Napoli e Fiorentina, a un passo dal centenario: così vicine ma così lontane

Su PianaNotizie, Massimo Cervelli fa un interessante confronto tra le realtà calcistiche di Napoli e Firenze, intese quindi come Napoli e Fiorentina, analizzandone i tanti punti in comune e le differenze. Partendo dal centenario imminente per entrambe: "La Fiorentina ha iniziato la preparazione per la stagione 2025-2026, la settima sotto la proprietà di Rocco Commisso, che la condurrà alle soglie del centenario in programma il 29 agosto 2026. L’auspicio è che, per quella data, una domenica, lo stadio possa accogliere i 35.000 spettatori promessi, con la nuova Curva Fiesole finalmente aperta. Delle celebrazioni da organizzare per il centenario, un evento che coinvolgerà tutta l’area metropolitana con tanti itinerari e manifestazioni, parleremo nei prossimi articoli. Oggi ci concentriamo su una novità, in casa viola, e sul conseguente confronto tra due società (Fiorentina e Napoli) che fallirono a poco tempo di distanza e compiranno entrambe i 100 anni di vita nell’agosto del 2026. La novità, per la gestione Commisso, è che la parola, sulle prospettive e le ambizioni della società, è stata data direttamente all’allenatore Stefano Pioli grande conoscitore della piazza dove ha giocato sei anni, con la retrocessione choc del 1992-1993 la pronta risalita in A e un arresto cardio-circolatorio in campo, e allenato per una stagione e mezzo, gestendo la drammatica situazione della morte di Davide Astori.
Diventa necessario riflettere sulle diverse strade imboccate dalla Fiorentina e dal Napoli e sui differenti risultati conseguiti. Chi studia il calcio ha il dovere, oltre che di raccontarne la storia, di spiegare le ragioni che, nel medio periodo, determinano vittorie e sconfitte, ed è con questo intento che affrontiamo il caso del Napoli, la cui proprietà ha oltrepassato i vent’anni di gestione. Il 6 settembre 2004, Aurelio De Laurentiis, classe 1949, divenne presidente del Napoli. La curatela fallimentare accettò la sua proposta, stimata all’epoca in circa trenta milioni. De Laurentiis era noto come l’erede di un impero cinematografico ormai in declino, sostenuto principalmente dalla produzione dei cosiddetti cinepanettoni natalizi.
La famiglia Della Valle era arrivata a Firenze due anni prima e aveva già completato il ritorno della Fiorentina in Serie A risultando, dunque, in vantaggio rispetto al Napoli. De Laurentiis non riuscì a ottenere la promozione dalla C1 alla B nella sua prima stagione: a salire fu l’Avellino, mentre i partenopei tornarono in Serie A solo a partire dal campionato 2008-2009 — gli anni di ritardo rispetto ai Della Valle erano così diventati quattro. Da allora, dopo qualche smarrimento iniziale, la politica sportiva del Napoli si è concentrata sull’obiettivo primario della partecipazione alle coppe europee — in particolare alla Champions League — per garantire le risorse necessarie a restare competitivi. Servivano grandi calciatori, da trattenere (come Hamsik, Mertens, Insigne) o, se ceduti, da sostituire con giocatori di pari livello (come nella successione Cavani, Higuaín, Osimhen). Alla guida tecnica era affidato l’innalzamento del valore della squadra, attraverso un percorso che, al netto di qualche errore, ha visto alternarsi allenatori come Mazzarri, Benítez, Sarri, Ancelotti, Spalletti e ora Conte.
Il bilancio sportivo della gestione De Laurentiis conta due scudetti, una Supercoppa italiana e tre Coppe Italia. Con la prossima edizione, le partecipazioni alla Champions League saliranno a nove; nel 2014-2015, invece, il Napoli fu eliminato ai play-off dall’Athletic Bilbao. In altre sei occasioni, la squadra si è qualificata per l’Europa League. L’altra faccia, quella finanziaria, è altrettanto sorridente. Il Napoli e, dal 31 luglio 2018 anche il Bari, appartengono alla Filmauro fondata nel 1975 da Luigi (padre) e Aurelio (figlio) De Laurentiis come società di produzione e distribuzione cinematografica. Nel 2024 (fonte Italiaoggi) i proventi della gestione calcistica rappresentano il 92% dei ricavi della Filmauro, mentre quelli del cinema solo il 3% e il consiglio di amministrazione (presidente Aurelio, consiglieri la moglie Jacqueline e i figli Luigi, Valentina ed Edoardo) si è ripartito circa quattro milioni di euro di utili, dopo i 3,6 milioni del 2023.
Quando il Napoli puntò sulle qualificazioni europee, la Fiorentina disputava la Champions ed uno dei suoi proprietari, mangiando un gelato, liquidò l’esperienza con questa battuta: “la Champions quello che dà toglie”. Una visione miope, un mero riflesso ragionieristico che sottolineava il necessario aumento dei costi della rosa per disputare la competizione, un falso problema se ogni anno partecipi alla Champions stessa. Il nostro ultimo successo è la Coppa Italia del 2001, prima del fallimento. Gli anni successivi li abbiamo persi rincorrendo il buco di bilancio… Se è possibile vincere senza dissanguarsi economicamente — smentendo ciò che molti proprietari continuano a sostenere — e senza sacrificare i propri affari grazie a una solida correlazione tra risultati sportivi e business, quale può e deve essere la nostra ambizione? E allora basta con gli ottavi posti e, alla quarta partecipazione vinciamo finalmente questa Conference e … diciamolo che la squadra di Firenze, città del mondo, deve avere come obiettivo la costante partecipazione alla Champions League?"
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