L'ORA DEI BILANCI
La classifica della Fiorentina –che vede la squadra di Mihajlovic sempre più lontana dalla zona retrocessione in cui si era impantanata, e a non troppi punti dai posti che valgono l’Europa- ed alcune prestazioni sicuramente positive come quelle fornite nelle trasferte di Milano e Torino non traggano in inganno: come andiamo dicendo da tempo, parafrasando Emiliano Mondonico, la squadra viola ha dei problemi che “vengono da lontano”. Problemi attutiti dal buon impatto col calcio che conta da parte di Michele Camporese e dal pieno recupero di Gaetano D’Agostino, ma che continuano a serpeggiare all’interno del gruppo gigliato. Già da settembre i dirigenti della Fiorentina vanno dicendo che i primi bilanci sarebbero stati fatti tra fine novembre e inizio dicembre, ovvero in questi giorni. Sicuramente dei contatti tra tecnico, dirigenza e proprietà ci sono già stati, altrimenti non si spiegherebbero le recenti dichiarazioni di Cognigni. Ma il punto della situazione vero e proprio, quello di carattere prettamente tecnico e che vedrà come indiscussi protagonisti il tecnico serbo e Pantaleo Corvino, si avrà solo quando il calcio giocato si prenderà definitivamente una pausa. Sarà li che si deciderà dove e come intervenire, anche se le idee paiono già abbastanza chiare.
E’ innegabile che lo sbocciare improvviso di alcune “pianticelle” possa influire sulle scelte di Mihajlovic e Corvino, rendendole più semplici o più ardue a seconda di come si voglia vedere la cosa. Certo è che questi primi mesi dell’annata 2010/2011 hanno sicuramente insegnato qualcosa: la lunga serie di infortuni che ha falcidiato la rosa gigliata non è una iettatura, ma fa parte di un trend che colpisce ormai tutte le squadre professionistiche, da quelle di Serie B a quelle che partecipano alla Champions. Guai a non tener conto di questo dato in sede di campagna acquisti. I giovani potranno in questo senso dare sicuramente una mano, ma, non dimentichiamolo, non si può chiedere troppa continuità ad un ragazzo di 18-19 anni. Un conto è sostituire un “titolare” per due o tre partite, un altro è farlo per una porzione importante di stagione. Ben vengano quindi le promozioni in prima squadra di molti giovani, giusto puntare sui recuperi di giocatori importanti, ma la perdita indolore di un grande campione come Seba Frey grazie all’astuzia di Corvino nel prendere Boruc sia un esempio che si continui a seguire.