CIAO VALTER, ULTRA' GENTILUOMO: TI SEI BATTUTO TUTTA LA VITA PER SPIEGARE COSA FOSSE IL SENSO DI APPARTENENZA A FIRENZE E LA FIORENTINA

12.08.2013 00:00 di  Mario Tenerani   vedi letture
CIAO VALTER, ULTRA' GENTILUOMO: TI SEI BATTUTO TUTTA LA VITA PER SPIEGARE COSA FOSSE IL SENSO DI APPARTENENZA A FIRENZE E LA FIORENTINA
FirenzeViola.it
© foto di Federico De Luca

E' un 11 agosto molto triste, se n'è andato Valter Tanturli. Lo conoscevano tutti e lui conosceva tutti. La parola magica era Fiorentina; il colore, uno solo, era il viola. Chiedo scusa ai lettori di Firenzeviola.it se stavolta, facendo un'eccezione, scriverò in prima persona, ma onestamente non ho voglia in questa notte agostana piena di caldo e di angoscia, di parlare di calciomercato e schieramenti tattici. E ringrazio anche Firenzeviola.it che mi ha concesso questo spazio, ma credo che l'ultimo saluto a Valter meriti un contesto vasto e autorevole come questo. 
La retorica non mi e' mai piaciuta e mai mi piacerà, mi pare l'esercizio dei mediocri. Quindi mi perdonerete se non mi lancerò in iperboli fantastiche per descrivere un lutto che lascia un vuoto enorme,  non so quanto colmabile, nel pianeta Fiorentina.
Valter Tanturli, in poche e semplici parole, è stato un ultrà gentiluomo, atipico se preferite. Sempre distante da tutto ciò che fosse violenza, eppure sempre in prima linea. In ogni battaglia ideologica volta a difendere la Fiorentina e ciò che rappresentava, a cominciare dalla città in cui giocava la squadra viola, e in ogni stadio dove bisogna urlare fino a rendere le corde vocali un filo di carta vetrata. 
Lui motore del Viola Club Viessieux, quando ancora gli ultrà non esistevano, e dopo fondatore insieme ad un'altra pattuglia di innamorati pazzi col viola nel cuore, della Curva Fiesole. 
Stasera un vecchio ultrà, commosso al telefono, mi raccontava che dopo la scomparsa di Stefano Biagini detto "Pompa" l'addio di Valter è il colpo più grande. Ci ho riflettuto e pur pensando che in certi momenti sia duro stilare delle classifiche, credo loro due, seppur con caratteri e caratteristiche diverse, abbiano un grande valore simbolico nella storia del tifo viola, della Curva Fiesole - e dopo per Valter anche Ferrovia con l'Atf - e della Fiorentina. Loro c'erano quando un gruppo di ragazzi decisero di organizzarsi per amore di una squadra e loro ci saranno sempre per trasmettere un modello di senso di appartenenza.


Valter era un uomo vero, burbero a volte ma solo per mascherare quella sua infinità bontà, sincero fino allo scontro. Qualcuno lo giudicava poco politico, ma quel qualcuno sbagliava perché questa era la qualità migliore: Valter ti sparava tutto in faccia e il problema era tuo. Che tu fossi dirigente, giocatore, allenatore, giornalista o tifoso. 
Amava la Fiorentina senza condizioni e se doveva criticarla lo faceva come un padre di famiglia è severo con figlio perché sa che quello è un insegnamento di vita, un bene di vita. 
Valter ha visto passare sotto i suoi occhi generazioni di viola; presidenti, moduli tattici, stadi pieni e vuoti, scudetti - nel '56 aveva 6 anni, nel '69 già 19 -, coppe, retrocessioni, fallimenti, resurrezioni, catarsi, notti di Champions e fuoriclasse inarrivabili. Valter ha visto quasi tutto nella storia della Fiorentina, quasi come Mario Ciuffi, altra colonna del tifo viola che per un atroce incrocio del destino ci ha lasciati all'inizio del 2013. 
Valter rispondeva sempre al telefono anche quando chi scrive scocciava a qualsiasi ora pur di avere un parere o una valutazione. E non lo faceva per il giornalista, ma per la Fiorentina. Questo significa senso di appartenenza. 
Lui lo aveva dentro, più di qualsiasi altra cosa il viola: era la sua famiglia e la sua famiglia è viola. Il nostro pensiero in questo frangente va ai suoi cari, che hanno condiviso con lui un percorso sempre contraddistinto da quel giglio.
E speriamo che tutti, a cominciare dalla Fiorentina, facciano tesoro del suo insegnamento. Senso di appartenenza ai viola e a Firenze. Prima di tutto e per sempre.
Ciao Valter
Mario Tenerani