Ranieri sostituito per scelta tecnica è un segnale forte al gruppo. Mandragora da rinnovare, poi due colpi per chiudere il mercato: serve qualità a centrocampo e in difesa. Piccoli colpo che sa di calcio, Kean dovrà condividere gli spazi

Ranieri sostituito per scelta tecnica è un segnale forte al gruppo. Mandragora da rinnovare, poi due colpi per chiudere il mercato: serve qualità a centrocampo e in difesa. Piccoli colpo che sa di calcio, Kean dovrà condividere gli spaziFirenzeViola.it
Oggi alle 00:00L'editoriale
di Angelo Giorgetti

Il gol piovuto al 94’ nell'ingorgo piatto - tutti in linea a zona, Pablo Mari e Kean non pervenuti su Luperto che arrivava da dietro - ci ha ricordato come i dettagli da migliorare siano ancora molti. E già Pioli non sembrava coltivare una pazienza da filosofo, avendo sostituito dopo un tempo il capitano Ranieri perché non gli era sembrato brillante in alcune situazioni di possesso. Scelta tecnica. Per il gol al 94’ certo potrebbe essere chiamato in causa anche l’allenatore, quel modo di difendere è solido se il cross ha una traiettoria prevedibile ma diventa fragile se chi si inserisce piomba in corsa e non viene marcato con un cambio di posizione. E qui il cantiere è ancora aperto.

La sostituzione del capitano è un avviso ai naviganti, dice Pioli che nel calcio le gerarchie cambiano e se l’obiettivo in prospettiva è la qualificazione in Champions bisogna impegnarsi per superare i propri limiti, uscire dalla comfort zone, dimostrare che ci si può evolvere lavorando per eliminare i difetti personali. In fretta. Pioli è considerato un padre di famiglia, ma il concetto della concorrenza deve essere chiaro all’interno dello spogliatoio. Non tutti i cambi sono andati per il verso giusto, Pablo Mari e Parisi hanno tolto più che aggiungere, ma a Cagliari il gruppo ha ricevuto un segnale chiaro e abbiamo il sospetto che sia solo l’inizio.

Ci vuole tempo

E’ questa una stagione in cui la proprietà e i dirigenti sembrano aver messo finalmente da parte alcuni comportamenti originali, ci si fida di Pioli e l’arrivo di Piccoli è una mossa che sa di calcio per il presente e il futuro. Un investimento superiore ai 25 milioni per rendere più forte un reparto già messo bene sembra spingere il club in una nuova dimensione, mentre ci sono esuberi con ingaggi top che fanno parte di un passato-flipper con alti e parecchi bassi. La strada nuova punta sulla regolarità e la programmazione, questo sembra volerci dire la Fiorentina dopo le stagioni delle strambate a destra e a manca. 

Un po' di pazienza per vedere i frutti sembra il minimo, mentre ci si muove in un clima di costruzione logica e l’obiettivo è chiaro: diventare esattamente la squadra che non si è vista nel primo tempo contro il Cagliari. Per non essere schiacciati dalla fisicità, bisogna saper usare la tecnica, anticipare le marcature con il pensiero, applicarsi di più, prendere coraggio nelle situazioni difficili. E ci vuole personalità, proprio quella che ha Mandragora e mica solo per il gol.

Quello che manca

Pochi giorni alla fine del mercato, il vice Dodo resta sempre un obiettivo e insieme a quello ne potrebbero arrivare altri due, un centrocampista e un difensore. Deve aumentare la qualità generale, Ndour può far bene con il Polissya ma se si alza il livello rischia di andare in difficoltà anche contro il Cagliari. Richardson potrà trovare una vetrina in Conference per il ritorno di domani sera, abbiamo dubbi che in campionato riesca a fare la differenza. Mandragora chiederà anche un aumento di ingaggio che stupisce, ma fra quelli che abbiamo nominato ci sembra il giocatore più adatto ad alzare il livello. Quindi, qualcuno dovrà essere ceduto e il club degli esuberi (Beltran, Ikone, Sabiri, Barak, Infantino) è un bel problema per gli ingaggi alti. Proprio Beltran ha rifiutato un paio di destinazioni, chi scrive vedrebbe volentieri un affare con il Parma, che è interessato a Lucas, coinvolgendo nello scambio Bernabè. Magari…

Il nuovo Moise

Ci si aspetta molto da Kean e la società fa sapere che il rinnovo del contratto dipende ormai da piccoli dettagli. Il calcio è anche questione di centimetri e se Moise l’avesse buttata dentro per il gol del raddoppio, invece di far la figura di quello senza mira… Ma il punto non è questo, può succedere anche ai migliori, bisogna però che Kean impari a collocarsi nel nuovo modo di giocare della Fiorentina per condividere gli spazi che nella scorsa stagione erano solo per lui. Ora magari Cagliari fa poco testo, perché la Fiorentina non è riuscita a innescare Moise (che era braccato da una delle coppie centrali più toste del campionato, Luperto e Mina) ma in generale i movimenti richiesti sono altri e dovranno nascere intese separate con Dzeko, Piccoli e Gudmundsson. Difficile vederli giocare tutti insieme, ma a nessuno sfugge che Kean sia passato dall’isolamento puro senza concorrenza a una situazione completamente diversa. Il titolarissimo è lui, solo che dovrà dimostrare il proprio (grande) valore resettando il passato e mettendosi in gioco. Il calcio è questo e Pioli l’ha ricordato anche al capitano della Fiorentina.