ATALANTA, Vieri per ora è un nemico
Si è presentato all’appuntamento con un nuovo taglio di capelli. Una cresta che lo fa assomigliare tanto all’ultimo dei mohicani, guerrieri feroci pronti a sferrare l’attacco. Ma la sua ascia è rimasta sotto terra. Per ora. Alla guerra dichiarata dai suoi nemici (vale a dire i tifosi, che ieri lo hanno insultato pesantemente) lui,Christian Vieri,35 anni, ha preferito il dialogo e un contratto annuale in bianco.
POSIZIONI LONTANE
E così mentre in conferenza stampa, affiancato dal direttore sportivo Carlo Osti, spiegava il motivo del suo ritorno (il terzo, stavolta di ritorno dalla Fiorentina) a Bergamo, fuori dal centro sportivo Bortolotti, a Zingonia, quartier generale della società nerazzurra, un centinaio di ultrà faceva sentire la propria voce esponendo striscioni contro la società e indirizzando parole pesanti nei confronti dell’attaccante, dei dirigenti,dei giornalisti e degli operatori delle televisioni. Tant’è che, quando la berlina nera del giocatore è sgusciata via scortata dalla polizia,i supporter gli hanno urlato di tutto. Una sorta di assedio in piena regola, con la strada rimasta bloccata per mezz’ora.Una dura contestazione (è stato lanciato anche un fumogeno) prevedibile, messa in conto nello stesso giorno in cui a Bergamo era girata la voce del suo ritorno. Per tutta risposta, gli ultrà avevano tappezzato la città di manifesti con una scritta eloquente che riassumeva il loro pensiero:“Vieri,sei solo un ingrato, non sei degno dell’Atalanta. La Dea merita rispetto”. «Sicuramente non mi aspettavo una reazione simile - ha spiegato l’attaccante che ha evitato il faccia a faccia con i tifosi - ma le contestazioni non mi interessano, perché sono convinto che riuscirò a ricucire il rapporto con loro. Sono tornato qui in segno di riconoscenza per la famiglia Ruggeri. Sono stati loro, una quindicina di anni fa, a lanciarmi nel grande calcio e due anni fa mi hanno permesso di curarmi e di farmi operare al ginocchio. Con il presidente Ivan ho sempre avuto un buonissimo rapporto, tant’è che quando ho deciso di lasciare Bergamo per Firenze avevo fatto una promessa: se ci fosse stata di nuovo l’occasione per ritornare, non me la sarei lasciata sfuggire. E ora eccomi qua. I tifosi non mi hanno ancora perdonato per l’esultanza dopo il gol segnato con la maglia della Fiorentina (gara disputata il 16 settembre e terminata 2-2, ndr)? Ero troppo felice, perché era tanto tempo che non segnavo. Lì per lì non mi sono nemmeno accorto a chi avevo fatto gol, ma non volevo mancare di rispetto a nessuno».
ANCORA UN ANNO
Vieri ha firmato un contratto annuale in bianco,come ha sottolineato il ds Osti: «Con il giocatore c’è sempre stata stima reciproca e infatti ci siamo ritrovati.Posso solo dire che è la prima volta che mi capita di vedere un giocatore che mi firma un contratto in bianco. I tifosi devono capire che la società lavora anche per il loro bene». Ma per il momento quelli della Nord la pensano in modo diverso. Sarà, ma intanto Bobone da una settimana ha iniziato a lavorare da solo con il preparatore atletico Ginani. Sfodera grinta, conferma di sentirsi in forma, e aggiunge: «Sono riuscito a dimostrare a me stesso, più che agli altri, che c’ero ancora. Quanti gol farò? Non so, e non mi interessa,l’importante è giocare e stare bene. La Nazionale? A quasi 35 anni la voglia non manca». Vieri agguerrito, proprio come l’ultimo dei mohicani, che per questa terza avventura a Bergamo continuerà ad avere sulla maglia il 32. Un numero scelto dieci anni fa che gli ha sempre portato fortuna. Ne avrà bisogno anche questa volta. Anzi, ora di più.