L'ORA DEI FATTI
Ci corichiamo con la situazione di Alberto Gilardino non ancora definita. E pensare che quella che sta per terminare doveva essere la giornata in cui si decideva una volta per tutte il suo futuro. Non escludiamo di trovare, al nostro risveglio, qualche novità in proposito. Che, in ogni caso, non sarà positiva. Perché se Gilardino sarà ceduto, la Fiorentina perderà un attaccante di grande spessore. Che difficilmente il club gigliato sostituirà adeguatamente. Se resterà, scusate se siamo ripetitivi, sarà forte il rischio che a breve si crei in casa viola un "caso-Montolivo bis". Gli Italiani sono degli inguaribili esterofili, e molti hanno fatto notare come in vari Paesi giocatori anche importanti firmino contratti annuali e non si facciano troppe storie quando in squadra si hanno calciatori col contratto vicino alla scadenza. Sarebbe il caso che questi signori andassero a vedersi quanti rinnovi contrattuali si stanno registrando in questi giorni, ovvero a mercato in corso: per farla breve, in Premier, in Bundesliga e in Ligue 1 le società i giocatori che reputano importanti per i loro progetti se li tengono ben stretti.
Ad oggi la Fiorentina, al di là di tanti bei discorsi, nei confronti di Gilardino, così come in quelli di Juan Manuel Vargas, non ha dimostrato una posizione chiara. Ovvio, la società viola non poteva certo andare a sbandierare ai quattro venti che voleva vendere i propri giocatori di maggior valore. Ne', viceversa, imporre dei rinnovi o correre ad accontentare chi il rinnovo lo chiedeva. Però non poteva nemmeno trovarsi a 43 ore dalla fine della campagna trasferimenti imprigionata in un intreccio di mercato che vede coinvolti almeno altri quattro club. L'ora delle parole è finita. Servono i fatti. La Fiorentina ceda Gilardino e Vargas e incassi quei 29 milioni che ha il diritto di utilizzare come meglio crede, oppure li dichiari immediatamente incedibili e su di loro imposti un discorso a lungo termine. Ogni soluzione alternativa costituirà un segnale tutt'altro che confortante.
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