. Adesso è pronto e c’è tanta voglia di rivederlo in campo. Sono i giovani come Kayode che accendono i sogni dei tifosi. Ragazzi cresciuti nel vivaio e che esplodono tra i professionisti. Speriamo ce ne siamo altri in rampa di lancio.