Riecco la Conference, di nuovo come scialuppa di salvataggio. La Fiorentina rimane tra le favorite, ecco le altre insidie

E rieccola...la sentite? Sta tornando. Quella sinfonia demoniaca incisa nel 2015 da Michael Kadelbach, una melodia che rimanda subito a flashback cupi della storia recente viola. Betis, Atene, Praga. Ferite ancora aperte, che possono rimarginarsi solo a Lipsia, il 27 maggio prossimo. Parte la rincorsa alla finale, obiettivo scalfito nella pietra e negli spogliatoi del Viola Park. A maggior ragione adesso che il cammino in Serie A sembra già parzialmente compromesso, la strada che porta all'atto finale di Conference pare ancora più invitante. Si riparte dal Sigma Olomouc, forse la squadra più "Conference League" delle sei che la Fiorentina affronterà da qui a dicembre. Ottava nel campionato ceco, fresca di eliminazione dalla Coppa di Lega subita da un club di quarta divisione, insomma uno di quegli antipasti che tanti vorrebbero anche scansare. L'impressione è comunque che, comunque vada, la Fiorentina sarà legata ancora alla maledizione del giovedì: a un certo punto della stagione, le serate d'Europa potrebbero di nuovo essere più importanti dei weekend di campionato e forse quest'anno succederà prima del previsto. Quindi è vietato sottovalutare qualsiasi avversario - il Polissya insegna - e soprattutto snobbare una competizione che, nonostante l'allure che il popolo fiorentino sente propria per diritto di nascita, ormai da diversi anni la terza competizione europea rappresenta al meglio lo status di un club che non va in Champions League da 15 anni. Allora sotto a chi tocca: in ordine, Sigma Olomouc, Rapid Vienna (in trasferta), Mainz (trasferta), Aek (casa), Dinamo Kiev (casa), Losanna (trasferta). Un calendario con coefficiente di difficoltà a salire, meno scontato rispetto a quello degli scorsi anni.
Un piccolo vademecum sulla competizione: sei gare come detto, tre in casa e tre in trasferta. Trentasei squadre in un girone unico. I club classificati dal 1° all'8° posto al termine della fase campionato, che prevede sei partite di sola andata, si qualificano agli ottavi di finale. I club classificati dal 9° al 24° posto si qualificano agli spareggi per la fase a eliminazione diretta. I club classificati dal 25° al 36° posto sono eliminati definitivamente dall'Europa per la stagione in corso. Come per la stagione precedente, nessuno 'sbarco' di squadre retrocesse dall'Europa League. E quindi la vincente delle quinta edizione della Conference sarà una di queste trentasei realtà. È una Conference più livellata rispetto alla scorsa: non ci sono più Chelsea e Real Betis, rispettivamente pesi supermassimi e massimi in una competizione di welter. La Fiorentina, bookmakers alla mano, è una delle due grosse favorite: l'altra è il Crystal Palace, realtà che sta vivendo un momento decisamente più felice rispetto ai viola; la compagine allenata dall'austriaco Oliver Glasner è reduce da un'estate di sbornia dopo la conquista del primo trofeo in 120 anni di storia, la Fa Cup conquistata a maggio battendo per 1-0 il Manchester City; la ripartenza è stata fulminante, con tre vittorie e tre pareggi in Premier e terzo posto in Premier dopo il successo in extremis contro il Liverpool targato Nketiah al 97'. Le Eagles debutteranno giovedì in trasferta contro la Dinamo Kiev, un altro dei club con velleità di arrivare in fondo a questa competizione, anche se con tutte le incognite del caso legate all'instabilità geopolitica ucraina.
Occhio anche allo Strasburgo, terza favorita per le quote di scommesse: la squadra più hipster della Conference, formata da un plotone di calciatori prestati da grandi club, soprattutto dal Chelsea, su tutti l'argentino classe 2004 Valentin Barco, che fino a poco fa era di proprietà del Brighton ma che è stato poi riscattato dagli alsaziano - puntiamo su di lui per il titolo di 'giocatore culto' del torneo-. Poi c'è il Mainz, che la Fiorentina incrocerà, compagine di blasone ma partita col freno a mano tirato in Bundes: stesso passo dei viola in pratica, 4 punti in 5 gare e quattordicesimo posto. Per chiudere il lotto delle favorite da seconda fila anche il Rayo Vallecano, anche se pure i biancorossi di Madrid hanno compiuto una falsa partenza in Liga (1 vittoria, due pareggi e quattro sconfitte, 15esimi pure loro). Da annoverare anche, tra le mine vaganti, l'Aek di Luka Jovic, la fucina di talenti terribili che è sempre l'Az Alkmaar e le due realtà polacche, Lech Poznan e Legia Varsavia, insidiose soprattutto per il clima infuocato che le avversarie troveranno a quelle latitudini. E quindi, bentornata Conference, che Dio ti benedica!
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