ITALIANO: "DARÒ TUTTO. PRIMO OBIETTIVO: AVERE UN'IDENTITÀ. VLAHOVIC È STRAORDINARIO"

15.07.2021 12:10 di  Redazione FV  Twitter:    vedi letture
Fonte: dal nostro inviato: Andrea Giannattasio
ITALIANO: "DARÒ TUTTO. PRIMO OBIETTIVO: AVERE UN'IDENTITÀ. VLAHOVIC È STRAORDINARIO"

Giornata di presentazioni in casa Fiorentina. Nella splendida cornice della terrazza Michelangelo è in programma questa mattina la conferenza stampa del nuovo tecnico viola Vincenzo Italiano. Assieme al mister, che ha firmato un contratto di due anni con opzione sul terzo, anche il direttore generale Joe Barone e il direttore sportivo Daniele Pradè. Ecco le parole del nuovo allenatore della Fiorentina:

Se questa è la scelta più ambiziosa della sua vita: "Ho poca voce... dopo aver visto il calendario abbiamo iniziato ad andare forte. Il calcio per me è fatto di categorie e tutto è ai massimi livelli in Serie A. La scelta di venire qua a Firenze è una scelta dove porterò il cuore: in questi anni ho ottenuto risultati importanti. Darò tutto me stesso e cercherò di mettere in atto quello che mi ha dato la società: avremo un'identità, un'organizzazione e proveremo a portare in alto il blasone del club. Quando giocavo contro la Fiorentina, non dormivo la notte prima: spero che i nostri avversari provino le stesse cose. Sto allenando una squadra di grande livello".

Su cosa ha dato Italiano al calcio: "A me il calcio dà soddisfazione ogni giorno, mi piace guardare milioni di partite e cerco di migliorarmi ogni giorno. Tutti lo scorso anno ci davano per spacciati nella squadra dove allenavo. Ho ancora da dare tanto e auguro a me stesso di togliermi tante soddisfazioni. E' bello avere questa splendida città alle spalle".

Se ha ancora dei sogni da allenatore: "Sono quattro anni consecutivi che mi tolgo tante soddisfazioni, andando oltre l'obiettivo iniziale. Ogni anno si inizia la stagione cercando di migliorare la stagione prima. Intanto il primo obiettivo è quello di trovare una grande identità. Diventare allenatore è stato un richiamo che ho sentito da molto prima che smettessi di giocare. Ho fatto tanti errori ma sono maturato. Sono diverso rispetto agli ultimi anni. Il mio sogno nell'immediato è veder crescere e divertire questi ragazzi che conosco da appena tre giorni. Il mio obiettivo è sentir dire ai miei ragazzi: "Mister, mi sto divertendo". Le vittorie non le può garantire nessuno, ci sono tante variabili".

Su quale marchio di fabbrica vuole dare alla sua squadra: "Io posso incidere in maniera marcata su un certo tipo di calcio, un certo tipo di atteggiamento e di intensità. Vogliamo essere aggressivi, senza subire mai il nostro avversario: poi possiamo parlare di numeri ma l'importante è l'atteggiamento e ciò che si fa in campo. Tutti avremo grossi vantaggi".

Su cosa si aspetta dal mercato: "Con la società il quadro è chiaro: valutare bene la rosa in questi giorni, andare in ritiro e dopo due settimane fare il punto della situazione. Alcuni ragazzi li conoscevo da avversario ma è importante conoscere caratterialmente i giocatori a disposizione. Per me la Fiorentina è già una squadra di livello, poi si può sempre migliorare".

Se ha un messaggio per i tifosi dello Spezia: "Quello che è stato fatto in questi due anni è storia. Se c'è una persona che ha avuto rispetto, atteggiamento di grande affetto verso quella piazza quello si chiama Vincenzo Italiano. In due anni abbiamo ottenuto obiettivi allucinanti, in ogni situazione ho ricordato l'aiuto dei tifosi che hanno sofferto per la mancanza della presenza allo stadio. Ho visto che ci sono state persone deluse ma ci sono momenti in cui bisogna abbassare la testa e rimboccarsi le maniche: a gennaio siamo stati abbandonati e noi abbiamo dato il massimo e siamo stati etichettati come "idoli" e "fenomeni". Poi quando si fanno altre scelte, uno passa in secondo piano e si parla solo di firme e contratti. Si può andare anche oltre a certe cose. L'affetto e l'amore per La Spezia rimarrà per tutta la vita, mi dispiace per la reazione di tante persone".

Su come si fa a riportare entusiasmo e cosa si sente di dire ai tifosi: "Il divertimento è importante, dobbiamo difendere bene ma attaccare benissimo. Dobbiamo sempre fare un gol in più degli avversari: il divertimento è fare rete, gioire nello spogliatoio. Ieri Castrovilli è passato a salutarci e gli ho detto che la vera gioia è vedere tutto il gruppo che fa gol. Se c'è unione d'intenti, i risultati si ottengono"

Sulla prima giornata di campionato contro la Roma e il precedente dell'Europeo del '68: "Sapevo di questa ricorrenza... nel '69 la Fiorentina vinse lo scudetto. Di solito tocco ferro, non sono riuscito ad appoggiarmi a nulla... (ride). Questa è una piazza che ha avuto grandi campioni, Rui Costa, Batistuta, Socrates... daremo il massimo, il calcio è qualcosa di indecifrabile per gli obiettivi. Cercheremo di sputare sangue ogni partita, quello ne sono convinto: già oggi non ho più la voce".

Sullo slogan "Nessun limite, solo orizzonti": "E' una frase che ho utilizzato all'inizio della mia avventura a Trapani... scrissi su una lavagna questa frase e l'ho ritrovata a fine anno, sicché ha portato bene. Lo slogan quest'anno è: "Difendere bene ed attaccare benissimo".

Sull'importanza di Vlahovic: "Lo conoscevo solo da avversario: a me piace condividere tutto coi miei giocatori. Mi trovo davanti un attaccante straordinario, con una fame incredibile. Cercherò di sfruttare le sue caratteristiche. A lui chiedo grande disponibilità e sacrificio. Ma quando si parla con lui possiamo stare tranquilli".

Sull'obiettivo Europa: "Dobbiamo fare meglio dell'anno scorso: la storia di questa squadra ci impone di avere una classifica diversa dal 13° o 14° posto. Il mio obiettivo è migliorare ciò che è stato fatto in precedenza, sia sui punti che sui gol. Senza porci alcun posizionamento in classifica".

Sulla necessità di un regista: "Mancano sei nazionali, Pulgar ha ricoperto questo ruolo per tanti anni, non ci ho mai parlato ma lo conosco: penso che nella mia idea di calcio l'asse centrale deve essere formato da gente di personalità e qualità, con voglia di determinare. Valuterò tutti i ragazzi della rosa in attesa dei Nazionali e vedremo il da farsi".

Sulla trattativa con la Fiorentina: "Quando si riceve la chiamata da un club come la Fiorentina, è un orgoglio per qualsiasi calciatore o allenatore. Poteva essere un po' più veloce come cosa ma sono contento di questo epilogo".

Sulle necessità in attacco: "Intanto abbiamo Nico Gonzalez, un giocatore che ha vinto la Copa America, forte, di qualità e perfetto per il tridente. Penso che sia una freccia importante per questa squadra. Si impegna, corre, si sacrifica e fa gol di testa: penso che questo sia un grande acquisto".

Se manca poco alla Fiorentina per essere competitiva: "Quando una squadra ha a disposizione tre vincitori della Copa America, un vincitore dell'Europeo, un nazionale cileno parliamo di una rosa importante. Ci sono già dei giocatori di ottimo livello: se si può migliorare, bisogna migliorare. E questo non riguarda solo l'aspetto tecnico ma anche quello delle motivazioni da mettere in campo. Servono ragazzi che sentano davvero il giglio che hanno sul petto ed abbiano il fuoco dentro".

Su come si ricostruisce un ambiente che lotta da anni per la salvezza: "Non contano solo i numeri in campo: io mi sento una grande responsabilità addosso ma questo sentimento lo devono avere anche i giocatori che avrò a disposizione. Il popolo viola, quando ti vede in giro per le strade, deve pensare che la squadra e lo staff siano persone da elogiare".

Sul calendario in salita: "Il calendario ci mette di fronte tutte partite di difficoltà elevata, dalla prima all'ultima. La Fiorentina come altre 11 squadre ha cambiato guida tecnica per cui le difficoltà che possiamo avere noi le possono avere gli altri. Servirà inculcare il pensiero di gioco il prima possibile: dobbiamo essere svegli e veloci. Qualsiasi gara è difficile, se la rendi facile vuol dire che hai vinto. Le prepareremo tutte come se fossero finali di Champions".

Sulla difesa e il futuro di alcuni elementi: "Ho sempre difeso con una linea a 4, stando lontano dall'area di rigore e in particolare dagli ultimi 16 metri. I calciatori che ci sono in rosa sono di livello. Spero di far diventare questa difesa coraggiosa, senza paura di osare. Questo dipende dalla capacità del mister e dalla disponibilità dei ragazzi".

Su Amrabat e l'infortunio che ha avuto: "E' un giocatore forte, con determinate caratteristiche: in Serie A tutti devono saper fare tante cose e saper fare più ruoli è bello. Se un giocatore si mette a disposizione ed apre le sue vedute calcistiche può fare qualsiasi cosa, figuriamoci Amrabat con la forza e il dinamismo che ha. Poi ognuno ha le sue caratteristiche, Bonaventura e Castrovilli ne hanno altre, ma il mio problema è cercare di far rendere i calciatori al meglio".

Sul mercato che andrà fatto: "Voglio prima conoscere i giocatori e parlare con ognuno di loro: a me piace stare in campo e condividere tutto, l'ultima parola spetta sempre all'allenatore".

Su Commisso: "L'ho sentito, è stato simpaticissimo: mi ha detto: "Tu sei italiano, siciliano e tedesco". E mi ha chiesto in ordine cosa volessi essere. Io gli ho detto che mi interessa solo diventare un allenatore importante per la Fiorentina e per Firenze. Poi mi può definire come vuole, l'importante è che il presidente possa dire di aver conosciuto una brava persona e un buon allenatore".

Sul mancato rinnovo di Ribery, Caceres e Borja Valero: "Su questi argomenti mi faccio da parte, c'è la società che deve parlare. La Fiorentina ha giovani di valore che anche lontano da Firenze ci sono messi in mostra. Una squadra deve essere sempre un mix giusto di esperti e giovani, che abbiano grande voglie di dimostrare. Alcuni giovani in questi quattro giorni mi hanno colpito".

Se gli sarebbe piaciuto allenare Ribery: "Mi limito a dire che Ribery è un campione, è dimostrato dai trofei che ha vinto e dalla carriera che ha fatto. Però anche questo è stato un discorso che è stato trattato dopo il mio arrivo. Il calciatore per me è sempre stato straordinario".

Se ha un allenatore modello e il rapporto con Prandelli: "Ho avuto la fortuna di avere mister di valore, preparatissimi, che mi hanno dato tanto nel mio percorso. Alcuni sono stati fonte di ispirazione quando ho smesso di giocare. Tra questi c'è mister Prandelli, il primo allenatore a darmi fiducia a 20 anni a Verona, il primo a consegnarmi le chiavi del centrocampo: ho passato con lui due anni fantastici. Non l'ho ancora sentito, so che vive qua e quanto sia tifoso di questa squadra, so che mi potrà dare tanti consigli anche sui giocatori che lui ha già allenato".