Dalla Juventus alla Juventus, com'è cambiato il mondo di Fagioli in 8 mesi
Otto mesi nel mondo del calcio, ambiente in cui tutto passa molto velocemente, sia le cose positive che quelle negative, equivalgono ad un'era geologica. Pensate infatti al caso di Nicolò Fagioli, arrivato durante lo scorso mercato di gennaio dalla Juventus in prestito a Firenze e riscattato poi nel corso dell'estate dalla Fiorentina. Il centrocampista viola era stato accolto sin da subito dalla tifoseria viola come il possibile nuovo faro del reparto mediano, su di lui infatti si era puntato soprattutto con l'idea di rilanciarlo dopo il periodo difficile vissuto a Torino, in particolare per via della squalifica rimediata per via delle vicende legate al calcio scommesse.
L'arrivo a Firenze e il 3-0 alla Juventus
I primi mesi a Firenze, come un po' accade anche nelle relazioni d'amore, sono stati molto positivi. Fagioli ha subito messo in mostra le sue grandi qualità tecniche e la sua visione di gioco, contribuendo a portare la Fiorentina di Palladino a quota 65 punti ed esaltandosi al massimo proprio nella sfida da ex contro la Juventus, giocatasi al Franchi il 16 marzo 2025. Quello contro i bianconeri, che è stato uno dei tanti big match vinti in casa dalla Fiorentina nella scorsa stagione, è risultata anche essere la miglior prestazione del classe 2001 da quando veste viola.
I numeri di quella partita
Fagioli quella sera è stato infatti sempre coinvolto nella manovra, tant'è che i tocchi di palla effettuati sono stati 50, contro i 42 in media a partita di questo avvio di campionato, e i passaggi precisi 36 a discapito invece dei 30,4 di media a gara di quest'anno. Il numero 44 non è però stato solo tanto fumo e niente arrosto, ma ha inciso anche livello pratico sul 3-0 finale con due assist, uno bellissimo d'esterno a Mandragora, e uno più banale ma comunque efficace per il tris finale di Gudmundsson. In quella notte probabilmente a fare la differenza sono stati la testa e la voglia di rivalsa nei confronti della sua ex squadra.
È tutta una questione di testa
Ecco proprio quella mentalità e quella cattiveria agonistica che in queste prime undici giornate di campionato Fagioli non ha mostrato, finendo sempre più ai margini della squadra sia con Pioli, che prima ci ha puntato provandolo a costruire nel ruolo di play per poi relegarlo in panchina per mancanze di risposte positive, sia con Vanoli, che è vero ha disputato una sola gara in viola ma in quella partita non ha scelto di puntare su Fagioli e tra l'altro non sembra intenzionato a farlo neanche in vista della sfida alla Juventus.
Tutto da rifare
Il mondo calcistico di Fagioli si è così capovolto nel giro di pochi mesi ed è tornato paradossalmente al punto di partenza, a quando lo scorso inverno la sua carriera era arrivata ad un bivio e a quando il centrocampista viola sembrava aver preso la strada giusta proprio nella notte del Franchi contro la sua ex Juventus. La speranza in tal senso è che, anche se non partendo dall'inizio, la partita contro la Juventus possa rappresentare nuovamente una chance di rilancio per Nicolò, con l'augurio che la strada che che verrà intrapresa questa volta possa essere più duratura dell'ultima.
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