REPUBBLICA, Ora serve un esame di coscienza
Nei momenti più complicati il capitano ci mette sempre la faccia. Cristiano Biraghi, dopo la pesante sconfitta della Fiorentina al Franchi contro la Lazio, non ha usato mezzi termini. Non ha cercato alibi, non ha evitato nessun ragionamento che fosse anche il più scomodo per la squadra che rappresenta. "Dobbiamo solo abbassare la testa e prendere le critiche per poi ripartire pensando a giovedì" - ha detto a fine partita col pensiero rivolto alla Conference League che vedrà i viola impegnati domani sera, in casa, contro gli Hearts. "Il risultato può essere bugiardo ma così è stato - ha continuato Biraghi - Dobbiamo lavorare ed essere più concreti sia davanti che dietro. Ognuno di noi si deve fare un esame di coscienza.
Il problema siamo noi: ognuno di noi non mette a disposizione quello che potrebbe dare alla squadra. Abbiamo un allenatore che ci fa giocare bene e la società che ci mette tutto a disposizione: noi, io per primo, ci assumiamo le nostre responsabilità". È una presa di posizione forte, affatto scontata. Il capitano che non punta il dito su nessun altro componente esterno ma rivolto a sé stesso e alla squadra. Al gruppo, insomma. Chiamato a farsi un esame di coscienza in ogni suo elemento e mettendo in evidenza come ogni singolo giocatore non stia dando quel che ha nelle corde e nel potenziale al servizio della squadra.