Fiorentina e il rigore della discordia tra capricci, smentite e precedenti
La Fiorentina a Reggio Emilia è crollata pur dopo essere andata in vantaggio su rigore. Trasformato dal dischetto da Mandragora, anche quell'unico gol ha lasciato uno strascico di polemiche sia per il battibecco tra il centrocampista e Kean sia perché sembra anche aver cambiato il volto della squadra. Con la Fiorentina partita a spron battuto e all'attacco su tutti i fronti, l'episodio è sembrato lasciare un'impronta negativa su Kean, come se la sua leadership non fosse stata riconosciuta, in un momento in cui l'attaccante ha bisogno di segnare vista la sterilità del momento e magari si aspetta un aiuto dai compagni.
L'episodio chiave
Andiamo con ordine: rigore su Parisi, Mandragora prende il pallone e si mette sul dischetto. Gudmundsson glielo lascia senza discutere né intromettersi mentre Kean pretende di battere lui il penalty. Mandragora è irremovibile e neanche lo guarda fissando davanti a sé già nel mood rigorista, Fagioli e Ranieri intervengono, il primo a calmare il giocatore, il capitano ad allontanarlo, acconsentendo di fatto che lo battesse il centrocampista. Mandragora segna, Kean si defila e da quel momento sembra isolarsi e viceversa, visto che gli arrivano pochi palloni, e soprattutto si nota un centravanti nervoso.
La spiegazione di Vanoli "incrimina" Gudmundsson, la strigliata di Goretti
Paolo Vanoli sul rigore conteso ha dato questa spiegazione: "Il rigorista era Gudmundsson, che ha tirato anche a Genova. Non l'ha voluto calciare, il secondo era Mandragora. Poi c'era Moise, che da attaccante non segna da un po' e voleva tirare, e c'è stato questo ma non è questo il problema" (e in effetti lui non è intervenuto durante l'episodio). Mentre il ds Goretti disapprova il teatrino: "E' una cosa che non mi piace. Non è neanche la prima volta che la facciamo, non mi piace doppiamente". Chissà che non siano previste multe.
Gudmundsson non ci sta, smentisce il tecnico
A seguito delle parole di Vanoli Gudmundsson però risponde smentendo di non aver voluto calciare il rigore. Lo fa, sotto un post Instagram di Dazn che riporta la critica dell'ex giocatore ed opinionista Emanuele Giaccherini al quale molti tifosi davano ragione. "Non ho mai e non rifiuterò mai di prendere un rigore , ho sempre tirato i rigori per il club senza problemi. Ieri un altro giocatore ha preso la palla e voleva prendere il rigore e io non sono quel tipo di persona che litiga con il mio compagno di squadra davanti allo stadio pieno". Certo è singolare che con Vanoli non si fossero chiariti o comunque le parole scelte dal tecnico sembravano far trasparire paura a calciare nonostante l'islandese si distingua per la freddezza dal dischetto. Che abbia paura poi è da escludersi visto che a Genova con lo stadio (sponda rossoblù) contro non si è sottratto ed ha mostrato la solita glacialità.
Precedenti bisticci dell'islandese per un rigore
Risposta social legittima o meno (forse sarebbe stato meglio passare dal club), Gudmundsson ha fatto una scelta di buon senso, sottraendosi ad un teatrino che, con la situazione della squadra, è apparso fuoriluogo ed emblema di come la squadra venga dopo l'io di certi giocatori (il rovescio della medaglia è comunque sentirsi la responsabilità di tirare e forse Vanoli l'ha vista così). Ma di sicuro non è stato sempre così perché Gudmundsson con i compagni ci ha litigato eccome per un rigore. Ne sa qualcosa Retegui con almeno due discussioni plateali con la Salernitana all'Arechi nel gennaio 2024 e con il Monza nel marzo successivo, ma anche lo stesso Kean quando, alla prima partita in viola dell'islandese contro la Lazio, si vide sottrarre il pallone proprio da Gudmundsson irremovibile sul dischetto, dopo che ne aveva già calciato un'altro. Poi i due si chiarirono e Kean ci scherzò sopra ma quella fu l'inizio di una brillante serie di risultati per la Fiorentina, ora la situazione è ben diversa e bisognerebbe remare tutti dalla stessa parte, indipendentemente da chi va sul dischetto.
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