Vanoli: "Voglio impegno e ferocia in campo. Gosens non ci sarà. Ranieri resta capitano ma capisca le critiche"
Antivigilia di campionato in casa Fiorentina. A due giorni dalla gara contro la Juventus di sabato alle ore 18, il tecnico viola Paolo Vanoli ha preso la parola dal media center del Viola Park per introdurre tutti i temi legati alla gara contro i bianconeri:
Quella con la Juve sarà la partita della svolta per la Fiorentina?
"No, non mi piace questa definizione. È la partita. Sappiamo bene per i nostri tifosi quanto conta questa gara. Ho detto che sarà una strada lunga e quello che mi aspetto dai giocatori domani è impegno e ferocia durante la partita, mai abbattersi durante i momenti di difficoltà. Dovremo reagire ai momenti negativi. Non sarà una gara della svolta, sarà una strada molto lunga, ripeto. I giocatori si devono concentrare sul presente".
C'è una cosa che la preoccupa in modo particolare di questa sfida o una che deve emergere in particolare?
"Quando ho messo piede qua dentro ho detto qual è la mia preoccupazione. A Genova c'è stato un primo passo. Ma per ottenere i successi ci sono le montagne russe. Oggi non posso pensare più in là del giorno dopo giorno. Le cose si costruiscono così. Per uscire da queste situazioni bisogna essere uniti. Qui siamo tutti una famiglia e in questo momento chiedo al popolo viola di esserci vicino per uscire. Noi dobbiamo essere i trascinatori di tutto questo. Non si può cambiare mentalità in tre giorni".
Come stanno i giocatori acciaccati?
"Gosens ha lavorato a parte, non ci sarà sabato. Ma sta facendo un buon lavoro. I nazionali sono rientrati ieri e i giovani dell'Under-21 hanno giocato su un campo pesante".
Come ha risposto la squadra alle sue richieste? Che gruppo ha trovato?
"Ho trovato un gruppo che ha tanta voglia di dimostrare di uscire da questa situazione. Sono state due settimane di duro lavoro. Le sedute doppie le ho fatte per conoscere meglio i giocatori e per parlarci. Faccio i complimenti al gruppo perché vuole uscire da questa situazione. Adesso però bisogna abbandonare l'"io" e bisogna trovare il "noi". Bisogna che tutti ascoltino il compagno e questo è un aspetto su cui devo lavorare. C'è tanto da lavorare ma i ragazzi hanno tanta voglia di farcela. La squadra è giovane ed è bello lavorare coi giovani".
Luca Ranieri sarà ancora il capitano della squadra?
"Ci sono state critiche eccessive in tv su di lui. Con lui ho parlato e quello che ho detto a lui lo dico a voi. Gli ho detto che se io fossi stato l'allenatore della Fiorentina a inizio anno gli avrei dato la fascia di capitano. La fascia viene data per tanti motivi: se sei un leader, se hai tante presenze... gli ho detto che lui è diventato capitano perché è un esempio del lavoro. Lui ha lavorato con la sua energia e nonostante chi diceva che non era in grado è rimasto alla Fiorentina. Io lo avevo chiesto a Pradè a Venezia ma lui si è conquistato la Fiorentina. Oggi però è giusto che si prenda le critiche perché la gente non gli riconosce i valori di capitano. Quindi per me il capitano è lui e lo difenderò fino alla morte. Lui deve capire perché si è preso questa fascia".
Come sta Kean? È in grado di giocare?
"Moise è recuperato dal problema alla tibia. Per me lui è un giocatore completo di grande valore, che fa reparto da solo ma può anche giocare con una punta a fianco. Lui ha delle caratteristiche che dobbiamo sfruttare. Per me i quattro attaccanti che abbiamo sono complementari ma sono caratteristiche che si possono abbinare. In questa situazione non mi posso permettere di perdere nessuno".
Come nasce la scelta dello staff tecnico tra il vice Cavaletto e i volti nuovi del settore giovanile?
"Cavalletto è un ragazzo che conoscevo da tempo. Ha fatto una grandissima esperienza con Farioli. Sta vicino a me ed è da tanto tempo che ci conoscevamo. Oggi abbiamo la fortuna di lavorare assieme. Io amo completare lo staff con figure a livello internazionale. Mi piace avere anche opinioni diverse. Ecco perché ho portato Christian Ceballos, che ha fatto grandi esperienze all'estero. Ma ho anche una figura che sa bene le lingue, ma un po' tutti conoscono più idiomi. Mi servivano anche figure diverse".
Che pensa della Juventus?
"Incontriamo un allenatore che stimo e con cui mi sono confrontato tante volte. So che è un grande allenatore e che il suo volere è quello di cambiare il sistema di gioco. Il 4-3-3 è il suo dogma e con il Napoli ha fatto vedere di cosa è capace. Ha la struttura anche per passare a questo sistema tattico. La Juventus ha giocatori bravi nell'1 vs 1. Vedremo se giocheranno a quattro. Abbiamo avuto poche partite da studiare, avendo anche la Juventus cambiato allenatore da poco".
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