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Piccoli si presenta: "Firenze step importante. Kean e Dzeko impressionanti, Gosens un leader"

Piccoli si presenta: "Firenze step importante. Kean e Dzeko impressionanti, Gosens un leader"
Oggi alle 14:26Copertina
di Ludovico Mauro
fonte dal nostro inviato al Viola Park

Roberto Piccoli è un nuovo attaccante della Fiorentina. Prelevato dal Cagliari a titolo definitivo per 25 milioni più 2 di bonus (ai rossoblu rimarrà anche il 10% sulla futura rivendita), il classe 2001 ha firmato un contratto fino al 2030 a 1.4 milioni a stagione col club di Commisso. Lo stesso centravanti, dal Media Center del Viola Park, ha preso la parola di fronte ai giornalisti per presentarsi da nuovo calciatore della Fiorentina:

C'è stata una trattativa molto lunga, come ha vissuto questi mesi? Come ha visto Cagliari-Fiorentina?
"Ho trovato un gruppo bellissimo, la trattativa è partita dopo la fine della stagione scorsa e appena ho sentito parlare della Fiorentina dal mio agente ero molto contento, ho spinto anche io per arrivare qui. Questa piazza è importante, è un privilegio essere qui. La partita? A Cagliari ho lasciato un pezzo di cuore, mi hanno trattato benissimo ed è grazie a loro se ora ho fatto un passo in avanti. Qua ho trovato una squadra ambiziosa che speravo facesse i tre punti, bisogna spingere tutti i giorni".

Pensa di poter giocare a fianco a Kean o Dzeko? Sente forti responsabilità?
"In ogni squadra i giocatori hanno delle precise responsabilità. Firenze è una piazza passionale e ogni volta che ho giocato qui da avversario sono rimasto allibito dal tifo, fa tremare le gambe agli avversari. Ripeto, ogni calciatore ha delle responsabilità, facciamo un lavoro che è la nostra passione e dobbiamo dare tutto. Davanti siamo tre attaccanti molto forti, io ho giocato anche a due punte e starà al mister decidere, ma possiamo giocare tutti in coppia o da soli".

Si è sentito molto con mister Pioli prima di firmare?
"Col mister non ci siamo sentiti molto, è bastato poco per convincermi. È un tecnico di spessore, gli sono bastate poche parole per convincermi. In più Firenze ha sempre fatto competizioni europee, in questi anni ci sono state due finali e per me era uno step in avanti della mia carriera: era arrivato il momento giusto per farlo. La Nazionale? Certamente è un obiettivo, ma prima di tutto penso alla Fiorentina perché bisogna fare prima bene nel club".

Oltre alla Fiorentina c'erano altri club? In Conference non ci sarà, debutterà a Torino: è pronto?
"È stato un mercato movimentato, avevo altre offerte sia in Italia che all'estero, ma ho riflettuto molto sul venire a Firenze. Era uno step importante, qui c'è tutto per lavorare bene, dal mister al centro sportivo all'ambiente. Sono carico per Torino".

Trova un parco attaccanti molto competitivo. È pronto a dover sfruttare lo spazio concesso?
"Ripeto, deciderà il mister se giocare a due punte o meno. La competizione per me è sempre sana, avere davanti uno come Kean è impressionante perché viene da una stagione straordinaria che spero possa ripetere. Per me non c'è problema sul come giocare".

Si era già incrociato con Gosens all'Atalanta?
"Sì, ci ho fatto un anno speciale a Bergamo e mi aiutò tantissimo. Era leader già ai tempi, adesso ancora di più: è impressionante. Una persona stupenda che aiuta tanto noi giovani".

Come si è trovato con un giocatore della caratura di Dzeko?
"Con Edin ci intendiamo subito, è un esempio per noi attaccanti giovani. Ma anche Moise, ha 25 anni ma è già un riferimento. Sono giocatori che hanno una fame incredibile che si intravede già in allenamento. Sono stimoli importanti, fanno crescere sotto ogni punto di vista".

Che cosa ruberebbe a Kean?
"Nel 2022 ebbi un problema che non riuscivo a risolvere, mi faceva male e mi ha frenato. Ma questi passi falsi capitano, forse potevo esplodere prima ma nella vita si impara anche dalle cose difficili. Con Moise siamo giocatori abbastanza simili, io lo definisco impressionante perché quando attacca la profondità fa impressione, in pochi in Europa lo fanno così. Bisogna imparare da lui".

Siamo ai 99 anni di storia della Fiorentina, c'è un ex attaccante viola a cui si ispira?
"A Firenze sono passati tantissimi attaccanti importanti, a partire da Batistuta che aveva una cattiveria impressionante. Penso sia lui quello da cui prendere più aspirazione, ho visto tanti suoi video e aveva una ferocia agonistica fuori dal normale, oltre ad essere un bomber incredibile. Il mio momento più bello alla Fiorentina? Ieri, quando ho firmato il contratto assieme a tutta la mia famiglia, che è la cosa più importante che ho. Ero davvero emozionato a ripensare il sacrificio che ha fatto per me la mia famiglia, per me è sempre stata fondamenatale".

Viene dall'Atalanta, vede un modello simile qui a quello che ha preso piede a Bergamo?
"In questi due giorni che sono stato qui ho sentito grande ambizione, mi ha parlato bene di Firenze anche Yerry Mina che avevo con me l'anno scorso. Mi ha parlato davvero bene, e mi ha convinto ancor più della scelta che ho preso".

Quanto pesa confrontarsi con realtà internazionali, come in Conference?
"Giocare le coppe ti migliora, il mio step doveva essere anche questo. Firenze era la piazza ideale".

Perché ha scelto il numero 91?
"Questo è un po' un mio segreto, ma ho cominciato già da giovanissimo allo Spezia a usarlo e mi è sempre piaciuto come numero. E poi c'è un fatto, che non voglio raccontare. Oltre al fatto che lo aveva un attaccante che mi piaceva molto come Zapata e quindi l'ho preso, ma il motivo è più profondo".

Si sente la parola 'Champions League' nello spogliatoio?
"Mi ha fatto impressione una cosa che mi ha detto il mister, di guardare giorno per giorno, allenamento per allenamento e partita per partita. Se ragioni per fare sempre il massimo per i tre punti, raccogli risultati importanti. Sicuramente c'è l'ambizione di fare un passo avanti verso la Champions, ma ora c'è da passare il turno di Conference e poi il Torino. Dobbiamo essere pronti, superando un ostacolo alla volta".