IACHINI, Si presenta a Parma: "Ho nuovi Vlahovic"
Giuseppe Iachini si è presentato oggi in conferenza stampa come nuovo allenatore del Parma: "Per prima cosa voglio ringraziare il presidente, i direttori e la società per avermi scelto, arrivo in una piazza ambiziosa che vuole tornare nel massimo campionato. Quando mi hanno chiamato c'è stato un approccio umano giusto, avevo opportunità in Serie A ma per me Parma lo è. E quindi, c'è voglia di dare tutto per questo progetto pluriennale e arrivare a raggiungere l'obiettivo. Voglio infine mandare un abbraccio a Enzo Maresca e Roberto Vitiello, sono stati miei giocatori, tifavo Parma ancora prima di venire qua. Il calcio è fatto in una certa maniera e sono arrivato ora con grande entusiasmo, voglio dare una organizzazione, un'anima, un gioco alla squadra. Io conosco solo una medicina: lavoro, lavoro, lavoro, darò il massimo perché tutti possano andare in una sola direzione, quella della Serie A. Con il presidente ho avuto subito un bel rapporto, molto empatico, ho capito subito la sua voglia di raggiungere certi risultati".
Da calciatore quali sono gli allenatori che l'hanno colpita di più? E i colleghi?
"Ho avuto la fortuna di averne tanti bioni, penso a Radice, Boskov, Mazzone, Castagner, Bagnoli e magari ne dimentico anche qualcuno. Spalletti anche, Novellino. Mi scuso se ne ho tralasciato qualcuno ma sono tanti. Mi hanno insegnato l'importanza della tattica, della tecnica, la gestione dello spogliatoio. Poi ho fatto la mia gavetta come allenatore, sono arrivato in Serie A sul campo, l'ho raggiunta e l'ho mantenuta, sono stato chiamato per fare imprese. Ho una grande ricchezza di esperienza, ora sono a Parma e spero di fare bene, anzi ne sono convinto, con il lavoro e con il tempo. Ci saranno momenti difficili, dovremmo mettere certe cose a posto e conoscerci in fretta, i ragazzi dovranno capire cosa voglio da loro sotto tanti aspetti, proveremo a farlo più in fretta possibile".
Dal punto di vista caratteriale ha notato qualche limite nella squadra? Quali tra questi calciatori ha la potenzialità di diventare il nuovo Dybala?
"Qui ci sono tanti calciatori che possono avere uno sviluppo di carriera alla Belotti o alla Vlahovic: con il lavoro individuale e non, è diventato quello che è ora. Qui ce ne sono tanti di questi giocatori, ma dobbiamo avere pazienza, e coniugare l'esigenza di fare risultati, perché sono arrivati qui per quello. Devo portare la squadra a essere figlia del propro allenatore, vale a dire essere determinata sempre, la mentalità dovrò essere bravo io a trasmettergliela e ho iniziato già a lanciare qualche input. Sono convinto che diversi di questi ragazzi potranno diventare giocatori importanti".
Che idea sta maturando nella sua testa dal punto di vista tattico?
"Ho vinto quattro campionati giocando con il 3-5-2, con il 4-3-3, con il 4-3-1-2, etc. Dipende dalle caratteristiche dei giocatori, sono andato a costruire un modulo adeguato alle caratteristiche della squadra e abbiamo anche raggiunto dei record, sia di squadra che individuali. Stiamo lavorando, ho delle idee ma serve il responso del campo e senza la preparazione estiva. Le nostre amichevoli saranno, tra virgolette, le gare di campionato. Più di questo non posso dire, solo che lavoreremo sui concetti per dare soddisfazioni al nostro presidente".
Comparando questa situazione alle sue precedenti, dove collochiamo il Parma come grado di difficoltà?
"Quando sono andato a Palermo eravamo tredicesimi e abbiamo fatto una cavalcata importante, vincendo il campionato. Qui siamo a novembre, la prossima settimana abbiamo tre partite. È chiaro che un allenatore ha bisogno di settimane lavorative per passare certi concetti, solo il tempo e le settimane di lavoro possono dare risultati. Nelle mie esperienze sono quasi sempre subentrato quindi l'esperienza ce l'ho, cercheremo di raggiungere un risultato anche qui".
Viste le offerte, cosa l'ha spinta a scegliere Parma?
"I primi contatti ci sono stati l'altro ieri ed è stato un fulmine a ciel sereno, visto che i colloqui li avevo avuti ma con altre squadre di Serie A e potevano concretizzarsi di lì a poco. Facevo il tifo per il Parma per i motivi che ho detto prima e poi dopo il primo colloquio ho capito la voglia di fare di questa società, di tornare in Serie A e di consolidarla, dopo aver incontrato i dirigenti ho capito l'entusiasmo e il progetto pluriennale mi ha convinto a sposare la causa".