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Gabriele Cioffi: "Piccoli attaccante da 'fatti e non parole'. In campo con Kean rischia di pestarsi i piedi"

Gabriele Cioffi: "Piccoli attaccante da 'fatti e non parole'. In campo con Kean rischia di pestarsi i piedi"FirenzeViola.it
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di Pietro Lazzerini

Gabriele Cioffi, allenatore di Serie A che ha allenato Roberto Piccoli all'Hellas Verona, ha rilasciato una lunga intervista nel corso di "Viola Amore Mio" su Radio FirenzeViola ripartendo proprio dal nuovo attaccante della Fiorentina: "È cresciuto ulteriormente rispetto all'esperienza con me nel Verona. Chiaro, come tutti i profili giovani era un giocatore che aveva bisogno di giocare. Ha una fisicità strabordante, è potente con un grande calcio. È un ragazzo molto applicato, un genuino che ascolta e che vuole farsi spazio lavorando e non a chiacchiere". 

Qual è il suo punto di forza?
"È un giocatore che è molto determinato, che tiene sempre impegnate le difese. Penso sia una freccia utile per la squadra. Può fare tranquillamente il titolare ma anche la riserva subentrante. È un uomo squadra". 

Può giocare insieme a Kean?
"Personalmente li vedo molto simili. Li vedo due prime punte, hanno bisogno di qualcuno vicino. Se giochi con due attaccanti 'piatti', ovvero che impegnano la difesa, si può far tutto. Per me si pesterebbero i piedi, ma il feeling lo potrà testare solo Pioli in allenamento". 

Questa Fiorentina è pronta per lottare per la Champions?
"Io credo che per gli acquisti che ha fatto, per la rosa e per la caratura del tecnico, l'ambizione deve esserci. Se poi si entra in Europa League è comunque un buon traguardo. è comunque un'ambizione che Firenze merita. Mi pare che stiano costruendo una rosa competitiva per le tre competizioni. Io la vedo medio alta rispetto alle altre. Ce ne sono un paio più forti, che sono Napoli e Juventus. L'Inter è un cantiere aperto ma può giocarsi il terzo posto ma la Fiorentina è subito dietro. Penso che farà una grande stagione, anche perché quando fai le cose fatte bene poi i risultati arrivano di conseguenza". 

Quanto è intrigante il progetto del tridente di Pioli?
"È interessante perché uno si aspettava Dzeko uomo coppa o in alternanza con Kean. INvece mi piacciono gli spunti delle relazioni tra i giocatori in campo e sono convinto che quest'anno la Fiorentina si potrà levare grandi soddisfazioni". 

Piccoli può essere da Nazionale?
"Il problema non sono i giocatori ma come vengono percepiti. I giocatori forti in Italia ci sono in tutte le categorie. I giocatori giovani devono giocare. In Italia si tende ad andare sull'usato sicuro, su chi garantisce una certa esperienza. Piccoli sono 4-5 anni che gioca in A, la consacrazione è arrivata a Cagliari. Piccoli è lo stesso che avevo io a Verona, dove però non c'era un contesto giusto perché avevo Djuric ed Henry. Con quei due poi metti in difficoltà l'allenatore, si deve inventare qualcosa per farlo giocare. Comunque secondo me sì, può ambire alla Nazionale". 

Quali sono le insidie del confronto col Polissya in Conference?
"I rischi sono di sottovalutare l'avversario, la condizione che non è ancora al top. Ma non credo che siano aspetti che riguarderanno la Fiorentina quest'anno. Credo che Pioli abbia alzato l'asticella. Abbia sparato alto ma con logica, dando ambizioni e obiettivi alla squadra. Sono arrivati negli ultimi anni in fondo alla Conference senza vincere, ma quest'anno c'è da vincere e andare in Champions. Mi immagino sia stata questa la gestione dell'allenatore. Ha alzato l'asticella mentale della squadra. Quando vinci e hai esperienza ti segue anche il club, altrimenti ti impongono le proprie scelte". 

Sarà l'anno di Gudmundsson?
"Io credo che la competizione alza il livello. Quest'anno ce n'è di più rispetto all'anno scorso. Lui si deve sentire importante. Se poi gioca sempre o gioca metà delle partite restando in corsa per tutti gli obiettivi, il fatto che sia anarchico non vuol dire che fa come vuole ma che deve cercarsi lo spazio utile per determinare".